Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Sorpresa fallita!

2020-11-06 00:51:10

Provare a gabbare Giulio Cesare non è proprio un'idea geniale...

Tra il II e il I secolo a.C. Roma conquistò la Gallia meridionale (attuale Francia meridionale/Costa Azzurra) e ne fece una provincia: furono strette alleanze con varie popolazioni locali e il territorio fu lentamente "romanizzato".

Nel 58 a.C. Giulio Cesare divenne proconsole della Gallia e iniziò ad intromettersi negli affari interni di diverse tribù, causando un diffuso malcontento.


La rivolta dei Galli iniziò di lì a poco: tra il 58 e il 53 a.C. Cesare si occupò di prendere a mazzate ogni popolo che si ribellava e sterminare le tribù germaniche che entravano clandestinamente in territorio romano tramite il Reno, pacificando con la forza la regione. Nel 53 a.C. la situazione sembrava tornata alla normalità, ma proprio allora Cesare dovette affrontare il suo nemico più insidioso: il re gallo Vercingetorige.


Il nuovo rivale, che era riuscito a riunire quasi tutte le tribù della Gallia sotto il suo comando, sfruttò le proprie conoscenze della tattica romana per sviluppare una strategia nuova: anziché affrontare le legioni in campo aperto, preferì usare la guerriglia e al tempo stesso fare terra bruciata per impedire ai Romani di rifornirsi dalle campagne.

La tattica all'inizio ebbe successo: Cesare subì una piccola sconfitta presso Gergovia e diversi alleati dei Romani passarono dalla parte dei ribelli, ingrossandone le fila. Vercingetorige però non tenne il vantaggio a lungo: Cesare si riprese in fretta e iniziò a vincere, uccidendo migliaia di Galli e costringendo il capo nemico ad auto-rinchiudersi nella città di Alesia, che i Romani assediarono subito.


In realtà la cosa faceva parte di un piano: Vercingetorige voleva che Cesare si concentrasse sull'assedio, in modo da distrarlo abbastanza da permettere a un enorme esercito ribelle di prendere alle spalle i Romani.

Purtroppo per i Galli, Cesare se lo aspettava: i legionari pertanto costruirono una doppia fortificazione, isolando totalmente la città e loro stessi dall'esterno, in modo da pararsi il fondoschiena. Quando finalmente arrivarono i rinforzi dei Galli la situazione era ormai tragica: la città era mezza morta di fame e gli assedianti li aspettavano con le armi in pugno. 

Dopo ben tre assalti falliti alle fortificazioni dei Romani, per i Galli le cose si misero molto male: l'esercito di supporto fu distrutto e dopo 40 giorni di assedio lo stesso Vercingetorige dovette consegnarsi per salvare le vite dei suoi. Cesare accettò e il leader nemico venne portato a Roma, dove fu fatto sfilare in catene e ucciso in carcere, come da tradizione. 


In ogni caso la ribellione dei Galli finì l'anno dopo, nel 51a.C.: gli ultimi ribelli si riunirono nella fortezza di Uxelloduno e come nel caso di Alesia vennero assediati da Cesare. 

Quando finalmente si arresero, il proconsole fece mozzare le mani a tutti quelli che avevano impugnato le armi contro Roma e li lasciò andare, in modo da mostrare a tutti cosa succedeva a chi si ribellava di nuovo: da quel momento (e per i secoli successivi) nessuno protestò più…


Fonte: HistoRick