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La Maschera e l'Emulazione - Stefano Benemeglio (Ideatore dell'Ipnosi Dinamica)

2019-05-17 13:17:17

Il tema di questo articolo è la maschera, nonché l’emulazione dei connotati ad essa connessi. Stefano Benemeglio è psicologo, ipnologo e ricercatore. Da oltre 50 anni esercita la professione. La sua "ipnosi dinamica" permette oggi di dialogare direttamente con l'inconscio. Buona lettura. SB

La Maschera e l'Emulazione -  di Stefano Benemeglio

Maschera ed Emulazione, cosa vuol dire?


Quando parliamo di maschera, parliamo di un’immagine ideale, piuttosto che della proiezione dei nostri più profondi desideri, ai quali non riuscendo a dar voce, a causa dei vincoli e dei blocchi che normalmente ci attanagliano, riusciamo a proiettare sul reale solo per il tramite di una maschera, ossia un vero e proprio avatar di noi stessi che cuciamo su misura, spogliandoci così di ogni vincolo. 


Fare un esempio di quanto detto appare semplice solo se ci si rapporta a figure universalmente riconosciute. Si pensi quindi a Napoleone, piuttosto che a Giulio Cesare; al giorno d’oggi appaiono figure alquanto antiquate, ma se si tornasse indietro di secoli assisteremmo ad intere folle a loro devote poichè espressione di gloria, successo e grandezza. 


Voler indossare la maschera dell’uno o dell’altro significa quindi fare propri esattamente i connotati utili a rendere sugli altri la percezione appena esposta. Nel campo della psichiatria, il concetto di maschera è stato sempre oggetto di grande attenzione nonché di studio. 


Si pensi al gran numero di casi che popolano la cronaca dove si assiste costantemente alla tragedia di persone che, identificatesi a tal punto nell’immagine di un supereroe, piuttosto che in un qualunque personaggio storico, arrivano a gesti estremi poiché soggiogati dall’effetto nocivo che l’identificazione stessa esercita su di loro. Il mondo che circonda questi casi, altro non fa che giudicarli come follia, e quindi come malattia. Come più volte detto, è proprio la follia che accompagna queste compulsioni ad essere additata e a rappresentare la genesi del binomio sopra citato. 


Non dimentichiamo che tutto ciò che appare ingestibile, che esce dagli schemi, è al contempo sinonimo di meccanismi malati per la società, abituata a vivere in virtù di usi e consuetudini molto poco aperti ed elastici all’accettazione del particolare. È questo stesso motivo a guidare la genesi dell’altrettanto binomio maschera-malattia, vero oggetto di interesse per le nostre finalità. 


La psichiatria, talvolta senza dolo, ha sempre considerato una malattia l’emulazione dei connotati insiti nell’immagine o nell’idea di una persona, ossia l’introiezione della maschera vera e propria. 


Parliamo talvolta dell’assenza di dolo poiché i casi con i quali la psichiatria si è sempre rapportata rappresentano casi estremi di impersonificazione ed identificazione nella maschera medesima, che l’assenza di lucidità nei soggetti osservati altro non poteva portare che all’etichettatura in qualità di casi borderline della società, nonché di soggetti afflitti da chissà quale sindrome o disturbo particolare. 

Questa estremizzazione, seppur talvolta motivata, ha portato in una direzione che sicuramente spinge a tralasciare quegli aspetti che potrebbero quasi definirsi benefici legati all’emulazione di un mito o di un’idea


La possibilità di indossare i panni di un’altra persona, consente infatti all’individuo di superare quei blocchi e quei difetti che gli impediscono oggi di raggiungere i propri traguardi. 


Si pensi all’individuo schiavo della propria timidezza ma al contempo desideroso di una vita sociale che gli consenta l’incontro e l’aggregazione con un gran numero di persone, tra le quali magari scegliere anche un’ipotetica compagna di vita. 


Si pensi alla frustrazione da lui avvertita a causa della sua mancanza di audacia. Tuttavia la timidezza che lo intrappola è più forte della volontà di agire nella direzione dei suoi obiettivi, divenendo vero e proprio ostacolo al suo benessere emotivo. 

Ma cosa accadrebbe invece se indossasse la maschera dell’ ”animale sociale”, di colui sempre circondato da un gran numero di persone che lo ammirano per le sue doti di intraprendenza e vigore? 


Sicuramente vivrebbe in maniera migliore. 


Otterrebbe senza troppo dispendio di energie il consenso tanto desiderato da tutti coloro che lo circondano e raggiungerebbe senz’altro il suo obiettivo di riuscire a sedurre e conquistare una donna che, affascinata e catturata , diverrebbe in poco tempo la sua compagna. 


Quest’ultimo esempio è esplicativo non solo di cosa significa indossare i panni della maschera, ma anche di quanto facciano presa su di noi le convenzioni sociali e l’immagine che il mondo circostante si crea di noi. 


