Simone D’Ercole

Founder Senior

L'arte della scrittura

2020-06-24 12:44:59

Cosa pensate sia la scrittura? Ho scritto un articolo come spunto di riflessione e cavolo se mi piacerebbe parlarne con voi!

L’arte della scrittura


Scrivere, gettare inchiostro sul bianco, digitare alcuni tasti. Perché mai? Un semplice passatempo? Un semplice sfogo?


L’uomo effettivamente ha bisogno di esprimere i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue emozioni. E dunque perché non solo a voce? Verba volant, scripta manent diceva l’antico popolo latino.

Abbiamo tutti vissuto delle esperienze che ad un certo punto ci sentiamo in dovere di condividere con gli altri, come meglio possiamo. In effetti esistono altri diversi modi per comunicare tra gli uomini: attraverso segni, attraverso video e perché no anche attraverso il silenzio. Ma la scrittura rimane sempre.


La scrittura non è  semplicemente al passo con i tempi, essa viaggia nel tempo: Consente di dar luce a ciò che la vita quotidiana di tutti i giorni non può dare. Una volta lì niente la potrà rimuovere, una volta gettato l’inchiostro sul bianco essa entra nella storia. È il più potente mezzo di introspezione personale e di comunicazione di cui tuttora disponiamo. Nulla al giorno d’oggi può eguagliarla.


La scrittura allo stesso tempo fa costantemente a cazzotti con il presente. Dilania i sistemi che portano dolore all’umanità, ma solo a livello teoretico. Essa è derisa se presa sottogamba e divinizzata se portatrice di sogni irrealizzabili. Sogni che rimangono tali solo fino a quando qualcuno non ci crede abbastanza e li tramuta in realtà.

Ahimè pigro è diventato il nostro occhio e stanca la nostra mente. La mente è il giardino della nostra anima, ma questa non viene più innaffiata da uno tra i più giusti equilibri: scrittura e lettura.
Chi legge vuole leggere sempre meno e avere sempre più informazioni. Chi scrive, d’altra parte, cerca di riassumere come meglio può, al fine di far arrivare il suo messaggio a più persone possibili. È giusto che utilizziamo la tecnologia per apprendere più velocemente, ma il mondo consumistico di oggi ci sta inducendo ad avere un regresso mentale di cui nemmeno ci accorgiamo.


La mente è la nostra, la tecnologia no, quest’ultima non è il giardino della nostra anima.

Sarebbe semplice prendere un quaderno e farlo diventare il nostro diario, dove ogni giorno scriviamo qualcosa. Un po' come facevamo da piccoli in modo quasi naturale, forse lo crediamo semplicemente infantile. Eppure una quantità immensa di letterati, artisti, musicisti tenevano questo quadernino.

Scrivere, dar luogo ai propri pensieri, semplice. È vero, in fin dei conti basterebbe anche una sola frase, una frase al giorno. Per esprimere la nostra rabbia, felicità, dolore, gioia. Leopardi così faceva nel suo “Zibaldone”. Così dovremmo fare tutti noi che sognano un mondo un po' migliore.

Voi che dite, cosa né pensate? Quali modi avete per innaffiare il giardino della vostra anima?