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Come si è evoluta l’ecolocalizzazione nei cetacei

2019-11-04 12:25:56

Molte balene e delfini utilizzano l'ecolocalizzazione per trovare il cibo nel buio degli oceani. Tra questi cetacei troviamo i globicefali che sono dei veri campioni di immersione nelle profondità. Ma come si evoluta questa capacità di trovare gli oggetti grazie alla produzione di suoni?

L’evoluzione della ecolocalizazzione

Per molto tempo era un mistero come questi mammiferi marini riuscissero a gestire l'aria nelle profondità per la produzione dei suoni.

Nella ecolocalizzazione viene utilizzata dell'aria per produrre un "click", però quando i delfini sono a grande profondità questo può diventare un problema.

L'aria nelle profondità si comprime e a 700 m di profondità un polmone pieno di aria  si riduce del 1,5% del suo volume. Un nuovo studio rivela che i globicefali, riescono ad utilizzare minime quantità di aria per produrre un suono. In questo modo loro riescono limitare l'utilizzo di aria di cui hanno bisogno e riescono addirittura catturare e riutilizzare l'aria consumata per la produzione dei suoni e continuare a fare l'ecolocalizzazione.



Per riuscire a capire il meccanismo di funzionamento della produzione dei “click”, un team di ricercatori ha attaccato un computer miniaturizzato ai globicefali con delle ventose per registrare da vicino i suoni della ecolocalizzazione.

In questo modo sono riusciti a capire che il suono di ciascun click cambia gradualmente in base alla quantità di aria utilizzata. Per la prima volta sono riusciti a misurare la quantità di aria consumata. I delfini riescono ad individuare le loro prede a decine ma anche a centinaia di metri di distanza e i ricercatori ora sono riusciti a capire che l'ecolocalizzazione in realità non richiede cosi tanta aria e tanto sforzo come pensavano.

Questi risultati hanno rivelato come l’incredibile evoluzione con il tempo abbia permesso ai cetacei di cacciare nel buio con minimo consumo di energia e aria. 


L'alimentazione e la vita di questi animali dipende moltissimo dai suoni e per questo loro sono molto sensibili a tutto l'inquinamento acustico prodotto dalle barche nei nostri mari...