Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Certezza o fanatismo?

2020-07-17 01:08:31

Cosa spinse Muzio Scevola a carbonizzarsi una mano?

Nel linguaggio corrente, l'espressione "metterci una mano sul fuoco" indica che qualcuno è assolutamente sicuro di quanto afferma. 

Come molti forse sapranno, l'espressione deriva da un personaggio dell'Antica Roma: un nobile di nome Gaio Muzio Scevola, il quale secondo la leggenda effettivamente infilò la propria mano dentro un braciere dove ardeva il fuoco. 

Ma come andarono davvero le cose?


L'azione prende luogo a Roma nel 509 a.C.: la città aveva scacciato un anno prima il re Tarquinio il Superbo e stabilito la Repubblica, ma l'ex sovrano era tornato alla carica con un esercito fornito dai suoi amici etruschi. 

Roma quindi fu assediata a lungo e la situazione interna si fece pesante. 


Un giorno, un giovane nobile di nome Gaio Muzio Cordo si offrì volontario per una missione di assassinio: approfittando del buio, doveva uscire dalla città, raggiungere l'accampamento degli Etruschi e far fuori il loro capo, il re Porsenna.

Il Senato diede l'ok e Muzio partì per la missione: raggiunse l'accampamento, individuò quello che sembrava il capo e gli piantò un pugnale nelle budella, mandandolo al Creatore. 

Purtroppo per lui, aveva beccato l'uomo sbagliato: quello morto non era Porsenna, ma solo uno scriba che controllava le paghe dei soldati etruschi!


Le guardie etrusche catturarono subito dopo il giovane sicario e lo portarono davanti al loro capo (quello vero): i due iniziarono a parlarsi e ad un certo punto il romano mise la mano destra, quella che reggeva il pugnale, tra le fiamme: il gesto sconvolse il re etrusco, che volle sapere il motivo. 

Con tranquillità Muzio gli spiegò che stava punendo la propria mano per aver ucciso l'uomo sbagliato e aggiunse che altri trecento giovani romani come lui avevano giurato di assassinarlo ad ogni costo.


Ovviamente si trattava di un bluff, ma Porsenna non se ne rese conto: scioccato da quanto aveva visto e preoccupato da quanto aveva sentito, il re decise di fare armi e bagagli e tornarsene in Etruria, abbandonando la campagna contro Roma e lo stesso Tarquinio il Superbo, che non si riprese più dal voltagabbana dell'alleato. 

Da quel giorno inoltre Gaio Muzio Cordo divenne noto come Gaio Muzio Scevola, dalla parola che indicava i mancini: la mano destra dopotutto l'aveva lasciata nel fuoco di quell'accampamento...


Per tornare alla questione della mano bruciata, dalla storia emerge abbastanza chiaramente che fu un gesto dettato dal fanatismo e non dalla sicurezza di essere nel giusto. 

In ogni caso non gli ha fatto più di tanto bene...


Fonte: HistoRick