I ricercatori catalani hanno valutato l’importanza della socialità nella gestione dell’alimentazione e del peso corporeo. Per farlo sono stati analizzati i dati fisici e le abitudini alimentari dei componenti di 12 famiglie, tutte con due genitori e almeno un figlio tra i 12 e i 16 anni. Uno studio nato sulla scorta delle modifiche che hanno seguito l’introduzione dei vari lockdown anti Covid-19. A sottolinearlo la Prof.ssa Anna Bach-Faig, autrice principale della ricerca:
In un tempo in cui il lockdown imposto dalla pandemia ha rivitalizzato i pasti in famiglia, questo studio indica uno dei possibili aspetti della situazione con cui dobbiamo confrontarci.
Al centro dello studio non a caso la Dieta Mediterranea, spiega Bach-Faig, in quanto questa alimentazione va oltre la semplice dieta. Secondo la ricercatrice si tratta di un modello culturale che interessa come i cibi vengono “scelti, prodotti, lavorati e consumati“.
Alcuni dei parametri utilizzati dagli studiosi sono la frequenza e la durata dei pasti in famiglia, dove vengono svolti, l’utilizzo o meno di dispositivi digitali, la preparazione del cibo e il tipo di comunicazione messa in atto.
Consumare i pasti insieme ai propri cari favorirebbe, spiegano i ricercatori, il consumo di cibo più sano e meno processato. In sostanza si tenderebbe ad aderire più facilmente alla Dieta Mediterranea anziché cedere alla meno salutare “dieta occidentale”.
Inoltre spinge a mangiare più lentamente, altro fattore che viene associato a un’alimentazione più sana e a un minore rischio obesità. Gli studiosi raccomandano che oltre alle 5 porzioni di frutta e verdura le raccomandazioni consiglino almeno un pasto in famiglia ogni giorno.
Fonte: International Journal of Environmental Research and Public Health