Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Una vita reclusa

2022-11-27 22:04:55

Cos'era il "terem" nella Russia antica?

In molte società del passato maschi e femmine erano separati per buona parte delle loro vite: uno degli esempi più celebri (e fraintesi) di reclusione femminile è senz'altro il serraglio ottomano, l'harem del Sultano dell'Impero Turco.

Ma il serraglio non fu certo l'unico caso in cui le donne vennero confinate, più o meno a vita: in Russia tra il XIV e il XVII secolo i boiari (ricchi e potenti aristocratici latifondisti) avevano la simpatica abitudine di rinchiudere tutte le loro parenti femminili (madri, mogli e figlie) in un piano apposito delle loro residenze, spesso e volentieri il più alto, subito sotto il tetto. L'accesso degli uomini ai locali era limitato ai maschi della famiglia (padre, fratelli, figli), mentre le faccende domestiche erano svolte da servitori di umili origini. Come se non bastasse, gli appartamenti delle donne erano protetti da porte spesse, pesanti tende e inferriate alle finestre, in una maniera degna del peggior monastero di clausura medievale.

In questo ambiente ristretto e ultra-protetto, definito "terem", le donne aristocratiche trascorrevano gran parte delle proprie vite: nascevano, crescevano, venivano istruite e introdotte ai lavori/passatempi femminili tipici dell'epoca (cucito, ricamo e poco altro) dalle parenti e gli veniva impartita un'educazione di stampo religioso, secondo la dottrina cristiana ortodossa. Le uscite dal terem erano molto rare: essenzialmente le donne uscivano solo per andare in chiesa, gestire gli affari del marito quando egli era via o per accogliere ospiti importanti giunti in visita al palazzo di famiglia.

Questo isolamento forzato serviva essenzialmente a "schermare" le donne più giovani, cioè le figlie, in modo da mantenerle pure e caste il più a lungo possibile in vista del matrimonio, il quale era ovviamente combinato da qualcun altro per conto loro: non va dimenticato che all'epoca i matrimoni tra nobili erano essenzialmente un modo per suggellare alleanze politiche tra i rispettivi casati e l'amore, ammesso che in un ambiente simile potesse sbocciare, non contava praticamente nulla.

Tuttavia c'è almeno un lato positivo: nonostante l'isolamento fisico, pare che le nobildonne russe avessero molta più voce in capitolo negli affari di famiglia di quanto ci si possa aspettare dalle circostanze. Le signore infatti avevano il diritto di mantenere la gestione della propria dote e soprattutto le mogli dei capifamiglia erano delle autorità in ambito matrimoniale: spesso e volentieri erano loro a decidere chi avrebbero sposato i propri figli, influenzando mariti o direttamente imponendosi sui figli stessi. Un caso importante riguarda il matrimonio tra Elena di Mosca, figlia dello zar Ivan III, e il granduca di Lituania Alessandro Jagellone: in quel caso il matrimonio venne pianificato completamente dalle madri dei due sposi!

In ogni caso il terem scomparve per sempre con l'avvento di Pietro il Grande e della sua politica modernizzatrice e occidentalizzante: essa spazzò via dalla Russia moltissime abitudini e usanze considerate come segni di arretratezza, tra cui la segregazione delle donne.

Chissà come l'avranno presa all'epoca…


Fonte: HistoRick

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