Ricette light gustose

Fichi d’India: proprietà, benefici e controindicazioni da conoscere

2021-12-12 07:01:23

I fichi d’India sono un frutto originario dell’America centrale, ormai ampiamente presente anche in Italia, soprattutto nelle regioni del Sud, quali Puglia, Sicilia e Calabria. In seguito alla scoperta delle Americhe la pianta ha infatti viaggiato alla volta del Vecchio Continente, in particolare nel bacino del Mediterraneo, in Asia e Oceania.

Esistono differenti versioni sul come questa pianta abbia lasciato il Nuovo Continente alla volta dell’Europa. Alcuni attribuiscono il merito della sua diffusione a Cristoforo Colombo, mentre altri ne attribuiscono la paternità a Hernán Cortés.

Caratteristiche

La pianta grassa che produce questi frutti è nota anche come Opuntia ficus-indica e appartiene alla famiglia della Cactaceae. Può raggiungere un’altezza anche di 3 metri, come l’Agave americana, e presenta delle caratteristiche ramificazioni dette “cladodi”. Da questi è possibile ottenere, se tagliati con cura, delle estremità utili alla riproduzione per talea.

Si tratta di una specie che produce bacche polispermiche, la cui polpa è ricca di semi (il numero può arrivare anche a 300). Un singolo frutto pesa circa 160 g, ma potrebbe arrivare a superare i 200. La polpa ha un colore variabile a seconda della varietà, con la più diffusa a pasta gialla (Sulfarina) e le meno comuni a pasta rossa. Più rari i frutti dalla polpa bianca, della varietà Muscaredda.

Esternamente la buccia dei frutti è coperta di aghi, così come il fusto e le ramificazioni. Il frutto presenta anche dei micro-aghi che possono risultare piuttosto fastidiosi da rimuovere qualora dovessero conficcarsi nella pelle. La pianta viene spesso usata a scopo ornamentale, come anche la Stapelia, per abbellire il giardino.

Il suo essere considerata una specie infestante ha portato la Regione Toscana, con la legge regionale 56 del 6 aprile 2000, a vietare l’utilizzo di questa succulenta “ai fini della realizzazione di opere di riforestazione, rinverdimento e consolidamento”.

Fichi d’India: proprietà

Le proprietà benefiche dei fichi d’India interessano diverse aree del corpo. A cominciare dalle fibre alimentari, che contribuiscono a mantenere attivo e regolare l’apparato digerente e in particolare l’intestino. Molto utili per l’equilibrio della flora batterica intestinale e per mantenere più a lungo il senso di sazietà, di cui parleremo meglio più avanti.

Non da meno la vitamina C, che nel periodo compreso tra fine settembre e ottobre può aiutare a combattere i primi raffreddori o le prime sindromi influenzali. Questo elemento aiuta anche a contrastare l’invecchiamento cellulare causato dai radicali liberi, azione supportata anche dalla presenza di tannini. Stimola l’assorbimento del ferro contenuto negli alimenti e contribuisce alla salute delle ossa.

Un’attenzione particolare meritano i semi di questo frutto, che hanno un importante effetto astringente. Azione che si produce unicamente se i semini vengono masticati, mentre se ingeriti interi potrebbero transitare lungo l’apparato digerente senza mostrare alcuna efficacia. Questa particolare proprietà si rivela molto utile in caso di diarrea.

La polpa è al contrario associata a un’azione lassativa, che potrebbe risultare utile in caso di stitichezza.

Chi ha il diabete può mangiare i fichi d’India?

Il consumo dei fichi d’India può essere adatto anche a chi soffre di diabete. In particolare questi frutti, grazie alle fibre, agiscono all’interno dell’organismo riducendo l’assorbimento degli zuccheri. Sempre avendo cura di non mangiarne troppi, le sostanze assunte con questo alimento si riveleranno utili per evitare picchi di glicemia.

Calorie e valori nutrizionali

Le calorie presenti nei fichi d’India sono 53 per ogni 100 grammi di parte edibile. Tali Kcal dipendono sostanzialmente dalla presenza di carboidrati, circa 13 grammi/100 di polpa consumabile. Tale quantitativo equivale sostanzialmente a quello degli zuccheri presenti nei fichi d’India.

All’interno di questi frutti trovano posto un limitato quantitativo di proteine, in meda 0,8 grammi, e un ancor più ridotto livello lipidico (circa 0,1 grammi di grassi). Più interessante la presenza di vitamine e sali minerali.

