Stefania Nigliato

Questa mattina , invece, mi sei tornato in mente tu papà.... Quando ero piccola e mi mettevi tra le tue gambe mentre guidavi la macchina.... PECCATO che oggi sia considerato solo il pericolo.... Per me ORA a 57 quasi 58 anni è stata una lezione di guida .....per la vita.... Ora ne comprendo l'importanza...... GRAZIE

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Stefania Nigliato

Questa mattina finalmente comprendo l'importanza dei miei errori passati. Essi mi hanno dato capacità di vedere cose che un tempo non consideravo importanti. Essi mi danno la maturità che rendono le mie parole credibili proprio perché ho fatto esperienza dell 'errore. Sono importanti quanto lo sono i miei successi. Me ne sono accorta quando sono riuscita a dare, nell'immediatezza, un consiglio a mia figlia che ,nel pensare ad un 'idea, prendeva in considerazione solo la parte "idealista " è "green. Ciò mi ha riempito di gioia perché son felice che sia sensibile all aspetto ecologico, ma la mia esperienza , data dai miei errori passati quando anch'io mi sono mossa spinta solo da questi, mi ha permesso considerazioni che l'hanno aiutata. Ora comprendo! Felice che i miei errori ora possano essere consigli maturi. Tutto ciò ha senso.

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Stefania Nigliato

Ho trovato questa meraviglia per voi e ve ne faccio dono : «Mia nonna diceva che quando una donna si sente triste, quello che può fare è intrecciare i suoi capelli: così il dolore rimarrà intrappolato tra i suoi capelli e non potrà raggiungere il resto del corpo. Bisogna stare attente che, la tristezza, non raggiunga gli occhi, perché li farà piangere e sarà bene non lasciarla posare sulle nostre labbra, perché ci farà dire cose non vere; che non entri nelle tue mani – mi diceva – perché tosterà di più il caffè o lascerà cruda la pasta: alla tristezza piace il sapore amaro. Quando ti sentirai triste, bambina, intreccia i capelli: intrappola il dolore nella matassa e lascialo scappare quando il vento del nord soffia con forza. I nostri capelli sono una rete in grado di catturare tutto: sono forti come le radici del vecchio cipresso e dolci come la schiuma della farina di mais. Non farti trovare impreparata dalla malinconia, bambina, anche se hai il cuore spezzato o le ossa fredde per ogni assenza. Non lasciarla in te, con i capelli sciolti, perché fluirà come una cascata per i canali che la luna ha tracciato nel tuo corpo. Intreccia la tua tristezza – mi disse - intreccia sempre la tua tristezza. E, domani, quando ti sveglierai con il canto del passero, la troverai pallida e sbiadita tra il telaio dei tuoi capelli.» Da Intreccerò la mia tristezza di Paola Klug, tradotta da Anita Silviano. Foto di Raffaele Montepaone.

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