NERA PER CASO
Una cronista,la metro ed un dito rotto.
Quando la vostra cronista impenitente s’imbatte in un caso umano , le cose importanti come la penna giusta sull’agendina decorata finemente per un momento e forse solo per quello vengono dimenticate.
Correva l’anno… qualcuno direbbe, ma non l’ho appuntato. Lo sguardo. Il suo sguardo, non riuscivo a scrollarlo di dosso, come quel cappotto pesante che riscalda ma ti fa mancare il respiro. Così per non essere distratta ho evitato persino di muovere le dita o un piede e, per un’iperattiva, si può comprendere quale sacrificio possa essere.
Una storia. Un volto, un colore. Nera, gonfia e col dito rotto.
Lei, seduta col pupo sulla panchina. Marmorea, la panchina. La panchina della metro. Lei così nera da non vedersi in quel buio carico di folla. Una folla nutrita e chiassosa. Siamo a Roma. Lei seduta con disinteresse. Il pupo sulle gambe, stretto forte mentre ride gaio. Il pupo. Lei guarda tutto intorno e nulla. Il suo sguardo ti trapassa e non ti vede.
Mi siedo. Mi siedo vicino a lei vorrei sapere tutto e, invece è lei che parla. E’ lei che chiede, lei, nera per caso.
Chi sei? dove vai?…mi verrebbe da dire …un fiorino , ma non capirebbe o forse si?
E facile intessere una qualsivoglia conversazione, tanto non ci si conosce. Addirittura ci si potrebbe spingere a raccontare i segreti. I segreti quelli nascosti per bene e che faticano a rimanere sempre in una gabbia.
Così eccola. Un incrocio di sguardi che dà il via a quella conversazione che per quanto tempo possa passare, sono sicura, non riuscirò mai a dimenticare. Come posso dimenticare quel pupo che ride. Come posso dimenticare quello sguardo assente e fiero. Lei nera sulla panchina.
Dunque la sintesi di una vita porta con se alcuni tagli. Come lo stupro. Il ricovero al pronto soccorso, l’accoglienza nella comunità e la gravidanza …ed io, che mentre ascoltavo guardavo. Guardavo il suo dito. Il suo dito rotto e non riuscivo a fermare il fluire delle lacrime.
Sono l’impenitente cronista avrei voluto solo per quell’istante essere invece una turista. Una turista per caso. Non capire neanche una parola, benchè in effetti qualcosa mi sarà sfuggito, e assentire col capo. Assentire come fanno un po' tutti.
Invece qualcosa l’ho capita… Lei m‘ha salutato le ho dato un bacio. Un bacio, il primo e ultimo. Unico testimone di una vita, la sua, che per un incidentale momento ho incrociato.