Simone Volpi

Founder President

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Scegli di essere felice - Il primo progetto italiano di educazione alla felicità

2018-09-28 14:22:48

Educhiamo le persone ad essere felici perché non dimentichino mai che la felicità è il punto di partenza e non il punto di arrivo. Il primo progetto italiano di educazione alla felicità. Perché il cambiamento parte dalla cultura.

Un progetto che vuole cambiare una cultura

Me lo chiedono da sempre. Lo fanno tutti i giorni.

"Simone, ma cosa significa educare alla felicità? Non ti sembra di essere un pò sopra le righe?"

Educare alla felicità significa iniziare a parlare dello scopo delle nostre vite. Siamo qui per questo. Nessuno nasce infelice. Impariamo ad esserlo attraverso modelli educativi che non ci appartengono e ci portano a soddisfare le aspettative di una vita che non è la nostra. 

Ti sei mai chiesto cosa sai sulla felicità? Se ti chiedessi cos'è, sapresti rispondere con fermezza? 

Sono certo che la tua risposta non sarebbe così immediata. Dopo un primo tentativo di definizione molto probabilmente torneresti suoi tuoi passi per correggere il tiro. Tranquillo. Nulla di grave.

Ho fatto questa stessa domanda a migliaia di persone e posso dichiarare, senza paura di essere smentito, che il primo motivo del perché viviamo in una società di persone poco felici, è proprio questo: non sappiamo cosa sia la felicità.

Nessuno di noi ha un criterio chiaro di valutazione di ciò che lo rende felice. Non veniamo al mondo e ci viene consegnato il manuale delle istruzioni con le regole della felicità.

Non veniamo educati ad essere felici. Punto.

Questo è il grande paradosso. Non c’è educazione in tal senso.

Ma come si impariamo ad essere felici? Per prove ed errori.

Quando eri piccolo i tuoi genitori ti nutrivano perché non potevi occupartene da solo. Quindi cosa facevano?

Ti davano quello che pensavano potesse farti bene. Man mano che assaggiavi il cibo ti rendevi conto di cosa ti piacesse o meno. Alcuni cibi li mangiavi con gli occhi prima ancora di averli assaggiati e sapevi istintivamente che quel cibo ti sarebbe piaciuto. Allo stesso modo sapevi anche il contrario.

Il tuo istinto anche solo guardando e odorando il cibo ti diceva quando quel cibo non era fatto per te. Sapevi che non ti sarebbe piaciuto prima ancora di averlo toccato. Ma crescendo hai imparato una cosa: che l’apparenza inganna e i gusti possono cambiare.

Ecco perché la vita è un insieme di prove ed errori nel tentativo di capire cosa ti rende o meno felice della vita che stai vivendo. I nostri genitori e l’ambiente circostante ci forniscono i primi indizi dandoci la loro impronta basata sui risultati delle loro esperienze, figlie dei loro tempi e dei loro errori. Ma nessuno e dico nessuno ci insegna ad essere felici.

Non veniamo educati ad essere felici ma a soddisfare aspettative

Ci danno indicazioni su cosa va fatto o meno.

Dobbiamo studiare, imparare, avere una certa educazione e cultura, farci una posizione, una carriera, magari mettere su famiglia. Viene tracciata per noi una linea guida sulla vita che dovremmo vivere con un insieme di regole derivanti dalla percezione del “giusto” o “sbagliato” in merito a qualcosa che non parla della felicità ma per l’appunto di quello che è “giusto” fare.

Qui nasce il primo grande problema.Non veniamo educati ad essere felici. Veniamo educati a soddisfare aspettative.

In particolare condividiamo l’idea di fare ciò che fanno la maggior parte delle persone.

Avere per essere: la grande bugia

Da bambino non pensavo alla felicità. Non ne avevo bisogno.

Volevo solo giocare e fare quello che mi andava di fare nel momento in cui volevo farlo. Non mi sono mai chiesto se avessi bisogno di avere autostima, meritarmi qualcosa prima di averla o aver bisogno di credere in me stesso per poterla fare. Se volevo qualcosa, andavo semplicemente a prendermela.

