Sandro Casponi

Open source : questo sconosciuto!

2019-07-21 15:01:26

Non solo Windows per il tuo computer.

Primo articolo

Questo capitolo si propone, dunque, di illustrare cosa è il software Open Source ed i motivi per i quali si dovrebbe utilizzare in contrapposizione alla sudditanza nei confronti della grandi multinazionali, rifiutando i monopoli che comportano gravi limitazioni allo sviluppo del sapere ed alla alfabetizzazione informatica determinando un accesso riservato alla tecnologia in quanto non alla portata di tutti.

Linux si trova oggi ad avere milioni di utenti, migliaia di sviluppatori e un mercato in espansione. È presente in sistemi integrati, è usato per il controllo di dispositivi robotizzati e ha volato a bordo dello Shuttle. Sarebbe bello poter dire che avevo immaginato quello che sarebbe successo, che era tutto parte di un mio piano per la conquista del mondo: ma, onestamente, sono stato colto di sorpresa.” (Linus Torvalds – Creatore di Linux)

    Quando si parla di computer è quasi automatico associare ad essi “Windows”, il famoso sistema operativo della MICROSOFT, come se questo fosse l’unico esistente.

   In realtà esistono molte altri sistemi operativi, tra i  più famosi è LINUX, facenti parti della galassia, per lo più sconosciuta, del cosiddetto software libero e/o open source che si basano, appunto, sulla filosofia open source secondo la quale è fondamentale diffondere la conoscenza rendendola accessibile a tutti e per il beneficio di tutti.

   Si tratta fondamentalmente, quindi, della volontà di condividere la conoscenza e le informazioni in uno spirito solidaristico, apportando concreti vantaggi alla comunità globale.

   Condividere non significa rinunciare al profitto, quindi “Open Source” non è uguale a “gratis”, ma semplicemente si rinuncia al modello imperante neoliberista spietatamente competitivo e spesso fallimentare, promuovendo l’alfabetizzazione informatica e la diffusione del sapere mediante l’eliminazione di una eccessiva tutela del diritto al profitto che rappresenta, in questo caso, un ostacolo insormontabile alle possibilità di sviluppo di intere nazioni.

   Molti sostengono che la filosofia open source deprime l’economia mentre in realtà propone semplicemente di investire diversamente le risorse disponibili e che comunque si sarebbero investite e pagate a poche e ricchissime multinazionali del software.

   Le stesse risorse potrebbero essere investite (sia dello stato che delle aziende private) nella formazione del personale e nell’aggiornamento e nel rinnovo dell’hardware, oltre naturalmente ad essere utilizzate in altri e diversi settori.

Negli articoli successivi, mi propongo di approfondire la trattazione di una filosofia di cui molti forse hanno già sentito parlare: quella del software libero e della cosiddetta etica hacker (da non confondere con i cracker”, versione “cattiva” degli hacker). La filosofia del software libero e/o open source rivendica con vigore la libertà di diffondere la conoscenza a tutti i livelli - in primo luogo informatica, ma non solo -, di renderla accessibile a chiunque, per il beneficio di tutti.

Gli hacker sono persone socialmente molto attive ed impegnate, e sono animate da un forte spirito di condivisione e di solidarietà.

Il loro obiettivo è in sostanza “fare del bene”, portando dei concreti vantaggi alla “comunità globale” che tende, nel loro ideale, all’adozione di un modello sociale di tipo cooperativo e solidale.

Nel modello del software libero e dello spirito hacker non si esclude il profitto, anzi, ma si prende decisamente distanza dallo spirito rapace, predatorio, spietatamente competitivo - e di fatto dannoso per il progresso umano - che contraddistingue il modello economico imperante (neoliberista), probabilmente destinato, a lungo andare, ad un rovinoso fallimento.

A breve gli articoli successivi. Per chi lo desiderasse, sono  disposizione per chiarimenti ed informazioni in merito.

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