Alida Ottazzi

Due ma non due: il principio di ESHO FUNI

2019-10-21 14:42:20

Dalla non dualità di corpo-mente alla non separabilitá uomo-ambiente.

Ci sono crescenti prove scientifiche di un’intima e inscindibile relazione tra il funzionamento della mente e quello del corpo: per quanto la mente e il corpo appaiono superficialmente come due fenomeni distinti, a un livello più profondo, sono una sola cosa.


Al principio di inseparabilità di corpo e mente è collegato il principio di inseparabilità della vita (intesa come individuo) e del suo ambiente.

Il principio di esho-funi

Esho-funi è un termine giapponese.

La prima parola è una contrazione di eho (ambiente) e shoho (l’individuo o l’io);

la seconda parola, funi, significa “due ma non due” e può essere tradotta con il termine di “non dualità di vita e ambiente”. 

Il punto d’appoggio indispensabile per gli esseri viventi è l’ambiente fisico, che a sua volta trova in loro la sua ragion d’essere, gli uni presuppongono l’altro e viceversa.


Questo legame indissolubile, ossia non dualità di vita e ambiente, spiega che la vita è modellata dall’ambiente e che così come il nostro ambiente ci influenza allo stesso modo noi lo influenziamo sia costruttivamente, sia distruttivamente.

L’essere umano è prodotto e nutrito dall’armonia e dall’unità di forze diverse, come la forza di gravità, l’energia solare e il filo della vita materiale che circonda come una rete tutta la natura.

Se l’essere umano non potesse trasformare il nutrimento e il sostegno che riceve dal mondo fisico, se non fosse in grado di compiere alcuno sforzo fisico per assimilarli non potrebbe continuare a vivere.

Azzardo a citare il principio della mutua compenetrazione fra la vita e tutti i fenomeni, secondo cui la vita in ogni istante abbraccia il corpo, lo spirito e l’ambiente.

Ne consegue che l’ambiente nel quale ci troviamo in qualsiasi momento riflette tutta la nostra vita in quell’istante.

Paragonando l’universo al corpo umano, ogni essere umano, ogni animale, ogni elemento presente in natura del nostro pianeta va pensato come una cellula, allora le società sono gruppi di cellule e la terra e il sistema solare possono essere paragonati al cuore, al fegato, ai reni, al naso, alle orecchie, ai denti o al sistema nervoso del cosmo. 

Se nel corpo umano qualcosa non funziona, si rompe un equilibrio e si crea malessere; allo stesso modo se consideriamo il cosmo come un corpo umano, se qualcosa non funziona si rompe l’equilibrio cosmico della vita. Nel paragonare l’universo al corpo umano non possiamo dimenticare le cellule cancerose, che possono distruggere l’universo come possono causare la morte del corpo umano. 


Se imparassimo a pensarci come una cellula di questo corpo umano che è l’ambiente e si chiedesse: “che tipo di cellula voglio essere?, una cellula che crea armonia e benessere o una cellula cancerosa, impazzita, che distrugge?”

Se vogliamo difendere il nostro ambiente, noi individui, dovremmo evitare di diventare cellule cancerose nel corpo-ambiente. Attualmente l’inquinamento dell’ambiente e la sua distruzione costituiscono un serio pericolo, se non impariamo ad essere in armonia con l’ambiente e a coesistere pacificamente con l’ecosistema metteremo a rischio non solo noi stessi ma anche ogni altro essere vivente. Per questo, di fondamentale importanza è il giudizio etico: cosa possiamo fare? cosa è utile fare? per chi? è davvero opportuno? E’ necessario riflettere, ragionare e agire in termini di sviluppo sostenibile, di visione globale, di etica ambientalista.

Il senso di responsabilità è di fondamentale importanza, così come la pratica della non violenza, riscoprire la dignità e la sacralità della vita e rendere ciò come asse intorno al quale articolare la riforma interiore di ogni essere umano. 


Un’etica di sviluppo sostenibile esige profondi cambiamenti nella mentalità e nel comportamento, praticare la solidarietà rispettando le differenti responsabilità dei singoli, dobbiamo comprendere e praticare l’interdipendenza e acquisire il senso della moderazione imposti sia dai limiti delle nostre risorse e dalle esigenze dell’ecologia, sia dalla giustizia. 


Dobbiamo imparare la collaborazione fra noi e le altre forme viventi, condividere responsabilità in un ottica di sinergia e azione collettiva. 

Riconoscere il diritto alla vita, promuovendo un educazione ambientalista.

Una rivoluzione è un processo che cambia il mondo, un mondo in cui prevalgano valori importanti per l’essere umano, un mondo in cui le scelte siano orientate a produrre il benessere di tutti e dove ciascuno fornisce e trova nell’altro un sostegno, un mondo ecologico in cui non si sacrifichi l’ambiente allo sviluppo.