ॐ India ॐ

Namaste 🙏 il saluto indiano

2019-08-30 10:36:10

Namaste! नमस्ते 🙏 Ma cosa significa il saluto indiano? Namaste è una parola che gli Indiani (specie quelli di religione hindu) utilizzano comunemente nella vita quotidiana per salutarsi, ma è anche un gesto sacro sin dai tempi dell’India vedica, che viene utilizzato anche nella preghiera e nello yoga a tutt’oggi. Il termine Namaste si compone di due parti: “Namah” significa inchino, mentre “te” significa tu. Dal punto linguistico, quindi, questa parola significa inchinarsi, ma ha anche una forte valenza simbolica e spirituale; ogni volta che questa parola viene pronunciata, infatti, noi accettiamo l’idea che in ognuno di noi si manifesti una parte dell’essenza divina che viene accolta con favore. Per questo motivo, la parola Namaste è più di un saluto e viene utilizzata sia nella vita di tutti i giorni, che durante la pratica yoga o durante le preghiere. Anjali mudra. Il gesto di saluto si chiama anjali mudra e si può praticare in diversi modi; questo mudra è molto importante e può essere utilizzato sia quando ci si saluta, sia quando ci si lascia. Il gesto 🙏 è accompagnato dalle mani giunte, con le dita rivolte verso l’alto che, inizialmente, sono poste all’altezza della fronte per poi scendere al mento e al petto, facendo al contempo un piccolo inchino.Il gesto delle mani giunte, anjali, rappresenta l’unione tra spirito e materia; la natura divina, rappresentata dalla mano destra, si congiunge con la natura terrena, distinta dalla mano sinistra.Questa particolare posizione, quindi, consente di equilibrare l’energia dei due emisferi e serve ad attivare il chakra del cuore.Il gesto di incrociare le braccia sul petto è un modo per creare una barriera in grado di proteggerci da eventuali energie negative; praticando il gesto del Namaste, infatti, sarà possibile chiudere se stessi dall’energia negativa e raccogliere quella positiva. Inclinare la testa, infine, serve per immergersi all’interno dell’azione stessa. Salutare con Namaste è un po’ come dire e ricordarci “mi inchino alla divinità che è in te (che è la stessa che è in me)” .

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