Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Tangenti nere

2019-07-09 23:55:05

Il mito dei fascisti incorruttibili è per l'appunto un mito...

Il fascismo fu al potere in Italia per oltre vent'anni, dal 1922 al 1945. Quando il movimento di Mussolini si formò nel 1919 aveva tra i vari propositi quello di eliminare la grave corruzione che imperversava nell'Italia liberale dell'epoca. Ovviamente, una volta raggiunto il potere le cose andarono nella direzione opposta: il Duce e compagni non fecero altro che peggiorare la situazione, creando una rete di contatti tra lo Stato e l'industria privata e accumulando così fortune astronomiche. La corruzione e le tangenti divennero talmente frequenti che lo Stato decise di insabbiare qualunque indagine in materia, specie se erano coinvolti i gerarchi fascisti, i quali in pochi anni divennero dei veri nababbi.

Diversi esponenti di primo livello del PNF si arricchirono enormemente già nei primi anni del Ventennio e altri li seguirono successivamente, i casi più eclatanti furono:

- Costanzo Ciano, padre del famoso Galeazzo e consuocero di Mussolini, fu quello che si arricchì di più: eroe della prima guerra mondiale, ricoprì numerose cariche sotto il fascismo e fu attivissimo a Livorno, sua città natale. Alla sua morte nel 1939 aveva accumulato un patrimonio di circa 900 milioni di lire (per fare un confronto, un operaio prendeva 4.200 lire all'anno e un senatore 25.000)

- Roberto Farinacci, squadrista antisemita e potentissimo ras di Cremona, dietro la facciata di fascista integerrimo e protettore della moralità nascondeva un patrimonio di 614 milioni di lire, che la sua famiglia riuscì a mantenere anche dopo la guerra. Tale cifra era stata messa insieme grazie alla collusione con banchieri, affaristi e spie

- Giuseppe Volpi, fondatore della SADE e soprannominato "ultimo doge di Venezia", fu l'artefice della cosiddetta Quota 90 nelle vesti di Ministro delle Finanze, successivamente fu a capo di Confindustria. Negli anni divenne così ricco e potente da "costringere" Mussolini a incontrare Hitler a Venezia. Durante la seconda guerra mondiale fu catturato dai nazisti ma grazie ai suoi soldi riuscì a corromperli e farsi rilasciare, una sorte condivisa con ben pochi altri

- Ugo Cavallero, generale e capo dell'Ansaldo, fece accordi sottobanco con la FIAT per la fornitura di carri armati e fu coinvolto nello Scandalo delle Corazze: in pratica, la Marina pagò un sacco di lire per delle corazze fatte con materiali di bassa qualità, creati e venduti in barba ad ogni controllo qualità (e in barba alla decenza). Secondo gli storici, le macchinazioni del generale per riempirsi le tasche sono tra le ragioni per cui l'Italia sul piano militare si ritrovò malmessa fin da subito durante la Seconda Guerra Mondiale

- Infine, anche Benito Mussolini e Claretta Petacci si arricchirono enormemente nei vent'anni che furono al potere. Il Duce in particolare mostrò da subito di voler tendere una mano agli industriali, per assicurarsi il loro appoggio: appena salì al potere fece chiudere la Commissione sulle spese di guerra, che indagava sull'arricchimento enorme delle industrie belliche durante la Grande Guerra. In questo modo i padroni di società come FIAT, Ansaldo e Ilva poterono dormire sonni tranquilli e appoggiarono il fascismo per i vent'anni successivi.

Tutti questi gravissimi episodi di corruzione furono a lungo insabbiati o comunque tenuti lontani dal grande pubblico durante e anche dopo il Ventennio fascista, durante la Repubblica. Ciò purtroppo ha permesso al falso mito dei "fascisti-unici-non-corrotti" di sopravvivere negli anni.

Oggi comunque il mito è stato largamente smontato e il Ventennio è stato già definito da alcuni come "Tangentopoli nera".


Fonte: HistoRick