Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Cambio di destinazione

2019-10-28 00:51:14

Perché molti friulani emigrarono in Francia dopo la Grande Guerra?

Il Friuli per molto tempo non è stato una regione ricca, perciò parecchi dei suoi abitanti hanno scelto la via dell'emigrazione: per decenni i friulani sono andati oltreconfine a lavorare per mantenere le famiglie rimaste in regione.

Fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale l'emigrazione era temporanea: gli uomini stavano via da casa per alcuni mesi quando il lavoro nei campi si fermava e andavano a lavorare nelle industrie e nei cantieri delle grandi città austriache e tedesche.


Con la Grande Guerra cambiò tutto: sia l'Austria-Ungheria che la Germania collassarono militarmente e politicamente, mentre il Friuli fu devastato dai combattimenti e "svuotato" durante i mesi di occupazione austro-tedesca. 

Finita la guerra, molti friulani si trovarono con le case distrutte e senza prospettive di lavoro, sia in Italia che all'estero, o almeno dov'erano abituati ad andare prima del conflitto: sia l'Austria che la Germania avevano chiuso i confini ed erano in preda a gravi crisi economiche, oltre che politiche.


Fu allora che un nuovo paese saltò agli occhi dei poveri friulani disoccupati: la Francia. Il paese transalpino era anch'esso mezzo distrutto dai combattimenti (nel nord) ed aveva perso oltre 1 milione di uomini, in gran parte figli (unici) di proprietari di aziende agricole. 

Fu così che i francesi e i friulani decisero di venirsi incontro: dopo il 1919 migliaia di friulani emigrarono in Francia, prendendo 2 direzioni. A nord andarono i muratori per ricostruire le zone distrutte, mentre a sud andarono i contadini, creando presto delle comunità numerose e permanenti.

Sia a nord che a sud friulani si fecero apprezzare presto dai francesi per la dedizione al lavoro e riuscirono ad integrarsi piuttosto bene nel tessuto sociale.

In realtà le ragioni che spinsero molti friulani a lasciare l'Italia non erano solo economiche: con l'avvento del Fascismo molti dissidenti e oppositori politici dovettero emigrare per sfuggire alle camicie nere. La Francia quindi diventò una scelta quasi obbligata per parecchia gente, anche se non fu l'unica: fino alla metà degli anni Venti molti friulani emigrarono negli USA, approdando a New York, mentre negli anni Trenta Mussolini cercò di indirizzare gli emigranti verso la Germania Nazista, con cui aveva stretto alleanza, in un certo senso ristabilendo l'antico trend pre-1914.


Il Friuli cessò di essere una terra di emigrazione solo negli anni Sessanta (quelli del boom economico), quando furono impiantate le prime industrie. 

In seguito al terremoto del 1976 e alla "pioggia" di soldi pubblici per la ricostruzione, la regione FVG diventò ufficialmente una terra di immigrazione, attirando persone da altre parti d'Italia e successivamente dal mondo intero, fino ai giorni nostri.


Fonte: HistoRick