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Ho sognato la cioccolata per anni - Trudi Birger
In occasione della Giornata della Memoria cerco sempre di leggere un libro sull'argomento, e questa è la mia scelta di quest'anno. Il racconto è autobiografico, e colpisce dritto al cuore. Come sempre, sono inorridita. Questa è la mia recensione.
Anni trenta/quaranta: parliamo di Olocausto
La storia somiglia tristemente a tutte le storie che ci sono state raccontate su quegli anni. C'è una famiglia serena e benestante, che conduce una vita normale in un contesto normale. Piano piano piccoli avvenimenti, frasi che potrebbero sembrare banali, sguardi stranamente ostili, danno il segno che qualcosa è cambiato. Da lì tutto precipita in un delirio di mortificazioni e crudeltà incomprensibili, e il mondo della piccola protagonista si trasforma in un incubo.
I fatti sono quelli, ormai certificati dalla storia.
Tutti dovremmo conoscerli. Ma ogni volta l'incredulità è la stessa.
È difficile dire qualcosa di originale su un argomento così dibattuto e conosciuto. Quello che mi sento di dire è che non sono sufficienti le scuse, o le giustificazioni, o il rimpallo delle responsabilità. È vero che non è stata colpa nostra, che non eravamo ancora nati. Ma quello che è successo in quegli anni è stato fatto da esseri umani come noi, con il silenzio complice di altri esseri umani come noi, e non da folli alieni arrivati da chissà dove. Il male fa parte della natura umana. È compito inderogabile di tutti noi conservare la memoria di quegli anni, anche quando i testimoni non ci saranno più. Perché quello che è stato, purtroppo, potrebbe ritornare.
Dal punto di vista prettamente letterario, non colloco questo libro fra i migliori che ho letto su questo tema. Ma non ha nessuna importanza. Questa è una testimonianza, e, come tale, è preziosa.