Alida Ottazzi

L'(im)possibile rapporto tra immagini e parole

2019-10-13 16:13:23

"Un'immagine vale più di mille parole"...mai sciocchezza più grande ci fu raccontata

Ogni forma di comunicazione ha

 uno strumento più adatto. 


Talvolta poche parole possono valere più di mille immagini, altre volte un'immagine non ha bisogno di parole e ancora può succedere che un’efficace combinazione  parole e immagini funzioni meglio di quanto l’uno o l’altra potrebbero fare da sole.


Può sembrare banale, ma non lo è.

Accade troppo spesso che si affidi all’immagine un compito che sarebbe meglio spiegare in parole o viceversa. 

Ma è ancora più frequente che la mescolanza distratta e mal combinata dei due mezzi, con il risultato di confondere invece di chiarire.


Mi sono trovata mille volte a dover capire immagini, senza mai avere la certezza di averle interpretate bene; e tante altre volte ho potuto verificare che in base a come usate, funzionano bene o no nella comunicazione. 

Ho infine sperimentato che parole e immagini sono componenti inseparabili in un insieme percettivo. 

Relazione, forma, contenuto, colori e tutto ciò che unisce queste due componenti sono la base di ogni studio serio della comunicazione.

L'importante ruolo di 

parole e immagini

Sono convinta che lingua e arte siano nate insieme, e insieme si siano evolute, e sempre insieme distinguano l'essere umano da qualsiasi altro animale.

Ma parli sempre di

COMUNICAZIONE EFFICACE?

Un mondo senza immagini?

Quanto si influenzano parole ed immagini?

Un'immagine può essere distorcente, in quanto influisce sull’interpretazione del testo cui si accompagna. Per intenzionale volontà di “influenzare” la percezione o a volte per banale errore, distrazione o superficialità.

Se ci mostrano una persona sorridente e felice, vuol dire che è contenta per il motivo di cui si sta parlando e la crudele immagine di un tragico evento ci dà una più forte e immediata percezione della sua gravità.

Ma, da sole, cosa significano? Te lo sei mai chiesto?

E ti sei mai posto la curiosità che potesse essere  una qualsiasi immagine “di repertorio” messa lì per caso o solo perché considerata “estetica”?


Una gioiosa festa o una furiosa rabbia esprime i sentimenti di un intero popolo o di quattro gatti capitati nell’obiettivo di una macchina fotografica o di una cinepresa?

In generale – stiamo vedendo un’immagine “attinente” all’argomento o un pezzo di repertorio messo lì per riempire spazio?


Uno dei problemi dell’immagine (specialmente se è una fotografia o una ripresa filmata) è che tendiamo a percepirla come “vera”. Cioè uguale a ciò che vedremmo se fossimo lì a guardare con i nostri occhi. Non lo è mai. 

È sempre, in qualche modo, un’interpretazione e una scelta fra infiniti possibili modi di cogliere o rappresentare la stessa cosa. 


Immagini e parole: è importante imparare a “interpretare” collocandole nel giusto contesto per capire qual è il loro reale significato.


Un’immagine “aggiunta” senza un preciso rilievo contestuale (come qualsiasi altra componente “estranea” all’argomento) può distrarci da quello che dovrebbe essere il tema principale.


Insomma ogni strumento espressivo, di comunicazione o di informazione, deve essere usato secondo il suo ruolo e la sua funzionalità.


Quando si combinano parola e immagine (e anche altre forme espressive) se le loro interazioni sono ben congegnate, con una efficace “regia”, l’insieme può essere molto efficace. 

Ma se ci sono distonie il risultato confonde, è fastidioso e incomprensibile.

Per concludere:


 che cosa accade quando si mescolano parola e immagine?


Quando sono in armonia possono migliorare la qualità della comunicazione. Ma spesso sono discordi e confusive. Perciò maggiore responsabilità deve avere chi le mette insieme, per evitare di truccare o di sbagliare. E maggiore attenzione deve avere chi vede, legge o ascolta, per evitare di confondere il condimento con la sostanza.