Foschia

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Il conte sospinse la ragazza e le fece scudo col proprio corpo. Prima di cadere abbatté altre tre guardie, quindi spirò e per ultimo pensò a come era stata bella la sua vita, costellata di avventure ed emozioni, e pensò a quante volte aveva evitato una più onorevole morte per andare poi a morire in un corridoio che puzzava di disinfettante per un attimo di infinita gentilezza.

Molto cautamente i poliziotti gli si avvicinarono per per accertarsi che fosse effettivamente mortoe, quindi, a fatica, lo sollevarono e lo portarono via sotto gli occhi sperduti e impauriti di una donna che non riusciva a comprendere come mai un uomo che neanche conosceva era morto per essersi fermato a ringraziarla di una cosa che ella, dopotutto, faceva solo per lavoro.

I funerali del Sindaco e del capo della polizia vennero celebrati pubblicamente e trasmessi dalla televisione di Stato in diretta dopo che era riuscita ad accaparrarseli tramite uno sponsor di detersivi e un giro di parecchi miliardi in barba a tutte le altre emittenti private che per dispetto trasmettevano di continuo programmi di intrattenimento.

E così tra una pubblicità e una battuta comica, milioni di teleutenti seguirono commossi l'avvenimento che segnò tra l'altro uno dei più alti indici di gradimento dell'anno e migliaia di persone, forse le più sensibili oppure le più esibizioniste, seguirono le bare.

Erano presenti tutte le massime autorità dello Stato. Il Presidente della Repubblica era giunto col suo jet privato per conferire personalmente le medaglie d'oro alla memoria e, dopo aver, naturalmente, baciato ad uno ad uno tutti i figli della vittime, abbracciato le vedove, i parenti e anche qualche altro che non c'entrava affatto, tenne un discorso funebre lunghissimo ricordando quando era giovane, quello che aveva fatto e come aveva combattuto la tirannide fino alla fine, vecchia e ammuffita storia che tirava fuori in ogni occasione, allegra o triste che fosse e che funzionava sempre.

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