Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Una battaglia inutile

2019-12-02 01:21:38

In certe situazioni lottare non porta affatto i risultati sperati...

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale la Germania usò come truppe ausiliarie migliaia di ex soldati sovietici, che per un motivo o l'altro preferirono cambiare bandiera, soprattutto perché l'alternativa era morire di fame o sfinimento.


Tra coloro che passarono al nemico ci fu (ironicamente) un numeroso gruppo di soldati georgiani, quindi conterranei del leader sovietico Stalin. I tedeschi usarono i georgiani sul fronte occidentale contro gli anglo-americani. 


Nell'aprile 1945 la guerra era prossima alla fine e 800 georgiani di stanza sull'isola olandese di Texel temevano di venire uccisi da un probabile attacco degli Alleati, quindi decisero di ribellarsi ai tedeschi e prendere il controllo dell'isola: in questo modo speravano di potersi arrendere pacificamente agli americani ed evitare la morte.


La rivolta iniziò la notte del 4 aprile e colse i nazisti di sorpresa, ma l'isola non cadde in mano agli insorti grazie al pronto invio di rinforzi tedeschi. La battaglia per l'isola di Texel tra tedeschi e georgiani durò intere settimane e causò centinaia di morti da entrambe le parti: morirono 812 tedeschi, 565 georgiani e 120 abitanti olandesi dell'isola. 

I georgiani furono vittime delle formalità: infatti l'8 maggio i tedeschi in Olanda si arresero formalmente agli Alleati, ma l'operazione di repressione/sterminio degli insorti proseguì dato che non si trattava di anglo-americani!


Alla fine la grottesca situazione fu risolta dall'arrivo di truppe canadesi, a cui la guarnigione tedesca si arrese ufficialmente mettendo fine al massacro.

La battaglia dell'isola di Texel fu l'ultima sparatoria della Seconda Guerra Mondiale in Europa e fece oltre 1300 morti. 

Come se non bastasse, i georgiani che si erano ribellati sperando di salvarsi la pelle non si salvarono affatto: i canadesi dovettero consegnare i superstiti ai loro vecchi compatrioti sovietici, i quali non mostrarono la minima empatia nei loro confronti. 


Non va infatti dimenticato che Stalin aveva imposto a tutti i soldati sovietici di combattere fino alla morte, proibendo espressamente la resa: tornati in URSS, i poveri georgiani (come tutti i 2 milioni di ex prigionieri dei tedeschi) furono bollati come traditori e internati, molti di loro morirono nelle prigioni e nei campi di lavoro.


Bisogna ammettere che ai georgiani è andata proprio male...


Fonte: HistoRick