Nella polpa dei fichi d’India sono presenti in quantità apprezzabili le vitamine A, B1, B2, B3 e C. Tra i sali minerali troviamo invece il calcio, il ferro, il fosforo e il potassio.

Fichi d’India, fanno ingrassare?

Contenendo molta acqua e avendo un apporto calorico relativamente contenuto si può dire che questi frutti non facciano ingrassare. Anzi, guardando anche alla presenza di fibre, questo alimento aiuta a sentirsi sazi più a lungo e a ridurre il rischio di spuntini extra poco salutari.

Quanti fichi d’india al giorno si possono mangiare

Attenzione in questo caso al numero di fichi d’India che è possibile consumare ogni giorno. Bisognerebbe cercare di non mangiarne più di 250 grammi al dì, quindi in media circa 1-2 frutti. Nulla vieta di impostare invece una dieta che comprende un solo frutto come spuntino di metà mattinata.

Controindicazioni

Nel caso dei fichi d’India figurano due importanti controindicazioni. La prima riguarda chiaramente la possibilità che si risulti allergici a una delle sostanze presenti nel frutto. Alla comparsa dei primi sintomi contattare il proprio medico curante o recarsi presso il più vicino punto di Pronto Soccorso.

Soprattutto qualora dovessero comparire delle difficoltà respiratorie o la sintomatologia cutanea e interna (gonfiore, infiammazione e bruciore a gola, labbra, mani e bocca) dovesse aggravarsi.

Evitare nella maniera più assoluta i fichi d’India nel caso in cui si soffra di diverticolosi. Come vedremo poco più avanti per la stitichezza, anche qui i responsabili sono i piccoli semi che “affollano” la polpa del frutto.

I semi che dovessero superare indenni la masticazione e il tratto dello stomaco potrebbero finire con l’incastrarsi all’interno dei diverticoli. Il risultato sarebbe un’ulteriore intensificarsi dell’infiammazione, con un incremento anche del bruciore e del dolore.

Fichi d’India e stitichezza

Come sottolineato quando abbiamo parlato delle proprietà, i semi hanno un importante effetto astringente. Normalmente tale azione non porterebbe conseguenze significative e anzi, nei casi di diarrea si rivela un prezioso alleato naturale.

Se però la situazione del soggetto è diversa, ossia soffre di stitichezza o stipsi, allora il discorso cambia in maniera drastica. Masticare i semi dei fichi d’India tende ad aggravare l’attuale condizione, complicando ulteriormente il quadro clinico. Meglio in questi casi separare con cura i semi dalla polpa, che ha invece una benefica azione lassativa.

Come pulire i fichi d’India

La presenza di numerosi aghi nella parte esterna della buccia rende impossibile consumarli non appena rimossi dalla pianta. Come pulire i fichi d’India in sicurezza e senza rischi durante il consumo? Basterà seguire alcune istruzioni, dopo essersi muniti degli strumenti giusti:


  • Ciotola capiente;
  • Colino;
  • Forchetta;
  • Coltello;
  • Tagliere.

Aiutandosi con un colino passarli sotto l’acqua corrente per rimuovere una prima parte di spine. Depositarli poi in una ciotola capiente piena d’acqua e lasciare per un’ora cosicché vengano ammorbidite le restanti. Prendere i fichi d’India uno alla volta con la forchetta, infilzandoli lateralmente, depositandoli sul tagliere.

Tenendo fermo il frutto con la forchetta, tagliare le estremità con il coltello. Estrarre la forchetta e conficcarla in uno dei lati liberi. Poggiare il frutto sull’altra estremità e cominciare a rimuovere la buccia laterale con dei tagli verticali.

In alternativa è possibile limitarsi a incidere la buccia lungo il lato lungo, passando il coltello tra la buccia e la polpa per rimuoverla. Le parti rimosse andranno avvolte in carta di giornale e gettate nella spazzatura o utilizzate, rimuovendo le pagine del quotidiano, per il compostaggio.

Ricette

Quando si parla di ricette, questo frutto è prevalentemente associato all’utilizzo nei dolci. In particolare è usato sotto forma di confettura nella preparazione di biscotti e crostate. Alcune ricette più ardite sono invece salate, come ad esempio gli spaghetti o le tagliatelle ai fichi d’India e pancetta affumicata.