Sarah Geslot

Founder Senior

LACANAS (confini)- Distanze che parlano

2019-10-07 22:36:52

Per l’uomo il territorio è quell’area che lo circonda e che egli reclama come suo, come fosse l’estensione del proprio corpo. Ognuno di noi ha un proprio territorio personale che, come ogni altro elemento della comunicazione non verbale, parla per noi.

È il 1960 quando Edwar Hall, antropologo statunitense, basandosi sulle esigenze spaziali dell'uomo, diede vita alla prossemica, la disciplina che studia i gesti, il comportamento, lo spazio  e le distanze all’interno di una comunicazione.

Questa dottrina aprì nuovi orizzonti nelle relazioni umane.


Per l’uomo il territorio è quell’area che lo circonda e che egli reclama come suo, come fosse l’estensione del proprio corpo.

Ognuno di noi ha un proprio territorio personale, una zona delimitata artificialmente circostante i nostri beni, e uno spazio non delimitato con creazioni materiali intorno al corpo.


È proprio quest’ultimo che analizzerò in questo contenuto, partendo da due semplici domande:

  1. Che reazioni suscita un’invasione del proprio spazio?
  2. Che importanza ha, in certi casi, “mantenere le distanze” nelle reazioni?

Lo spazio personale

Possiamo immaginarlo come una “bolla” che portiamo sempre con noi, ci segue e si modella in base alle nostre interazioni.

La dimensione della nostra “bolla” porta con sé anche una memoria culturale e da essa è influenzata, vale a dire che il suo volume dipende anche dal luogo in cui siamo nati e cresciuti e dalla densità di popolazione del luogo in cui viviamo.

Per spiegare meglio il concetto di cui sopra faccio un esempio:

i giapponesi vivono nel sovraffollamento mentre popoli come i canadesi sono abituati agli ampi spazi tra le praterie, per questo questi ultimi preferiranno sempre ampi spazi aperti, per “mantenere le distanze col prossimo”.

QUALI SONO LE ZONE SPAZIALI E QUALI CARATTERISTICHE HANNO?

Il posto dove vivete può avere spazi più o meno ampi, le indicazioni che seguono si riferiscono in linea di massima ad una situazione standard con spazi non esageratamente vasti e non troppo ridotti.


La consapevolezza e la delimitazione cosciente delle zone spaziali avviene all’incirca intorno ai 12 anni di età.


Possiamo suddividere la nostra bolla in più sotto-zone, di seguito quelle individuate dalla prossemica.


1- ZONA INTIMA : 15-45 cm, è la più importante e solo chi è vicino a noi dal punto di vista emozionale vi può entrare. I primi 15 cm possono essere “invasi” solo durante un rapporto fisico profondo come l’atto di far l’amore.


2- ZONA PERSONALE: 45-120 cm, esattamente la distanza che (a volte inconsciamente) teniamo rispetto al prossimo in occasioni come feste, riunioni, funzioni sociali o incontri tra amici.


3- ZONA SOCIALE: 120-360 cm, corrisponde esattamente alla distanza che teniamo con gli estranei o se ci rivolgiamo per esempio ad un commesso o un artigiano e in generale con che non conosciamo bene.

4- ZONA PUBBLICA: dai 360 cm in poi, cioè quella distanza che manteniamo per sentirci a nostro agio ogni volta che ci troviamo in mezzo a tante persone.


È curioso notare che le distanze di sicurezza si riducono tra due donne ed aumentano tra due uomini.

Le zone spaziali nel quotidiano

Ogni giorno il nostro territorio viene occupato da altre persone, spesso siamo noi a permettere questo sconfinare, ma altre volte può capitare non aver dato il “permesso”. 

È proprio in queste situazioni che ci si sente come in pericolo e ne derivano reazioni inconsapevoli, sbocciate per un campanello d’allarme che, come una minaccia, mette in moto il nostro istinto di difesa.


Nella zona intima possono accedere solo i parenti, gli amici stretti e chi ha con noi relazioni sessuali, ma anche persone con comportamenti aggressivi nei nostri confronti.

Permettere ad uno sconosciuto l’invasione della nostra area personale e sociale apporta variazioni fisiologiche nel corpo: aumento della pressione e del battito cardiaco, entrata in circolo dell'adrenalina, afflusso di sangue a cervello e muscoli.

Cingere una persona poco conosciuta potrebbe far scatenare sentimenti negativi nei nostri confronti. 

