Oltre all’apporto calorico, questo alimento presenta dei valori nutrizionali di tutto rispetto, indispensabili per il benessere dell’organismo.
Considerando sempre 100 grammi di alimento, si rilevano 21.6 grammi di carboidrati, 49.4 di grassi e 21.2 di proteine. Le fibre rappresentano circa 12 grammi del peso totale, un fatto che rendere questa frutta secca ideale per il benessere dell’apparato digerente e dell’intestino.
Particolarmente interessante è anche l’apporto di sali minerali – come calcio, magnesio, ferro, manganese, fosforo, potassio e zinco – così come di vitamine. Le mandorle sono infatti ricche di vitamina A, utile per il benessere della pelle e della vista, nonché di vitamine del gruppo B, necessarie per il buon funzionamento dei muscoli e per lo sviluppo delle facoltà intellettive. Abbondante è la quantità di vitamina E: quest’ultima è indispensabile per combattere il processo di invecchiamento cellulare, poiché contrasta l’azione dei radicali liberi.
Da tempo si studiano le proprietà benefiche delle mandorle, un alleato ormai irrinunciabile per la salute. Grazie alla presenza di specifici acidi grassi, amminoacidi essenziali e proteine ad alto assorbimento, questi semi facilitano alcune delle funzioni dell’organismo e riducono il rischio di numerose patologie.
Quando si pensa a questa frutta secca, la domanda sorge spontanea: le mandorle fanno ingrassare? La convinzione deriva dall’elevato apporto calorico dei semi – 600 kcal per 100 grammi – ma è tuttavia errata.
Innanzitutto, come già visto nei precedenti paragrafi, il consumo di mandorle raramente supera i 10 esemplari al giorno: si tratta di circa 60 calorie, un valore ridotto che non ha particolari effetti sull’accumulo di peso. Bisogna poi considerare come gli acidi e le proteine tipiche della mandorla aiutino a bruciare i grassi, quindi non vi sono particolari problemi nemmeno nelle diete dimagranti.
Sul fronte della sicurezza è invece necessaria una valutazione più profonda, da valutare insieme al proprio medico curante. Le mandorle contengono infatti degli allergeni che possono causare reazioni allergiche anche importanti nei soggetti ipersensibili o predisposti. Ancora, se non correttamente coltivati, i semi possono essere attaccati da funghi con conseguenze a livello del fegato, come le aflatossina. In Europa sono tuttavia obbligatori dei test specifici prima dell’immissione in commercio.
Le mandorle non sono altro che il seme commestibile del mandorlo, ovvero il Prunus dulcis. A differenza delle credenze comuni, la mandorla non è però il frutto di questo albero: il Prunus produce infatti una drupa, un mallo di colore verde e di dimensioni importanti che al suo interno protegge proprio il seme, poi impiegato in cucina.
La pianta è originaria dell’Asia ed è giunta parecchi secoli fa in Europa grazie ai primi scambi commerciali con l’Oriente. Oggi è coltivata in tutte le nazioni che possono approfittare di un clima temperato e, fra queste, spiccano proprio i Paesi affacciati sul Mediterraneo.
L’Italia è uno dei maggiori produttori a livello europeo, con coltivazioni soprattutto in Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna. La qualità della produzione tricolore è decisamente elevata, tanto che il Ministero delle Politiche Agricole ha deciso di inserire questo prezioso seme nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani (PAT).
Il nostro Paese oggi produce principalmente tre grandi tipologie di mandorle:
Così come accennato, la mandorla è perlopiù impiegata in cucina, sia per ricette dolci che salate. A scopo alimentare, vengono consumate direttamente oppure scelte come ingrediente cardine di alcune preparazioni tradizionali come confetti, biscotti, marzapane e pasticcini. Non mancano anche dei gustosi piatti tipici, come il pesto alla trapanese, dove il seme si abbina perfettamente alla pasta.
Eppure oggi la gran parte del consumo di mandorle proviene da derivati alimentari o, ancora, prodotti per il benessere della persona. Dai semi si ricavano infatti:
In definitiva, le mandorle rappresentano un alimento prezioso, che non dovrebbe mai mancare all’interno della dieta fatta eccezione per allergie personali.
Nonostante l’elevato apporto calorico non fanno ingrassare, bensì aiutano a bruciare i grassi, e sono un alleato irrinunciabile per il benessere del cuore, dell’apparato digerente, dei muscoli, della pelle e del cervello.
All’interno di un regime sano, basato sulla Dieta Mediterranea, bastano anche solo 10 semi al giorno per coglierne sin da subito i benefici.