Alida Ottazzi

Hai mai sentito parlare del principio della "rana bollita"?

2019-10-16 20:31:58

In questo articolo non parlerò del mio amore per la scrittura, ma di una di quelle altre "sciocchezze" che appartengono alla vita. Nella mia presentazione dico che parlerò "d'amore, di vita, di morte, di fede e di altre sciocchezze"...eccone una.

Hai mai sentito parlare del principio della rana bollita?

Noam Chomsky, linguista e teorico della comunicazione utilizza questo principio per descrivere la società e i popoli che accettano passivamente degrado, vessazioni, llscomparsa dei valori e dell’etica, accettando di fatto la deriva.

Ovviamente non è un principio scientifico (non riuscirei mai a seguirne uno!), per me è un ottimo spunto per spiegarmi determinati comportamenti, spero lo sia anche per te che stai leggendo.


Di cosa ti sto parlando? 

Di come bollire una rana???


Certamente no, non bollirei mai una simpaticissima ranocchia!


Questo principio mi ha aiutato a spiegare e capire la capacità di adattamento che ha l’uomo e che spesso questo adagiarsi e accettare gli eventi porta inesorabilmente alla morte.

Cosa dice questo principio?

❝ Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano.

 Presto diventa tiepida. 

La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. 

Adesso l’acqua è calda. 

Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. 

L’acqua adesso è davvero troppo calda. 

La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. 

Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.

Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.❞

Prendiamo questo contenuto come una metafora della vita la cui morale è che l’adattarsi non è sempre la scelta migliore da fare, anzi, spesso è la peggiore. 

Possiamo applicare questo principio ad una gran varietà di situazioni che affrontiamo nella vita come il lavoro, una relazione, una situazione famigliare. Guardati intorno: quante situazioni vedi nelle quali si ha la tendenza ad adagiarsi o scappare anziché lottare?


Fondamentalmente la paura più grossa che le persone hanno è quella del cambiamento, una paura che mette in stand-by e che porta stasi. Quando la rana dovrebbe saltare fuori dalla pentola dovrebbe anche cambiare la sua situazione e questo la spaventa molto più dell’acqua che si sta scaldando. Ecco cosa facciamo in continuazione...


Accettare ogni cosa e adeguarsi, adagiandosi sul fondo e lasciando che le cose accadono è il modo più facile e veloce per distruggersi la vita. 


Ma davvero vogliamo sopportare fino a quando non brucia? 

Davvero vogliamo vedere fino a quando la situazione non diventa più sostenibile?


Questo porta ad accumulare piccole dosi di dolore, piccole frustrazioni, che magari sul momento non crediamo neppure importanti o deleterie ma che a lungo andare possono sfociare in frustrazioni, depressioni e sostanzialmente all’infelicità.

Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni.


Paulo Coelho

Immagina di trovarti in una situazione che non ti da quello che cerchi, però tutto sommato, in qualche modo (per adattamento) ti fa stare bene, forse perché hai messo a tacere i tuoi bisogni e accetti per un quieto vivere o non voglia di cambiare. 

Giorno dopo giorno questa situazione ti logora da dentro, proprio come l’acqua calda fa con la rana, fino al giorno in cui il dolore è così forte che non sarai più in grado di affrontarlo e la situazione inizia a precipitare velocemente.


Tutta la rabbia, lo stress e l’insoddisfazione accumulata in giorni e giorni di adeguamento, dicendo sempre “ma si in fondo va bene così“, esplodono in una volta sola e le conseguenze di solito sono disastrose.


Per evitare di adagiarsi ed adeguarsi c’è però qualcosa che puoi fare: 


ACCETTARE IL CAMBIAMENTO!


Non è un percorso semplice ma per cominciare potete essere un pochino più egoisti con voi stessi, prendervi delle pause, dedicare qualche momento a voi stessi, basta una passeggiata, un regalino, un caffè con un amico…


Piccoli piaceri quotidiani sono la base per l’autostima e per coltivare piccole soddisfazioni personali. Da qui diventa tutto più semplice, anche il non accettare più passivamente ogni situazione e far crescere la propria determinazione a voler cambiare la propria situazione.

E la rana???

La rana, poverella, muore.


Hai pensato che la tua vita non è così a rischio come la sua?

Sbagliato! Se accetti passivamente ogni cosa che accade non stai vivendo, stai solo sopravvivendo e lo scopo dell’uomo è “vivere”. 


Lentamente, quasi senza accorgerti del pericolo, puoi cadere in quello che la psicologia definisce stress dormiente, quello che corrode lentamente, il più subdolo e pericoloso.


Osserva la tua condizione come se la guardassi da fuori e chiediti se conosci le minacce che incombono.

Chiediti se stai vivendo come la rana, fermo in un limbo di passività che non fa altro che portarvi alla distruzione.


Non vivere la vita degli altri, non sei uno specchio, costruisci la tua vita, 

prendi le tue decisioni, cambia rotta, naviga in mari agitati, non sederti ad aspettare che l’acqua bolla… 


RISPETTATI:

salta via dalla pentola prima di finire bollito!