Anche se vedete, al contrario, che il prossimo è a proprio agio, non dimenticate la regola d’oro:

MANTENERE LE DISTANZE

Distanze che parlano

Lo spazio fisico tra i fianchi di due persone ci dice subito che rapporto ci sia tra i due soggetti.


Meno di 15 cm è una distanza intima, dai 15 ai 20 cm stiamo osservando un rapporto di amicizia o di stretta parentela.

Situazioni come concerti, cinema, viaggi su mezzi pubblici o ascensori obbligano l’invasione della zona intima, scatenando diverse possibili reazioni.

In genere si tende ad adottare un comportamento di “mascheramento”, che consta in atteggiamenti comuni quali non parlare, evitare il contatto visivo, continuare a leggere per esempio se lo si sta facendo, assumere un’espressione “impassibile”.

I pendolari sono un esempio classico di queste reazioni di   camuffamento (ovviamente parliamo di voler nascondere le proprie emozioni). 

Noi vedremo facce tristi e sconsolate, mentre invece stiamo assistendo al mascheramento della sfera emotiva perchè la zona intima è stata violata da sovraffollamento.


Entrare nella zona intima di una persona del sesso opposto crea la base per la cosiddetta “avance”. La donna, per valutare l’interesse di un uomo per lei, entrerà nel suo spazio per uscirne poco dopo. L’uomo interessato si sentirà “invitato” e accetterà o meno, decidendo se invadere o meno a sua volta l’area della donna.

Un DESIDERIO che diventa un RITO

Tutti noi abbiamo il desiderio di possedere un ampio spazio intorno a noi, perchè così possiamo garantirci la libertà di spazio di cui abbiamo bisogno.

Ci si crea il proprio spazio, anche in mezzo a sconosciuti.

È interessante notare come in situazioni affollate cerchiamo lo spazio più ampio disponibile. 

Come lo facciamo?

Al cinema, per esempio, si tende ad occupare le poltrone centrali, se dobbiamo appendere una giacca o l’accappatoio nelle docce in palestra, sceglieremo  il gancio più libero. Questi due atteggiamenti tipo hanno due significati: proteggere il nostro spazio e non invadere quello altrui.


Come un rito, scegliamo sempre l’area più vasta, per mantenere l’armonia.

Se vi capita di mangiare ad un self-service, saprete per certo la regola tacita della condivisione del tavolo, ovvero la divisione all’esatta metà. Questo tacito accordo si riflette culturalmente nella disposizione della mise-en place, dove nel perfetto centro del tavolo si è soliti posizionare oliere, saliere e pane, come a segnare un confine oltre il quale chi ci sta di fronte non può estendersi.

Vi invito a fare una prova curiosa: se vi trovate nella situazione sopra descritta, spostate gli elementi-limite nella parte del vostro commensale e notate come, in pochi minuti, egli riposizionerà tutto o nel vostro spazio o da un lato. In base alla sua scelta capirete se vuole o no un’interazione con voi.

Zone spaziali e cultura

Nel nostro Paese, culturalmente, la zona intima va dai 15 ai 30 cm, ma non dappertutto questa distanza è uguale. Inoltre, la cultura europea (in particolare il meridione) ricorre al contatto visivo e fisico più che in altre tradizioni popolari.


In America la distanza standard si estende tra i 45 e i 120 cm, mentre in Giappone questo spazio si riduce di più della metà.

L’asiatico, per l’europeo e l’americano, è quasi “aggressivo”, mentre americano ed europeo sono per l’asiatico persone “fredde” e distaccate.


Ignorare e non comprendere le differenze spaziali di altre culture

 può portare a fraintendimenti.


Un altro fattore da considerare è la provenienza: rurale e cittadino hanno differenti distanze di sicurezza.

La zona spaziale di una persona cresciuta in campagna è nettamente più ampia rispetto a quella di chi è cresciuto e vive in città.

Come porgi la mano? Ti dico da dove vieni

La zona personale dell’abitante cittadino raggiunge massimo i 45 cm, la bolla di un campagnolo può superare il metro. 

Aggiungo un’altra piccola osservazione: gli abitanti di aree rurali hanno i piedi ben piantati per terra e il busto proteso in avanti quando danno la mano, il cittadino metterà invece un passo avanti.

Chi è cresciuto ed abita in zone sperdute saluta in genere con un movimento del braccio.

Altre curiosità: territorio, casa e macchina

Ogni territorio può suddividersi in tante altre sub-aree. Per esempio in casa la camera da letto diventa uno spazio personale nello spazio personale, così come il posto a tavola o la poltrona preferita.

Concludo con questa frase di Barbara Pease