Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Padre Piero Puglisi, quando l’accoglienza si fa rete

2019-07-11 20:55:13

Stasera vi racconto una storia diversa dal solito e nella quale mi sono imbattuta per caso. Oggi pomeriggio navigando in rete la mia attenzione cade sul titolo che leggete sopra, così comincio a scorrere le parole dell’articolo e....sorpresa! Il prete in questione è una persona che da ragazzo

è stato scout nella stessa parrocchia dove io ero catechista e partecipavo attivamente alla vita della chiesa con mille incarichi! Un tuffo nel passato, leggo e davanti ai miei occhi scorrono le immagini della gioventù, quando studentessa universitaria credevo di avere il mondo in mano! Voglio riportare qui l’articolo che lo riguarda perché da questo traspare la gratitudine e la riconoscenza della sua comunità.

Si fa rete e aggiungeremmo anche e soprattutto missione di vita ed esempio per l’oggi e per le future generazioni. Un modello virtuoso per la Calabria, per l’Italia e oggi anche per l’Europa. Quello che padre Piero, alla guida da anni della parrocchia di Squillace lido, ha realizzato, dando accoglienza ai bisognosi e lavoro a molte famiglie calabresi, con l'aiuto di altri, nell'umiltà e nella semplicità, potrebbe anche non costituire niente di speciale, ma lo diventa se si pensa al contesto in cui è stato realizzato.

Piero è nato a Messina, nel 1961. Dopo gli studi, il servizio militare e le prime esperienze lavorative, si sente chiamato a consacrare la sua vita a Dio. La formazione teologica curata a Roma, un’esperienza missionaria in Camerun e in Senegal, ma anche nei campi zingari e tra i tossicodipendenti delle borgate romane, e nell’aprile 1993 viene ordinato sacerdote a Messina. Qualche mese dopo, a settembre, viene inviato a Catanzaro. La prima comunità nasce così: la Caritas Diocesana di Catanzaro-Squillace, più volte è sollecitata ad accogliere minori cosiddetti “a rischio”, cioè con gravi problemi familiari o sottoposti a provvedimenti giudiziari, che possono usufruire di misure alternative alla detenzione. Questi ragazzi vengono ospitati nella casa messa a disposizione per gli obiettori di coscienza in servizio civile. Di particolare incoraggiamento è l’esito positivo del provvedimento di “messa alla prova” per un giovane che aveva commesso gravi reati (omicidio e tentato omicidio). In base a tale provvedimento, previsto dal codice di procedura penale, è possibile, alla fine di un percorso educativo e di recupero affidato alla Caritas Diocesana che se n’è fatta garante, considerare estinti i reati. È il primo caso del genere, in Italia, e Catanzaro e padre Piero finiscono anche in tv, sulle reti nazionali. Nel 1995, la Diocesi mette a disposizione una struttura, a Badolato superiore, accanto alla seicentesca Chiesa di S. Domenico (che dà il nome alla Comunità). Nel 1998, la Comunità si trasferisce a Catanzaro, per offrire più opportunità ai giovani ospiti, utilizzando tutte le risorse del territorio. Nel 1999, nasce (o almeno diventa stabile poiché aveva mosso i suoi primi passi nel 1995) un altro servizio: la "casa d'accoglienza Maddalena", per persone italiane o straniere senza dimora, una struttura che è unica sul territorio e che, per come è organizzata è un'esperienza pilota anche a livello nazionale. Sempre in quell'anno, il 1999, per consentire alla Caritas di esercitare principalmente il suo compito pedagogico la Diocesi, su impulso di padre Piero, istituisce la Fondazione Città Solidale, a cui viene affidata la gestione dei servizi promossi fino allora dalla Caritas, e l'impegno di avviarne altri. La guida di questa nuova realtà è affidata a padre Piero che ne è da allora il Presidente. Di seguito  è un fiorire d’iniziative e servizi e la Fondazione è una realtà in continua crescita, che diventa un punto di riferimento importante sul territorio. Padre Piero sa che bisogna avere il coraggio di osare, che non bisogna avere paura di “sporcarsi le mani”: leggere i segni dei tempi, ascoltare le richieste di chi ha bisogno di aiuto e cercare risposte efficaci, ma anche evangelicamente attente. Nel 2000 nasce “L'Aliante", comunità alloggio per adulti in difficoltà; nel 2003, "Il Rosa e l'Azzurro", una casa d'accoglienza per donne e minori vittime di violenza e maltrattamento o in difficoltà; nel 2003, nasce l'associazione di volontariato Spazio Aperto, voluta da padre Piero e da altre persone che già da alcuni anni prestavano il loro servizio gratuito in favore di minori a rischio, immigrati, rom, detenuti adulti e minori, donne in difficoltà, persone con disagio di vario tipo.Nel 2008 nasce la "Casa di Alì", per minori stranieri non accompagnati, cioè per accogliere tutti quei ragazzi stranieri che non hanno in Italia nessun riferimento e nessuna tutela; poi, è la volta del Centro antiviolenza. Nel 2011, per rispondere al problema dell'Emergenza nord-Africa, nascono il "Sicomoro" e poi il "Vivarium", due strutture per l'accoglienza di minori stranieri fuggiti da zone di guerra e di violenza. Successivamente, nel 2014, sarà la volta di una struttura di accoglienza per minori vittime di abuso e pedofilia. e dei diversi progetti che consentono l’inserimento lavorativo ai minori stranieri non accompagnati, come anche il contrasto allo sfruttamento della prostituzione, della tratta, del lavoro ed altro ancora. 

Che dire? Se non fare i complimenti a quel giovane scout che ha trovato la sua via.


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