SILVIA BRESCIANI

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Un pezzo di Antartide si solleva di oltre 4 cm l'anno

2018-12-06 13:18:05

La fusione dei ghiacci alleggerisce la crosta continentale, che si solleva: in Antartide la velocità del fenomeno è sorprendente.

Prima di leggere prendete un pezzo di sughero - meglio se più grande di un tappo, anche se comunque va bene lo stesso - e mettetelo in una bacinella d'acqua. Galleggia (ovvio): ora metteteci sopra un peso. Vedrete il sughero affondare, di tanto o di poco in rapporto al peso. Infine, togliete il peso: il sughero tornerà dov'era. Sarà banale, ma...



Fatto l'esperimento di idraulica riuscirete a "vedere" che la stessa cosa succede quando la crosta terrestre viene ricoperta da qualche chilometro di spessore di ghiaccio, per esempio in Antartide: in questo caso il mantello fa da fluido sottostante, la crosta fa da sughero e il ghiaccio da peso. Che succede quando togliete il peso?



Circa 20.000 anni fa, quando era in atto l'ultima glaciazione, sia l'Antartide sia la Groenlandia (al capo opposto della Terra) erano ricoperte quasi completamente da uno spessore di almeno 3 chilometri di ghiaccio. Sembra che durante quel periodo la terra al di sotto dei ghiacci più spessi sia sprofondata di circa 500 metri. Ora, un po' in tutto il mondo, dall'Islanda alla Norvegia, dalla Groenlandia al Canada, la crosta terrestre è in fase di risalita, dopo la fine della glaciazione, avvenuta circa 10.000 anni fa.

IL MISTERO DELL'ANTARTIDE.

Quello che succede in Antartide va però al di là di ogni spiegazione. Nella regione occidentale del grande continente ghiacciato il fenomeno della fusione glaciale è più evidente che in altre parti dell'immensa isola ed è in atto quello che i geologi si aspettano, ossia il "rimbalzo post-glaciale". Ma la risalita della crosta avviene alla velocità di 41 millimetri l'anno (4 centimetri!): una enormità, se si pensa che in Scandinavia il substrato roccioso risale di circa 10 millimetri l'anno e in Groenlandia la risalita tocca i 30 millimetri annui.

Le misure sono estremamente precise e affidabili, frutto di anni di rilevamenti eseguiti con stazioni GPS e satellitari. Valentina Barletta, ricercatrice del National space institute danese, e il suo team hanno analizzato i dati raccolti nell'arco di anni dal satellite GOCE, dell'Agenzia spaziale europea. «Lo studio dei dati ha permesso di scoprire che il mantello che sta sotto la crosta è molto fluido rispetto ad altre aree contingue e che da quando il ghiaccio ha iniziato a fondersi dopo l'ultima glaciazione e la crosta ha incominciato a risalire verso l'alto, il materiale che lo costituisce si muove molto velocemente», commenta la ricercatrice (lo studio è pubblicato su Science).

LA TERRA CHE VERRÀ.

Il mantello terrestre ha una composizione chimica diversa dalla maggior parte della crosta terrestre: somiglia molto alle lave che eruttano vulcani come l'Etna o il Kilauea, alle Hawaii. Se il fenomeno della sua maggiore fluidità e del suo rapido movimento è collegato o meno alla veloce risalita della crosta terrestre è ancora tutto da capire. Sta di fatto che se le cose rimarranno come oggi, stando a proiezioni matematiche che hanno utilizzato i dati GPS e quelli raccolti dal GOCE, il processo di risalita aumenterà con il tempo: le elaborazioni suggeriscono che tra 100 anni la velocità di risalita della crosta sarà di 3 volte e mezza quella odierna. Potrebbe cioè toccare i 143 millimetri l'anno: oltre 14 centimetri!

Lo studio non si proponeva di fare ipotesi sulle conseguenze del fenomeno, tuttavia guardando a ciò che succede in altre parti del pianeta non è da escludere che questa veloce risalita della crosta possa portare a fenomeni sismici di una certa intensità, nonostante il fatto che l'Antartide sia tutt'ora classificato come un cratone, ossia un'area stabile dal punto di vista dei movimenti tettonici.



Un più veloce movimento del magma sotto la crosta potrebbe inoltre portare anche all'apertura di nuove dorsali, con risalita di magmi, anche se quest'ultimo fenomeno resta ipotetico e molto più lontano nel tempo, almeno qualche milione di anni.

Luigi Bignami