Non dimentichiamoci di un fattore importante: tutti noi aspiriamo alla maschera poiché è l’unico strumento a nostra disposizione per convivere serenamente con il desiderio di successo e di consenso non sempre esaudibile, con lo spettro della paura della non accettazione da parte dell’ambiente circostante insito in ciascuno di noi


Per poter riuscire a raggiungere l’obiettivo dell’accettazione e della stima, già inconsciamente indossiamo delle maschere


Sono le esperienze di vita e i segni che ci lasciano a condurci in questa direzione. 

Pensate a tutte le maschere emotive che indossiamo, quasi come fossero corazze di protezione, per difenderci dal rivivere la medesima sofferenza patita in occasione di relazioni sentimentali o amicizie finite male, piuttosto che di delusioni legate alla sfera dell’autorealizzazione. 


I medesimi concetti di IPO MASCHIO/FEMMINA (sentirsi poco maachio-femmina) e IPO UOMO/DONNA (sentirsi troppo uomo-donna), di cui tanto ci piace disquisire in occasione degli incontri analogici, altro non sono che frutto di pregiudizi e al tempo stesso maschere, che la realtà circostante ci spinge ad indossare per celare i nostri difetti, ma questo tema sarà oggetto d'approfondimento. 


Arriviamo quindi a celare la parte più intima di noi per poter eludere chi ci circonda e talvolta anche illudere noi stessi, quasi a volerci convincere che la forza e l’audacia che la maschera che stiamo indossando in realtà rappresenta noi stessi. 


Ambiamo ad una fusione tra la maschera che indossiamo e la nostra reale natura senza nemmeno rendercene conto, in maniera cioè del tutto inconscia. 


Tuttavia le famose reazioni emotive che adottiamo di fronte alle difficoltà, non ci permettono una gestione strategica di tutti gli effetti benefici che possono derivare dall’utilizzo di maschere nella vita di tutti i giorni, o semplicemente di fronte alle diverse situazioni che ci troviamo a dover affrontare. Il seminario che andremo quindi ad affrontare ci aiuta a gestire in maniera conscia e strategica l’aspetto della maschera, a partire dalla scelta della medesima sino alla comprensione dei meccanismi che guidano la sua impersonificazione. Ciò che è bene tenere sempre a mente è che la maschera non va vissuto come un nostro avatar negativo, una persona da noi distaccata e che non ci rappresenta se non per una piccola percentuale. 


E' piuttosto la proiezione dei nostri desideri, della nostra immagine ideale, di come vorremmo che il mondo ci percepisse, e attraverso questa raggiungere i nostri obiettivi. 


Inoltre il motore trainante dell’intero processo deve essere solo ed esclusivamente la propria volontà. È infatti importante che la maschera sia frutto di una propria scelta poiché espressione delle proprie esigenze e non di quelle di altri. 


Se si optasse infatti per una maschera scelta dagli altri in virtù di come gli altri desidererebbero vederci, la maschera medesima diverrebbe per noi nociva, talvolta addirittura mortale, poiché prodotto artificiale di noi stessi. E' opportuno infatti distinguere e divenire consapevoli del confine tra ciò che noi desideriamo essere e ciò che gli altri desidererebbero vedere in noi


Individuata la maschera da indossare, prende vita un percorso atto ad alimentare l’immagine di noi stessi che intendiamo trasmettere attraverso la maschera. 


Bisognerà quindi compiere dei veri e propri atti cerimoniali in suo favore affinchè questa possa nutrirsi e crescere nella giusta misura, sino a consentirci di agire per conquistare i nostri obiettivi. Per chi ha avuto modo di frequentare i seminari legati al mondo dell’esoterismo, non troverà grandi difficoltà in questo. Le esperienze maturate in questo ambito, l’aver compreso ed introiettato i concetti di forme pensiero ed eggregora, consentiranno infatti il raggiungimento di un punto di contatto molto profondo con se stessi senza dover incontrare particolari ostacoli.

A chi si chiede se giungere all’impersonificazione di una maschera possa essere pericoloso, rispondiamo che: nulla è pericoloso se espressione della propria volontà


Tutti indossiamo ogni giorno delle maschere per apparire adeguati ad ogni circostanza. 


È un meccanismo che già inconsciamente è insito in noi. 


La differenza consiste semplicemente nel poterlo finalmente fare in maniera consapevole e, di conseguenza, in maniera strategica. 


Quando indossiamo delle maschere in maniera inconscia, altro non facciamo che cadere nuovamente schiavi della nostra emotività e adottare di conseguenza reazioni emotive anziché strategiche di fronte alle difficoltà. 


Quindi: perché essere schiavi di maschere emotive anziché indossare maschere strategiche e realizzare finalmente i nostri sogni? 


Concludo con l'augurarVi di perseguire i vostri Sogni, in Libertà e in pace con voi stessi.


Stefano Benemeglio