Poi, ad un certo punto alla lista dei miei “voglio”, “vorrei”, “mi piacerebbe” e “sarebbe una figata” sono arrivati i “devo” di un mondo che non capivo, quello degli adulti. E’ lì che per la prima volta ho sentito parlare di responsabilità, doveri, problemi e preoccupazioni.

Parole prive di una qualsiasi esperienza che mi aiutasse a capire che quella, a distanza di qualche anno, sarebbe diventata la mia vita. Una vita scandita dalla routine del dover avere per essere. E’ crescendo, infatti, che impariamo ad associare la felicità, ed in generale le nostre emozioni, a qualcosa di specifico fuori da noi. Pensiamo che solo dopo aver finito tutta la pappa saremo dei bravi bambini o che un bel voto a scuola dimostrerà il nostro reale valore.

Ed è quando inizi a credere che puoi sentirti bene soltanto dopo aver raggiunto determinati risultati che la tua condizione naturale cambia. Inizi a barattare la tua felicità. Cerchi costantemente qualcosa per stare bene. Ma quando cerchi qualcosa, è perché ti manca.

La felicità, invece, fa già parte della tua natura. Non hai bisogno di cercarla, perché non sei nato infelice. Fanno parte di te emozioni contrapposte allo stare bene, perché vivi di contrasto. Sai quali sono i momenti veramente belli, quando hai vissuto quelli più brutti e, riconosci il valore di qualcosa, spesso, dopo averlo perso.

Ma la felicità rimane la condizione di partenza. Quando stai male fai di tutto per tornare a stare bene. E’ la tua natura. Ecco perché, dopo un periodo di malessere o tristezza, definisci quello stare bene come un ritorno alla normalità. Ma è crescendo che le cose cambiano.

Finisci per credere nella bugia del definire chi sei in funzione delle cose che hai. Può essere il lavoro, la carriera, il denaro, la famiglia, lo sport, l’approvazione delle altre persone, qualsiasi cosa. Il punto è che lo consideri normale. E’ qui che cadi nella trappola del dover avere per poter essere. Non sto dicendo che avere di più sia un male o che raggiungere determinati obiettivi sia sbagliato. Sto dicendo che, se aspetti di essere felice unicamente ottenendo certi risultati, passerai la vita da persona infelice.

Ogni volta che raggiungerai un obiettivo, subito dopo ne vorrai un altro e non sarai nuovamente felice finché non lo avrai raggiunto. Ecco il prezzo della felicità basata sul verbo AVERE. Una lunga lista di “devo” e obiettivi da raggiungere che ti porterà ad un unico risultato. Finirai per essere più stressato e preoccupato che mai per soddisfare gli standard di una vita che ad un certo punto non sentirai più tua. Cos’è la felicità oggi? La felicità è tutto ciò che credi deve accadere nella tua vita affinché tu possa essere felice. Quello che credi è il risultato di ciò che hai imparato.

E’ quello che hai imparato, più o meno consapevolmente, è che devi AVERE per poter ESSERE. Ogni giorno vai al lavoro per guadagnare il denaro che ti permetterà di pagare lo stile di vita che hai scelto di vivere o che quel denaro può permetterti di pagare. Questa è la ragione per la quale viviamo in una società dove tutto si muove intorno ai soldi.

La felicità ti porterà ciò che desideri più di quanto ciò che desideri ti porterà la felicità.

Quando la lista dei tuoi “devo“ supera di gran lunga quella dei tuoi “voglio“ non puoi essere veramente felice.

Sono proprio tutti quei devo che hanno creato le regole della vita che stai vivendo. Quando sei schiavo delle tue stesse regole o peggio ancora, quelle degli altri, perdi la vera libertà. Perdi la libertà di essere felice indipendentemente da ciò che hai e dai risultati che ottieni.

Perdi il più grande dono della tua vita: il presente. Abbiamo la testa così piena di pensieri su tutto quello che dobbiamo fare ogni giorno per ottenere risultati ed essere all’altezza, che ci siamo totalmente snaturati. Poi ci stupiamo che parole come stress, depressione, ansia e panico siano ormai considerate la normalità e diventate l’ennesimo business dell’avere per essere di qualcun altro. Ecco che il cellulare diventa più importante delle persone che ami quando sei in loro compagnia.

