Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Questa portaerei non s'ha da fare!

2020-10-27 23:17:05

Perché l'Italia non ebbe una portaerei fino agli anni Ottanta?

La Seconda Guerra Mondiale fu sotto molti aspetti una rivoluzione: in ambito navale ad esempio determinò il declino delle corazzate a favore delle portaerei, le quali hanno naturalmente un raggio d'azione e un potenziale distruttivo molto superiori, grazie alla componente aerea imbarcata.

Tuttavia non tutti i paesi compresero subito l'importanza delle nuove navi: mentre la Gran Bretagna, gli USA e il Giappone costruirono le loro portaerei prima dello scoppio delle ostilità (e per alcuni di loro fu la salvezza), l'Italia, nonostante diversi progetti proposti durante il Ventennio fascista, non costruì nulla.


Questo fu dovuto soprattutto alle pessime scelte politico-militari del Fascismo: Mussolini decise che alla Regia Marina non servivano portaerei (mentre il resto del mondo le costruiva eccome) perché la Regia Aeronautica secondo lui era sufficiente a proteggere le navi durante le battaglie. 

Questa assai discutibile valutazione tralasciava il fatto gravissimo che la Marina e l'Aeronautica non si parlavano e quindi erano totalmente scoordinate: a prova di ciò, quando i britannici devastarono il porto di Taranto nel 1940, l'Aeronautica intervenne con estremo ritardo, quando ormai tutte le navi più importanti (le famose corazzate) erano K.O.


Fu solo allora che le menti intorpidite dei politici e degli ammiragli si risvegliarono e venne ripescato dagli archivi un vecchio progetto per riadattare una nave da crociera e trasformarla in portaerei: si trattava della RN Aquila, la prima portaerei italiana.

I lavori iniziarono nel 1941, quando la guerra infuriava in tutta Europa da quasi due anni: il transatlantico Roma fu ceduto alla Marina e sottoposto a grandi lavori nei cantieri Ansaldo di Genova. I lavori andarono avanti fino al fatidico 8 settembre, quando la nave era quasi pronta: l'equipaggio la sabotò e il giorno dopo cadde in mano ai nazisti che avevano occupato l'Italia. 


A quel punto l'Aquila divenne un bersaglio prioritario per gli Alleati: i bombardieri anglo-americani colpirono a più riprese la nave, causando danni enormi. Nel 1944, dato che la guerra per la Germania si stava mettendo molto male, anche i nazisti infierirono sulla portaerei: per avere ferro da spedire in Germania, i tedeschi presero a smantellare la nave, trasformandola in un guscio vuoto. Infine il colpo di grazia giunse dagli italiani stessi, per la precisione dalla Marina Co-belligerante schierata con gli Alleati: nel 1945 l'Aquila venne attaccata per l'ultima volta da un paio di mini-sommergibili, finendo mezza affondata nel porto genovese. 

Da quel momento per la nave fu solo un'orrenda agonia: trainata a La Spezia, venne demolita definitivamente nel 1952.


Per quanto riguarda la Marina Italiana, per varie ragioni nei trent'anni successivi essa non ebbe una nave paragonabile alla Aquila, ma le cose cambiarono nel 1985: in quell'anno entrò in servizio la Giuseppe Garibaldi, classificata come "incrociatore portaeromobili antisommergibile", o in alternativa "portaerei leggera". 

Una cosa interessante sulla Garibaldi riguarda la componente aerea imbarcata: dato che l'Italia non produce jet adatti alle portaerei, la Marina ha dovuto comprare gli Harrier, prodotti dagli stessi paesi che negli anni Quaranta hanno distrutto la Aquila e le navi ormeggiate a Taranto!

Come cambiano i tempi…


Fonte: HistoRick