Founder Junior
Addio giornalismo tradizionale, oggi va di moda quello partecipativo
Avete sentito parlare del “Citizen Journalism” (o giornalismo partecipativo)? Io sì, e per la curiosità sono anche entrata in questo nuovo modo di “fare giornalismo”, che abbatte ogni confine geografico per raggiungere le notizie ovunque esse si trovino in tempo reale.
Citizen Journalism: che cos’è
Il giornalismo partecipativo è concepito per favorire la partecipazione attiva dei lettori, e quindi dei cittadini comuni che vengono direttamente coinvolti nel processo di raccolta, reporting, anali e diffusione di informazioni e notizie tramite l’ausilio della Rete. Nessuna redazione, infatti, può avere migliaia di corrispondenti in ogni città. Il Citizen Journalism rende invece possibile la moltiplicazione delle fonti delle notizie nel mondo: videocamere e smartphone collegati al web, in mano ai cittadini, sono strumenti importanti. Chiunque quindi può essere giornalista e chiunque può, grazie alla tecnologia di cui tutti disponiamo oggigiorno, riportare notizie e documentare avvenimenti. Lo strumento preferito dai giornalisti partecipativi è il blog. Infatti, mentre i social network impongono un numero stabilito di caratteri utilizzabili, limitando la possibilità di allegare documenti, i blog, al contrario, offrono ampi spazi di condivisione, tanto che anche i giornali tradizionali hanno iniziato a utilizzarli per diffondere notizie e approfondimenti. Tuttavia, i social network risultano più immediati e semplici da utilizzare. Vantaggi del Citizen Journalism Uno dei principali aspetti positivi del Citizen Journalism è che i cittadini si sentono molto più coinvolti nel mondo dell’informazione, rendendo molto più articolato il processo dell’informazione collettiva. La diffusione delle notizie in Rete da parte dei singoli cittadini ha permesso inoltre di renderle più variegate e veritiere a causa della quantità di fonti disponibili e dei diversi punti di vista. Svantaggi del Citizen Journalism Ma il giornalismo collaborativo non sempre è un bene, e come tutte le cose ha i suoi risvolti negativi. Possono nascere alcuni problemi come la veridicità delle fonti e la mancanza di conoscenze e competenze adeguate. I più pessimisti e tradizionalisti considerano il Citizen Journalism come una minaccia che porterà al fallimento del giornale tradizionale, mentre per i più ottimisti e innovativi si tratta di una possibilità per costruire un’informazione più libera, autonoma e democratica. Tramonto o evoluzione del giornalismo tradizionale? In realtà questi due modi di “fare giornalismo” probabilmente collaboreranno, ma continueranno entrambi ad esistere. Non ci troviamo quindi davanti a una crisi del giornalismo tradizionale, ma a una sua evoluzione. L’unione di questi due tipi di giornalismo offre la possibilità a chiunque di poter fare informazione e poter mettere in luce notizie che altrimenti non verrebbero divulgate. Inoltre, permetterebbe alle testate tradizionali di ottenere documenti (fotografie, registrazioni, video, testimonianze) gratuitamente e soprattutto “in diretta” con l’accaduto, senza la necessità di ricorrere a inviati professionisti. Il tutto riuscendo a garantire la veridicità delle notizie e mantenendo un elevato livello di qualità dei contenuti grazie alla revisione dei giornalisti di mestiere. L’idea generale è che il Citizen Journalism non sia quindi da considerare come un nuovo tipo di giornalismo a sé, ma come sostegno e contributo del Traditional Journalism, senza penalizzarsi a vicenda ma, al contrario, creando dall’unione dei due un giornalismo migliore. Giornalismo partecipativo: Blastingnews Italia Vuoi un esempio pratico ed immediato di cosa è il giornalismo partecipativo? Collegati al sito www.blastingnews.com e dopo esserti registrato puoi cominciare a pubblicare i tuoi contenuti. Aspetto un tuo feedback su questo argomento, e buona scrittura!