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Acque reflue, acque nere, acque bianche, acque grigie, acque bionde, acque grasse, acque saponose, acque piovane...

2020-03-09 11:57:47

Perché tutti questi nomi? Quali è corretto usare?

Tutte le acque sporche od usate che provengono dalle nostre abitazioni e finiscono nella fognatura comunale si chiamano ACQUE REFLUE. Le acque reflue sono infatti tutte quelle acque che in qualche modo sono state “contaminate” dalle attività domestiche: cucinare, lavaggio stoviglie, bucato, lavaggio pavimenti e vetrate, igiene personale, ecc…

Non dimentichiamoci che c’è anche la pioggia. Quest’ultima cade sul tetto, sulle terrazze e sui vialetti di casa nostra, per poi finire anch’essa nella fognatura, fatta eccezione per quella porzione che riesce ad infiltrarsi naturalmente nel terreno.

Il compito di convogliare tutte le acque reflue dalla nostra abitazione verso la fognatura è affidato all’impianto di scarico acque reflue, un insieme di tubazioni che raccolgono in maniera adeguata gli scarichi di tutti gli apparecchi sanitari (doccia, vasca da bagno, lavabo, bidet, wc, lavello, lavatrice, pilette a pavimento, ecc…), nonché di tutti i pozzetti di raccolta acqua piovana predisposti attorno alla casa.

Per la progettazione e la realizzazione di questo impianto esiste attualmente una normativa europea (recepita da tutti i paesi della Comunità) che è la norma UNI EN 12056.

Questa norma introduce un’importante distinzione tra le acque reflue, suddividendole in 3 categorie:

  • ACQUE GRIGIE

Sono quelle che non contengono feci o urine (lavabi, bidet, docce, vasche, lavelli, lavatoi, lavatrici, lavastoviglie, pilette a pavimento, ecc…).

  • ACQUE NERE

Sono quelle che contengono feci o urine (wc, turche, orinatoi, ecc…).

  • ACQUE METEORICHE

Sono quelle che provengono da precipitazioni naturali.

Come potete vedere la norma europea prevede unicamente 3 tipologie di acque reflue. Non prevede nessun altro termine! Le altre definizioni che ho inserito nel titolo di questo articolo hanno origini diverse e sono utilizzate in maniera arbitraria e qualche volta anche in maniera non proprio corretta dai vari operatori di settore: progettisti, idraulici, gestori degli impianti di depurazione, ecc…


Ma cerchiamo comunque di fare un po' di chiarezza sull’uso delle altre terminologie.

Prima del recepimento della norma europea, fino al 2001, esisteva in Italia un’altra norma: la norma UNI 9183 del 1987. Ebbene… questa norma non parlava di acque reflue, bensì di “ACQUE USATE”. Tra le “acque usate” la norma Uni 9183 distingueva le seguenti tipologie: 


“ACQUE FECALI NERE” (oggi è corretto dire “acque nere”)

“ACQUE SAPONOSE BIANCHE” (oggi rientrano nelle “acque grigie”)

“ACQUE GRASSE” (oggi rientrano nelle “acque grigie”). 

Poi c’era la norma UNI 9184, sempre del 1987, che regolamentava le “ACQUE METEORICHE” (oggi è usato sempre lo stesso termine).

Per gli addetti e i non addetti ai lavori vorrei fare alcune precisazioni: 

  • E’ abbastanza intuitivo che i termini “acque piovane” e “acque meteoriche hanno lo stesso identico significato. Ma se vogliamo essere precisi, il termine da utilizzare è “acque meteoriche”. Ci sono poi alcuni gestori dei servizi di depurazione che ancora oggi, nei loro regolamenti, adoperano impropriamente il termine “acque bianche” per intendere le acque meteoriche. Lo ripeto… l’unico termine corretto da utilizzare è “acque meteoriche”!
  • Le “acque saponose bianche” erano così chiamate dalla norma Uni 9183 perché sono le acque usate che possono contenere detersivi (lavastoviglie, lavello, vasche di ammollaggio, ecc…) Il funzionamento di una colonna di scarico che riceve queste acque può essere compromesso dalla formazione di grandi quantità di schiume. Pertanto è necessario porre particolare attenzione nella progettazione dell’impianto. L’attuale norma non ricorre più a questa distinzione, probabilmente perché si è capito che i detersivi sono normalmente usati e scaricati in qualunque apparecchio sanitario. Pertanto non ha più senso parlare di “acque saponose bianche”, ma il termine corretto da utilizzare è “acque grigie”.
  • Le “acque grasse” sono quelle caratterizzate da una forte presenza di olii e grassi da cucina, come ad esempio le acque di scarico di grandi cucine (ristoranti, mense, rosticcerie, ecc…). Queste acque è bene che siano convogliate verso apposite vasche di separazione olii o di separazione grassi, perché queste sostanze hanno purtroppo la tendenza a depositarsi e ad ostruire le tubazioni. E’ doveroso ricorrere agli opportuni accorgimenti quando si progetta e si realizza un impianto di scarico al servizio di una “grande cucina”… ma possiamo utilizzare il termine corretto anche per queste acque di scarico, e cioè “acque grigie”. 
  • Un discorso a parte va fatto per il termine “acque bionde”. Si tratta di un termine che non è previsto da nessuna norma e che qualche idraulico (ahimè… ancora oggi!) utilizza per riferirsi alle acque di scarico dei seguenti apparecchi sanitari del locale bagno: lavabo, bidet, doccia e vasca da bagno. Attenzione… chiamiamo le cose col loro nome… si tratta di “acque grigie”!  Poi ci sono alcuni gestori dei servizi di depurazione che, nei loro regolamenti, adoperano il termine “acque bionde” per intendere le cosiddette acque “di prima pioggia”, cioè l’acqua piovana che è caduta per prima ed è più ricca di sostanze inquinanti. Anche in questo caso stiamo usando un termine improprio. Quello corretto sarebbe “acque meteoriche” o al limite “acque meteoriche di prima pioggia”.

Come vedete, i termini in uso per indicare le “acque reflue” sono tantissimi! Anzi… forse qualcuno mi è addirittura sfuggito… forse ce ne sono addirittura altri utilizzati in particolari regioni o regolamenti edilizi comunali. Sarei lieto di ricevere eventuali segnalazioni.


Un consiglio spassionato…


Per evitare fraintendimenti e confusione generale, sarebbe bene che tutti imparassimo ad usare solamente i 3 termini corretti e previsti dall’attuale norma:


ACQUE NERE

ACQUE GRIGIE

ACQUE METEORICHE



N.B. Fonte di alcune immagini: web

by Marco Colmari