Bonaria Manca

Riflessioni sulla scrittura

2019-09-15 14:16:24

Dopo i gesti e la voce, la scrittura è la terza forma comunicativa apparsa nella storia dell’uomo.

La scrittura ha permesso non solo l’esposizione pura e semplice dei concetti, ma anche la loro fissazione nel tempo, la raccolta, la trasmissione ai posteri, con la conseguente possibilità di elaborare ulteriormente i contenuti. 

Negli ultimi decenni è diventata la protagonista di fondamentali forme di comunicazione: dai messaggi alle chat e le mail caricandosi di ulteriori e nuove valenze.


La scrittura obbliga il corpo a stare in posizioni particolari, più raccolti e piegati su se stessi, come a richiedere al corpo maggiore concentrazione e raccoglimento.

I telefoni cellulari e il computer tuttavia stanno modificando la postura tradizionale. Ci sono molte varianti individuali, e ci si ritrova per esempio a camminare per la strada scrivendo, chi scrive sul palmare in metropolitana, chi sta ore accovacciato davanti al pc... 


Il fattore comune è una frequente tendenza ad astrarsi dal contesto per comunicare anche in momenti in cui esso richiederebbe maggiore partecipazione. A evidenza di ciò i frequenti incidenti stradali causati dall’uso del cellulare in auto. 


La tecnologia, oggi, consente e induce tutti noi a utilizzare continuamente la scrittura, per comunicare per qualsiasi cosa attraverso tutti i mezzi disponibili. 

Quasi tramontata la lettera nella sua forma classica, (anche se non per tutti per fortuna) sono nate scritture adatte a nuovi supporti (telefonini e computer). 


Così, se mentre un tempo si scriveva solo quando era necessario, oggi si scrive anche per le inezie, per puro gioco o per sfizio. Un uso e un abuso di parole che fanno crescere sempre di più la comunicazione in senso quantitativo, ma al contempo sviliscono in molti casi l’importanza delle parole. 


Scrivere può aiutare sia la persona che il suo interlocutore a fare chiarezza, a fissare dei punti, a indurre riflessioni, a eliminare aspetti troppo emotivi, a diluire nel tempo, a focalizzare meglio.

Ma non solo: l’atto stesso di scrivere, obbligando la persona a dare una forma e un costrutto a ciò che pensa, aiuta in molti casi a ragionare meglio. Ma queste stesse caratteristiche possono tramutarsi nel loro opposto quando della scrittura si fa un uso smodato, inconsapevole o superficiale. 


Ci sono molti esempi al riguardo: discutere via mail, innamorarsi per chat, fare pace via sms e utilizzare tutti questi mezzi per riempire il tempo anche quando non si ha niente di veramente necessario da dire. 


Il rischio di malintesi:

Una grande percentuale della scrittura “quotidiana” attuale non risolve i problemi, ma al contrario ne crea costantemente di nuovi. 


Le persone oggi interpretano le sfumature di un messaggino: per esempio, che cosa vogliono dire i puntini di sospensione, il simbolo di una faccina che sorride, un “ciao” con il punto esclamativo piuttosto che senza o un eccesso di formalità.

Sono elementi che offrono spunti continui per equivoci, tensioni e interpretazioni, con bisogno di successivi chiarimenti, e il conseguente logoramento del rapporto.