Ci sei, ma non ci sei mai veramente. Siamo ossessionati dalla produttività, dalla competitività, dal raggiungere obiettivi ed avere di più. Aggiungiamo continuamente pressione alle nostre vite. Abbiamo riempito tutto e non abbiamo più spazio per niente. Siamo come in quei vecchi film di fantascienza, dove le persone sembrano lobotomizzate dalle macchine.

Camminiamo a testa bassa senza nemmeno guardare la vita stessa davanti a noi. Guidiamo la macchina e scriviamo messaggini sul telefonino rischiando la nostra stessa vita e quella delle altre persone. Non godiamo più del momento che stiamo vivendo, perché abbiamo sempre qualcos’altro a cui pensare. Siamo sempre proiettati al domani, quando oggi è il domani a cui abbiamo rinunciato ieri.

La felicità è una cosa semplice. Siamo noi a complicare le cose. A quanti momenti davvero speciali sei mancato pur essendo presente? Quanti momenti di felicità perdi ogni giorno? A quanti ancora sei disposto a rinunciare?

Vuoi essere veramente felice?

Sbarazzati di ciò che non ti serve, di quel peso che porti ormai da troppo tempo. Togli e smetti di aggiungere.

Butta via la roba vecchia altrimenti non ci sarà più spazio per quella nuova. C’è già troppo. E’ questo l’ostacolo più grande.

Liberati dalla schiavitù del dover avere per essere. Torna ad essere felice per avere risultati, invece di aspettare di averli raggiunti per poterlo essere. Nel mondo della legge dell’attrazione, del “devi sapere cosa vuoi”, ti sto dicendo di partire al contrario.

Definisci cosa non vuoi più! Di cosa devi liberarti per essere veramente felice? Cosa devi togliere o di cosa devi sbarazzarti?

Di cosa non hai più bisogno?

Quali sono le cose che non sei più disposto ad accettare nella tua vita?

Per quali non sei più disposto a scendere a compromessi?

Cosa devi smettere di fare per tornare ad essere veramente te stesso?

Rispondi a queste domande e scoprirai qualcosa di sorprendente. Una volta definito cosa non vuoi più e di cosa devi sbarazzarti, ti sentirai subito meglio. Spesso, non sai cosa vuoi perché hai troppe cose nella testa. Il lavoro, il tempo che manca, i rapporti infelici, bollette da pagare e i soldi che non bastano mai, ti tolgono la lucidità necessaria.

In queste situazioni, chiederti cosa vuoi o cosa ti rende felice, non è la prima cosa da fare perché non sei nello stato d’animo adatto.

Nei prossimi articoli condividerò con te alcune idee e strumenti per aiutarti a togliere ciò che non ti serve, per raggiungere uno stato di consapevolezza più profonda. E’ come un’intuizione, una lampadina che si accende e mette in moto automaticamente nuove azioni e comportamenti. Non saranno le tue azioni a cambiare il tuo modo di pensare, ma il contrario.

Sarai generativo laddove eri sintomatico. Immagina di essere un cielo terso e limpido dove splende il sole.

L’infelicità deriva spesso dalle nuvole fatte di emozioni, pensieri e comportamenti che confondi con il cielo, cioè te stesso. Sei nato per essere felice e migliorare. I problemi che affronti ogni giorno sono il risultato delle scelte che percepisci e non di quelle veramente a tua disposizione. Sono pensieri temporanei e abitudini che puoi cambiare diventando maggiormente consapevole della tua vera natura. Scegli di spazzare via le nuvole e vedrai di nuovo il sole splendere.

Sembra difficile, ma l’apparenza inganna. Posso garantirti una cosa. Come una nuvola non potrà mai scalfire il sole, i tuoi pensieri non potranno mai scalfire ciò che sei veramente, né tanto meno la felicità che meriti di vivere.

Scegli di essere felice.

Simone