Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Un'illusione pericolosa

2020-12-02 00:33:31

Credersi intoccabili nel mezzo di una guerra non è mai saggio...


Come molti sanno, gli USA entrarono ufficialmente nella Seconda Guerra Mondiale solo nel 1941, quando il Giappone affondò metà della Flotta del Pacifico durante l'attacco a sorpresa contro la base di Pearl Harbor, alle Hawaii.

Il raid giapponese, estremamente efficace, causò reazioni contrastanti nell'opinione pubblica: da una parte gli americani si sentirono oltraggiati per l'attacco a tradimento, ma dall'altra percepirono il Giappone come un nemico potentissimo e quasi imbattibile. Anche a Tokyo circolava ottimismo: le truppe giapponesi erano esperte e ben equipaggiate e ciò gli permise in breve tempo di occupare vasti territori, dalla Manciuria alla Birmania alle isolette del Pacifico.

Ma il 18 aprile 1942, quando il Giappone era più che mai convinto di potercela fare e di essere intoccabile, decine di bombe esplosero sulle industrie belliche di Tokyo, Yokohama, Kobe, Osaka e Nagoya, causando danni consistenti e oltre 50 morti. Cos'era successo?

Si trattava di una folle, temeraria e inaspettata operazione americana, il Raid di Doolittle: quella stessa mattina, 16 bombardieri B-25 erano decollati da una portaerei in mezzo al Pacifico ed erano giunti tranquillamente nel cuore del Giappone, sul quale avevano scaricato qualche tonnellata di bombe.

Il raid venne organizzato dal colonnello dell'Aeronautica James Doolittle, il quale era conscio che agli USA serviva una vittoria, anche simbolica, contro un nemico che si reputava inviolabile: per questo motivo, nonostante i danni inflitti dai B-25 non avessero intaccato profondamente la produzione militare nemica, l'operazione fu un successo enorme dal punto di vista psicologico. 

In America infatti la popolazione esultò per aver finalmente vendicato lo shock di Pearl Harbor, mentre in Giappone la notizia dell'attacco causò sconcerto e cancellò l'idea di essere inviolabile: quelli di Tokyo vollero richiamare dal fronte decine di caccia per tenerli in volo sui cieli della madrepatria e sentirsi nuovamente al sicuro.


Per quanto riguarda Doolittle e i suoi piloti, una volta colpito il suolo nemico cercarono di atterrare in Cina, ma le cose si misero male e gli aerei si schiantarono quasi tutti: la maggior parte dei piloti furono uccisi o catturati dai giapponesi, mentre il colonnello e pochi altri riuscirono a salvarsi, in ogni caso furono tutti considerati eroi e premiati di conseguenza.

Per fare quello che hanno fatto loro in effetti ci voleva molto coraggio…

Fonte: HistoRick

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