Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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A Pavia la prima pista ciclabile italiana che si “auto illumina” di notte

2019-04-21 21:28:38

Una pista ciclabile che si illumina al buio diventando blu fosforescente, proprio come accade per quelle decorazioni che si applicano sui soffitti delle camerate dei bambini per accompagnarli nel sonno: l’idea è già realtà ad Amsterdam e di recente a Lidzbark, in Polonia.

E presto lo diventerà anche nel pavese, nello specifico a Chiavica, nel quartiere di Borgo Ticino.

nel comune di Travacò Siccomario.

Il progetto ha preso forma alla luce del fatto che la zona compresa tra via Ca’ Bella e il comune di Travacò Siccomario è sottoposta a vincolo ambientale: impossibile installare i tradizionali lampioni per illuminare la pista ciclabile, per evitare di disturbare la fauna locale. E allora gli abitanti di questa “oasi” sulle sponde del Ticino hanno organizzato una raccolta firme portata avanti dall’associazione "Mei stò in burgh", nata per tutelare l’ecosistema locale, rispondendo alla “call” con cui il Comune di Pavia chiedeva ai cittadini di fornire idee e proposte per una ciclabile sostenibile.


Come funziona la “ciclabile sostenibile”


Il risultato è stato un progetto che prevede l’utilizzo di una particolare tipologia di asfalto ricoperto da una resina che assorbe la luce del sole, rilasciandola poi di notte: i 5 km di percorso ciclabile, una volta realizzati, splenderanno al buio consentendo ai ciclisti di percorrerla anche in assenza di lampioni e altre forme di illuminazione artificiale, rispettando così le indicazioni dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), che ha vietato l'illuminazione tradizionale per garantire il rispetto dell'ambiente.


“Noi ci sentiamo più borghigiani che pavesi - sorride Stefano Schinelli, presidente dell’associazione Mei sto in burgh -. Abbiamo approfittato di un’occasione, perché l’amministrazione ha indetto un bando aperto ai cittadini per apportare migliorie al territorio. Noi abbiamo organizzato la raccolta firme, abbiamo presentato il progetto e siamo stati selezionati da una giuria. Il nostro scopo è da sempre quello di tutelare la natura e la fauna della nostra zona, e il Comune ha sposato la nostra visione”.


Per la prima progettazione della ciclabile sostenibile, il Comune ha finanziato circa 40mila euro, e dei 260mila euro totali necessari per la realizzazione, la metà verrà fornita da Regione Lombardia. In futuro il tracciato dovrebbe inoltre collegarsi alle ciclabili già esistenti nella zona del Siccomario e alla VenTo (Venezia-Torino), la ciclovia più lunga d’Italia, accompagnando gli amanti del turismo “slow” e a due ruote lungo un percorso particolarmente suggestivo dal punto di vista naturalistico.


I precedenti nei Paesi Bassi: piste con pannelli solari e con pietre luminose


Ideatori dell’asfalto “autoilluminante” sono gli esperti del TPA Sp. z o.o., l'Istituto Tecnologie del Futuro di Pruszkow, in Polonia: proprio in Polonia è stata recentemente inaugurata la pista di Lidzbark, illuminata grazie a una speciale “lacca” composta da particelle di fosforo che catturano la luce del sole e poi la rilasciano una volta calato il buio.

Ad Amsterdam, invece, grande successo ha riscosso la SolarRoad, pista ciclabile che collega i sobborghi di Krommenie e Wormerveer e che è ricoperta di pannelli solari che producono energia non soltanto per illuminare il tracciato, ma potenzialmente anche per alimentare semafori e in futuro, chissà, anche interi edifici.


E sempre nei Paesi Bassi, al confine con il Belgio, è stata inaugurata nel 2015 la Van Gogh-Roosegaarde, il “sentiero di Van Gogh”, uno dei principali itinerari turistici della zona del Brabante: progettata dal designer Daan Roosegaarde, la pista ciclabile è rivestita da pietre luminose che si caricano durante il giorno e rilasciano luce di notte per almeno otto ore, ricordando il celebre dipinto ‘Notte stellata’ e unendo all’aspetto scenografico anche quello green, riuscendo a illuminare il tracciato senza luce artificiale.