Bonaria Manca

La scelta delle "nuove" casalinghe

2019-10-01 09:25:09

Chi sono le nuove casalinghe? Cosa è cambiato nel ruolo della donna? La nuova dimensione dell'essere casalinga.

Una volta era la mancanza di alternative a fare delle donne delle casalinghe: il nostro ruolo, 50 anni fa, era tra le mura domestiche. 

Lo sviluppo storico-economico degli ultimi decenni, la crisi e i lavori sempre più precari, hanno fatto sì che molte di noi tornassero a casa.


Oggi qualcosa sta cambiando: 

chi sono le nuove casalinghe?


Nel nostro Paese siamo in oltre 9 milioni le donne ad aver scelto di occuparsi  di figli e fornelli, e i numeri stanno aumentando. Sono sempre di più le donne decidono di rinunciare ad un lavoro per rientrare nella dimensione familiare.



Cosa sta cambiando e perché

Le nuove casalinghe sono donne giovani, tra i 25 e i 50 anni, possiedono un livello di istruzione elevato, diploma, laurea o master. Molte non rispecchiano la definizione classica della casalinga (che analizzerò in seguito) e non si ritrovano in una figura di donna che nell’immaginario collettivo è poco emancipata. 


Hanno pluricompetenze e una grande ambizione:


realizzare se stesse, 

non necessariamente attraverso

 il lavoro fuori casa

Perché scelgono di fare le casalinghe?

Sono diversi i fattori che spingono a fare la casalinga per scelta.  

Paradossalmente, tra questi troviamo il titolo di studio elevato. Le protagoniste di questo “ritorno a casa” sono donne molto qualificate e la loro preparazione le porta a nutrire grandi aspettative di realizzazione personale, che non sempre il lavoro riesce a soddisfare. 

Capita sempre più spesso per esempio di non voler più sottostare a un capo non alla propria altezza oppure di non voler sacrificare tempo prezioso per la famiglia e per sé stando  al lavoro tutto il giorno. 

L'attenzione verso se stesse porta a scoprire che:


lontane dal lavoro si può trovare la felicità


Le motivazioni, però, non sono unicamente personali. 

Pensiamo alla miriade di donne imprenditrici di se stesse, spesso mamme, che hanno costruito un business offrendo servizi, scrivendo blog su argomenti diversi o diventando networker. 

Le loro storie hanno creato e rafforzato la convinzione che stare a casa, dietro ai fornelli o ai figli, non significa essere penalizzate, ma può diventare fonte di affermazione personale. 


Non sempre conta, poi, che queste attività diventino una fonte di guadagno concreta, un vero e proprio stipendioanche se è possibile.

Sono esperienze  che fanno apparire la casa come un luogo di crescita, anche se solo simbolica.


La casalinga nell'immaginario collettivo e la sua figura ieri

Lo stereotipo della donna di casa è stato formulato in alcune società dove la figura della casalinga è stata o rimane tuttora rilevante, con espressioni ormai entrate nell'uso comune.

Possiamo citare, ad esempio,  la tedesca Casalinga sveva (Schwäbische Hausfrau), donna austera portatrice di saggezza frugale e parsimoniosa o l'italiana Casalinga di Voghera, che vuole rappresentare una fascia della popolazione piccolo-borghese dal basso livello di istruzione che esercita lavori piuttosto semplici.


La casalinga dei giorni nostri

Oggi la donna di casa è una donna attenta a se stessa, non trascurata e non totalmente dedita alle faccende domestiche, si cura e vive il suo personale. 

Sempre più realizzata, organizzata e soddisfatta. 

Con il cambiare dei tempi e la nuova consapevolezza è sempre più riconosciuta ed apprezzata e non sfruttata nelle sue mansioni.


Un tempo andare a lavorare per una donna rappresentava un modo per porsi allo stesso livello del marito, economico e sociale. 

Oggi, per fortuna, in molte famiglie questa gerarchia è scomparsa. E insieme si sta affermando una tendenza a redistribuire i ruoli: i padri vogliono occuparsi sempre più dei figli, allo stesso modo delle mamme. 


L’accudimento della famiglia è diventato un valore in sé, più del denaro. Ed è riconosciuto come tale da entrambe le parti. 


Portare lo stipendio a casa non è l’unico modo per dimostrare di contare come un uomo.