Figlia
Scorrendo fb ieri un articolo ha attirato la mia attenzione: un post che riguardava Pablo Neruda, grande poeta premio Nobel patriota e tanto altro.
Ma non era nulla di tutto questo l’argomento dell’articolo: parlava della figlia di Neruda, figlia nata con una grave malattia che la portò alla morte a soli nove anni.
Ma nemmeno questo era il fulcro dell’articolo: la piccola non venne riconosciuta e fu data in adozione ad una famiglia olandese.
Neruda non volle mai avere nulla a che fare con lei, la abbandonò senza pietà alcuna e non se ne interessò nemmeno alla notizia della sua morte.
Articolo interessante, oserei dire, che svela una parte della vita che probabilmente Neruda volle sempre tenere nascosta (credo non ne avesse scritto nemmeno in “confesso che ho vissuto” la sua autobiografia) e che ci dà di lui una visione più umana.
Siamo portati spesso a dimenticare che le persone “famose”, i grandi artisti, i grandi sportivi siano persone speciali.
Lo sono sì speciali, nel campo in cui sfruttano al meglio il proprio talento (avete visto “The Last Dance” su Netflix?)
ma per il resto sono uomini come tutti noi con pregi e difetti.
Quello che ha catturato la mia attenzione l’ho letto nei commenti al post: la solita sequela di insulti rivolti a Neruda (che, bontà sua, non può nemmeno difendersi…magari nemmeno lo farebbe).
In passato ho spesso espresso giudizi sulle persone o su fatti senza nemmeno conoscere la loro storia ma così, sull’onda del momento o dell’emozione; quello che invece faccio oggi è chiedermi: ” fossi stato al suo posto IO cosa avrei fatto? Cosa avrei scelto?”
Non conta se io fossi stato un grande poeta, un grande cantante, un bravo genitore, un pessimo genitore.
In quel momento sarei stato solo un uomo, un uomo solo di fronte ad una scelta: “cosa faccio?”
Nessuno ad aiutarmi, a consigliarmi, a dirmi cosa fare.
Non vi nascondo che non so cosa avrei deciso, non vi nascondo che avrei potuto scegliere come scelse Neruda quel giorno.
Credo che tutti noi avremmo potuto scegliere come scelse Neruda.
Sono riconoscente alla Vita che ha evitato di mettermi di fronte ad una scelta del genere, drammatica e lacerante ed a tutte le sue conseguenze: rimpianto, rimorso, pentimento…
Nessun saprà mai cosa abbia lasciato questa scelta nella vita di Neruda: di sicuro avrà nascosto questo episodio nel punto più profondo ed oscuro della sua mente e che lì lo abbia lasciato per sempre, salvo aver poi scritto “ode con un lamento”
Chissà coloro che hanno rivolto insulti all’uomo Neruda cosa avrebbero fatto nella sua stessa situazione…
a mio parere tutti noi dovremmo evitare giudizi, mostrare comprensione per l’uomo e la sua scelta ma non per questo ,sia chiaro, doverla per forza condividere.
E soprattutto chiederci “Io cosa avrei fatto?”