Renato Poletti

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Un segno dal passato: le incisioni rupestri.

2019-05-29 18:41:48

Che sia arte, magia o storia, ha attraversato i millenni per arrivare fino a noi e oltre.

    Ieri ho seguito in tv la tappa del Giro d’Italia, che ha attraversato la Valle Camonica per poi transitare nella mia Valtellina e salire il Passo del Mortirolo. Ma non è di ciclismo che vi voglio parlare; prendo solo spunto dai telecronisti Rai che nel commentare la diretta hanno nominato il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, sito a Capo di Ponte (BS).


    Quello di incidere disegni sulla pietra è stato senza dubbio uno dei primi modi per trasmettere conoscenze e raccontare la storia, quando ancora non si utilizzava la scrittura; nella zona in questione si  fa risalire l’uso al V millennio a.C.


Le popolazioni che anticamente abitavano qui hanno inciso scene della loro vita quotidiana, che oggi noi possiamo guardare come una specie di film.


    Certo non è facile interpretare queste incisioni, ricostruire la cronologia; secondo gli esperti in alcuni casi incisioni più recenti sono state fatte sopra quelle più antiche. Possiamo fare tante ipotesi su cosa volessero dire, per quale finalità le abbiano fatte; quello che mi chiedo io è se noi, con tutta la nostra tecnologia riusciremo a tramandare le nostre conoscenze così a lungo come hanno fatto loro.


Tra 5000 anni non so se qualcuno potrà leggere i dati di un nostro hard disk o dvd, ma sicuramente potrà ancora vedere queste rocce scolpite.


    Fondato nel 1955, il Parco  Nazionale delle Incisioni Rupestri non è solo, perché tutta la Valle Camonica è ricca di siti che ci raccontano l’arte preistorica; non per nulla l’ UNESCO ha riconosciuto questo complesso come patrimonio dell’umanità.

Nel corso degli anni molto è stato fatto per valorizzare questi siti e per farli conoscere ad un pubblico sempre più vasto.


    Quello che ancora pochi sanno è che un sito “cugino”, un po' più piccolo, si trova anche in Valtellina: sto parlando del Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio (SO). La cosa appare plausibile, data la vicinanza delle due valli; probabilmente le popolazioni antiche avevano contatti tra loro e avevano la stessa esigenza di lasciare un segno per il futuro. La stessa pratica è documentata per tutto l’arco alpino.


    Il parco, oltre alle incisioni, permette di visitare i resti di ben due castelli, eretti e poi distrutti in epoche differenti; vi è anche un Antiquarium, dove poter vedere gli oggetti rinvenuti negli scavi archeologici della zona.


    Le incisioni si trovano prevalentemente sulla Rupe Magna, scoperta nel 1966; essa misura 84 x 35 metri, che ne fanno una delle più grandi rocce incise dell’arco alpino. Vi si possono riconoscere circa 5000 incisioni, la loro datazione va dal V fino al I millennio a.C.

Qualche anno dopo sono state portate alla luce circa altre 50 rocce riportanti delle incisioni.


    Da alcuni anni è in corso un’opera di conservazione e valorizzazione di questi tesori; è ora possibile per il pubblico visitarli ed immergersi in una atmosfera magica, guidati ed istruiti dal personale del Parco.


    Dunque se siete appassionati di storia e preistoria, potete senza dubbio passare una piacevole giornata in Valtellina, regalandovi, perché no, anche qualche soddisfazione con l’enogastronomia locale.


Ecco alcuni link utili:

https://www.parcoincisionigrosio.it/


http://www.parcoincisioni.capodiponte.beniculturali.it/

by Renato Poletti