Stefania Di Lorenzo

SOLO AMORE CHE FIORISCE NEL BUIO

2019-02-28 00:10:06

Sulla poltrona sveglio, guardarla, mentre immobile stringe un foglio piegato più volte.

Sulla poltrona sveglio, guardarla, mentre immobile stringe un foglio piegato più volte.

“Avrei solo voluto dirti…” pensiero fisso itinerante tra lacrime che dimenticano di rincorrersi.
Freddo nella mano sul letto, quella mano, quante volte in aria, quasi nell’atto d’inciderla come un direttore di una infernale orchestra, pronta ad ammonire e poi battere con forza contenuta ed esprimere tutta la passione mentre le labbra prima calde poi umide e poi ancora bramose sulle mie, ed ora che disteso sei quieto,” avrei solo voluto dirti.”

T’incontro.Ricordo. Mi sistemo sbadata occhiali da sole e borsone, stivaletti rossi, giubbetto argentato e capelli che vestono un viso stanco e poi d’improvviso la luce, i tuoi occhi fermi su i miei, in quel sempre che solo i secondi sono capaci di scandire. Un saluto, timido, un ciao che dura quanto un tramonto dipinto.

“Avrei solo voluto dirti…” ma non avevi tempo, in giro per i cunicoli romani prima di fermarci nel bistrot e osservarci con le posate intrecciate tra ribelli fettuccine, e la scala difronte, che strano.
Soffermarsi su dei particolari, senza radici, con quell’imbarazzo carico di stanchezza, tra le labbra che asciugano la forchetta ed il bianco del tavolo, la brocca su di un impercettibile angoletto intaccata, e noi estrapolati ed immersi in quell’oceano di voci, volti, foglie d’insalata, fette di pane e tintinnii di bicchieri che si sfiorano non volendo e noi. Noi lì che ci guardiamo parlandoci con i il silenzio di miriadi di sensazioni sempre più incalzanti quasi che vorresti imbrigliarle ma libere si conducono a noi ancora ed ancora, poi in albergo.

“ Avrei solo voluto dirti…” Paura. Come un leone ruggente, m’aggrappa mentre prima tentenni, e poi repentino mi sbottoni, nel tentativo la mia fuga , le tue risa. La tenda assorbe il ricordo di quel sogno.
Il caffè insieme al mattino, le mani si trovano veloci, ora.

“Avrei solo voluto dirti…” I capelli lunghi, troppo, sul volto liscio che sereno impone il silenzio. Un ricordo.Toccarli ancora e sentire vivo l’odore e vederti nudo fuori dalla doccia in giro per casa, scalzo, col caldo che t’assale ed io che ti guardo e tu dentro di me con la promessa del sempre. 
Le piantine sistemate con minuzia nel bagno ‘non possiamo annaffiarle continuamente’, ammonisco, testardo che sei, vuoi il tuo giardino pensile.

“Avrei solo voluto dirti…” Buongiorno anche a te, felice tra i racconti che la tua vita mi srotola addosso, 
le avventure di un gruppo di ragazzi di un borgo dall’altra parte del mondo, il tetro ricordo della dittatura e dei conati di vomito dopo la cattura del giornalista ricoperto di sangue, con la camicia scomposta ed i mocassini senza calze ed il suo sguardo su di te che non smetti di vomitare dietro il muretto.
Quel tuo primo amore, il cuore che batte e gli occhi chiusi, i giochi con gli amici, le avventure, il mare e la separazione, il dolore così forte da scalzare il treno sulle rotaie, e tu lì disteso, incredulo ridi la vita t’ha stretto a sè. Ora sei salvo, qui, con me ed io con te.

“Avrei solo voluto dirti…” In quel teatro con la musica fatta di ombre luci e tanto natale, io e te. Noi due insieme alle voci del tuo passato. Insieme. Guardarti e l’emozione ti riga il volto, ed io un’ombra colorata fatta di specchi dove guardarsi e forse vedersi.
“ Avrei solo voluto dirti…” Scrivere su di me, sfogliarmi delicatamente mantenendo il segno mi ha fatto cavalcare nel tempo, con lo sguardo verso l’onore e l’amore dei cavalieri pronti ad immolarsi per la propria dama, con la treccia pronta ad essere buttata fuori dalla finestra per l’arrampicata e per la libertà di amare.
“Avrei solo voluto dirti…” Ma il tempo mi stringe in vita, ed il terrore si presenta ormai più volte, ti vedo dietro il vetro, mi guardi e tutto sparisce. Insieme tu io e questo desiderio di entrare in te appartenerti come la tua inseparabile penna, nel taschino. Il tempo stringe ancor di più, così che talvolta il volto sfuma tra le lenzuola dove gli occhi si posano, e gli odori mutano le labbra s’inaridiscono. Poi sento quel calore che ti appartiene poggiarsi ed inumidirmi con la tua saliva, ed ora di nuovo il sole mi scalda ancora per un po'.

“Avrei solo voluto dirti…” Guardami ancora, fammi compagnia mentre il buio di tanto in tanto sopraggiunge.
Ed ora, i tuoi versi solo quelli cantami che ancora possa sentirli e ovunque condurli per mano, sorridere mentre gai saltellano intorno.
“Avrei solo voluto dirti…” Poso il mio respiro sul tuo cuore. 

Seduto sulla poltrona, improvviso l’odore di caffè, il foglietto ripiegato più volte prima nella mano e ora in tasca. La voglia di camminare, forte lo prende. Il suo nome, qualcuno lo grida insieme a “dove vai? Fermati”. 
Correre ed ancora correre e cercare di non dimenticare.