Renato Poletti

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Tecnologie moderne ma già vecchie scompaiono, parliamone.

2020-09-17 13:35:04

Diventa sempre più breve il ciclo di vita delle nuove tecnologie, magari quelle che nascono hanno dei lati positivi ma siamo sempre più in difficoltà nel tenere il ritmo.

   Qualche tempo fa ho ricevuto dal mio gestore telefonico il messaggio che ho riportato nell’immagine di testata, con l’avviso che il servizio MMS sarà sospeso a breve.


La notizia in sé possiamo considerarla una non-notizia, gli MMS non hanno mai realmente preso piede e sono stati superati con l’arrivo degli smartphone connessi 24/7 alla rete; ci siamo ben presto abituati ad usare e-mail e messenger vari.

Personalmente non mi ricordo di aver mai usato gli MMS, se non per qualche sporadica prova.


Questo mi ha però fatto pensare a quante cose ho visto apparire e sparire nel giro di relativamente pochi anni. Io sono nato nel 1966, ed in questi 54 anni mi sono passate per le mani:


- le cassette musicali.

Ho vissuto l’epoca d’oro delle musicassette, quando ci rivolgevamo agli amici per farci copiare su cassetta i dischi o i primi CD (non tutti avevamo un hi-fi adatto). In alternativa stavamo in attesa davanti alla radio, pronti a premere REC quando partiva la canzone preferita. Pirateria musicale pre-Napster…


Ambiente dedicato all’ascolto di quelle cassette era poi l’automobile, sempre di amici prima e la mia quando poi l’ho avuta. Ricordo la meraviglia nel vedere le prime autoradio con l’autoreverse, si poteva ascoltare il lato B senza estrarre la cassetta!


- le cassette VHS.

Similarmente alle cassette audio, anche quelle video hanno avuto grande diffusione; all’inizio i videoregistratori costavano un botto, poi i prezzi si sono abbassati ed è esploso il boom dei videonoleggi. Si potevano guardare i film senza comperarli. Tra l’altro io ho avuto per qualche anno proprio un negozio di questo tipo.


Poi è iniziata la parabola discendente, quando hanno preso piede i DVD.


- CD e DVD.

Questi in realtà ci sono ancora, anche se perlopiù oggi si utilizzano supporti come le chiavette USB per trasportare i file audio/video, e lo streaming sta soppiantando ogni altro metodo di fruizione.


- Computer e Internet.

Ho iniziato a trafficare sui computer quando avevano lo schermo monocromatico ed il lettore floppy, da cui partiva il sistema MS-Dos. Interfaccia a caratteri e niente mouse, dovevi digitare i comandi a mano.


Le prime connessioni ad internet su linea analogica, con il tipico “birubirubi” del modem ad accompagnare la fase di collegamento per poi sfrecciare a 56k, attese infinite per un download di pochi MB.


    Ma bando alla nostalgia! La tecnologia ha fatto enormi passi in avanti, le potenzialità del mondo digitale si stanno solo rivelando e le scopriremo tutte in futuro. Dobbiamo essere contenti di questo.


Mi chiedo però se tutto ciò non sia troppo rapido, se abbiamo il tempo per comprendere le novità ed usarle al meglio, sfruttandole a nostro vantaggio e non subendole.


La mia impressione è che ci sia una corsa in avanti (in parte tecnologica ed in parte commerciale) che non ammette esitazioni, chi si ferma un attimo a riprendere fiato rimane inesorabilmente indietro.


Questo rappresenta un pericolo, perché ci si trova con una buona parte della popolazione tagliata fuori o che si trova esposta ai pericoli del nuovo mondo senza peraltro goderne i pregi.


Contrariamente a quanto succedeva in passato, famiglie e scuole non sono in grado di istruire le nuove generazioni; non si può insegnare ciò che non si conosce. I giovani si trovano a navigare senza guida in un mare agitato.

In proposito consiglio la lettura di questo articolo:

   Dunque, che fare? Fermare il progresso non si può e non si deve, ci mancherebbe altro.

Magari rallentarlo un pochino sarebbe utile. Un progresso dal passo umano, ecco quello che mi auspico.


Prima di correre ancora in avanti bisognerebbe portare tutta la popolazione ad un livello minimo di educazione digitale, formare una base solida per costruire un futuro in cui tutte le persone possano muoversi in piena coscienza tra reale e virtuale.


È giusto tirare il freno? A chi tocca farlo? In che modo farlo senza limitare il progresso?

Su questo tema io non ho risposte, ma sono curioso di avere altre opinioni nei commenti.



Sullo stato della digitalizzazione in Italia ed Europa consiglio la lettura di questo articolo:

by Renato Poletti