Sandro Virgili

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Renato Zero il Rivoluzionario

2019-05-06 07:57:40

Renato Zero un vero e proprio animale da palcoscenico come pochi artisti italiani

Schegge di vita insieme a Renato Zero


A Renato Zero si deve una vera e propria rivoluzione nel modo di fare spettacolo in un’epoca in cui l’Italia non era certo pronta ad accogliere un artista così fuori dalle righe e che gridava al mondo la sua omosessualità.


Lo conobbi nel 1978 dopo l’uscita del disco "Zerofobia", durante uno spettacolo al Palazzetto dello Sport di Roma in occasione di una rassegna musicale per le nuove proposte della musica Italiana.


Si presentò vestito con una tuta di pallettes dorata e  un boa al collo viola e arancione. Lo ammetto non ero preparato a una visione del genere.


I manager della mia agenzia compresero subito che lui sarebbe stato una scommessa interessante. O lo avrebbero amato oppure odiato.

In effetti fu proprio così, molti nel tempo impararono ad amarlo e divennero i sui più accaniti fans, i famosi "Sorcini", altri lo detestarono per i suoi modi appariscenti e la sua omossessualità sbattuta in faccia a tutti.


Erano gli anni 70' noi non eravamo pronti a questa rivoluzione dei costumi.


Organizzammo la sua tournèe per il disco "Zerofobia" da portare in giro nelle discoteche e nei teatri.

A quei tempi Renato era sconosciuto al grande pubblico e io, lo ammetto, ero davvero curioso di vedere le espressioni delle persone che lo avrebbero sentito cantare.

Alla fine si rivelò un successo incredibile.

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Zero artista sarto, i suoi vestiti li cuciva tutti da solo con una signora che lo aiutava.

Lo spettacolo era composto da una scenografia formata da 4 scivoli,  panchine, bidoni e da  6 ballerini che oltre a ballare rappresentavano  i vari personaggi delle canzoni.


Inutile dire che la vera scenografia era Renato coi suoi vestiti da Drag Queen, boa coloratissimi, vestiti sgargianti, pieni di piume, pallettes.



Non fù pero cosi facile per quel periodo far accettare la diversità, specialmente nelle città  dove la presenza dei   militari era numerosa.


Spesso venivano a vedere lo spettacolo solo per insultare il Renato.

Lui, per fortuna sapeva difendersi molto bene,   probabilmente già abituato alle avversità e a rifiuto della gente.


Possedeva una dialettica tagliente e arguta, sapeva  ammutolire anche il più rozzo dei critici, tanto che spesso si alzavano e lasciavano la sala.

Lo spettacolo per chi non ha avuto la possibilità di vederlo, vi posso garantire era una vera chicca, per il periodo una novità assoluta, esplosione di luci, colori, canzoni con testi molto belli, scenografie.


Renato è un vero animale da  spettacolo.

Il rapporto umano con Renato Zero non era facile, molto lunatico e ombroso, non era mai grato del lavoro che noi tecnici facevamo per lui, spesso i suoi modi erano d dubbio gusto.

Con me che ero il suo datore luci era spesso offensivo.


Le persone fuori dalle luci della ribalta dimostrano chi sono realmente, se il pubblico sapesse che personalità si nascondono dietro agli artisti ne sarebbero deluse il più delle volte.

Renato non meritava tutto l'impegno che ci mettevamo per fargli presentare un bello spettacolo, neanche lo sforzo che facevamo per difenderlo quando veniva attaccatto dal pubblico che lo denigrava.


Ho lavorato con lui per qualche anno, poi non ce l'ho più fatta e me ne sono andato, chiudendo il mio rapporto con lui.


Era un bravissimo artista ma come uomo è mancato umanamente in tante cose con molte persone.