Psicologia dello Sport

Psicologia & Relazioni

Psicologia dello Sport - IL MENTAL TRAINING - Dott.ssa Marianna Pertoldi

2020-05-17 14:05:28

Da alcuni anni si discute (finalmente!) anche in Italia del concetto di “mentaltraining”, o allenamento mentale.Tutti noi conosciamo bene il concetto di allenamento fisico, di cui si occupanotecnici quali: gli allenatori, gli istruttori, i preparatori, i “personaltrainers”...ecc...

IL MENTAL TRAINING E LE ABILITA' MENTALI

professionisti qualificati che, attraverso un percorso di istruzione specifica

(essendo appunto dei veri e propri preparatori mentali), operano a livello di

società (allenando un buon funzionamento delle dinamiche relazionali e

sociali), di squadra (allenando una corretta costruzione e gestione del “team

group” e dello spirito di squadra) e a livello individuale con i singoli atleti.

L’allenamento mentale individuale si occupa, di pari passo con quello

fisico, della costruzione della consapevolezza e dello sviluppo delle abilità

psico-fisiche, finalizzate al miglioramento delle prestazioni sportive

agonistiche, fino al raggiungimento della prestazione ottimale, o “peak

performance”.

La “peak performance”, o “flow”, o stato di vetta, è quella condizione

particolare che l’atleta allenato riesce a ottenere creando le condizioni psicofisiche

ottimali quando la sua prestazione raggiunge il massimo livello di

perfezione personale, in uno stato di coscienza quasi alterato, una specie di

“trance agonistica” che i più fortunati hanno provato occasionalmente e

incidentalmente, mentre, attraverso un percorso d’addestramento, si può

imparare a costruire in maniera consapevole e volontaria, attuando le

condizioni migliori per la propria “performance”.

Da ciò risulta evidente l’importanza di iniziare il percorso di preparazione

mentale contemporaneamente a quello atletico e tecnico, è stato anzi

dimostrato che l’allenamento fisico, se abbinato a quello mentale, aumenta la

sua efficacia di ben il 70%!!!

Troppo spesso le società sportive o gli atleti individuali ricercano

l’allenamento mentale come ultima risorsa, come panacea a tutti i mali, come

soluzione magica, andando incontro a grosse delusioni, poiché l’allenamento

mentale, come tutti gli allenamenti, richiede tempo e impegno, per poter

conseguire dei buoni risultati.

L’ideale sarebbe insegnare agli atleti, fin dalle loro prime esperienze

sportive, a combinare l’esercizio fisico con quello mentale, ad esempio

prestando attenzione alle variazioni di orientamento nello spazio e di

tensione/rilassamento muscolare durante l’attività, e l’acquisizione di una

corretta respirazione.

Il mental training è utilizzato anche nel recupero degli infortuni,

riducendo i tempi di guarigione e convalescenza, sfruttando al massimo ogni

abilità e finalizzandola alla riabilitazione.

Corpo e mente, infatti, sono sempre collegati ed è possibile sfruttare alcune

strategie mentali per ottenere risultati fisici-organici migliori e più

velocemente. (ad esempio : è stato dimostrato che nelle fratture i tempi di

guarigione e recupero, con un corretto “training” mentale, sono ridotti di quasi

il 30%).

L’allenamento mentale è inoltre considerato una valida alternativa al

doping per migliorare le prestazioni quando a livello fisico si raggiunge il

massimo.

Un esempio semplice: ognuno di noi ha sentito almeno un racconto di

“prestazioni eccezionali”, dove una persona qualunque, per la sopravvivenza

propria o di un caro, ha manifestato una forza sorprendente (sollevamenti di

auto, addirittura); queste non sono leggende metropolitane, ma un “salvavita”

che tutti abbiamo e che ci permette, in caso di necessità estrema, di reclutare

le fibre bianche “di riserva” di cui siamo dotati proprio per la sopravvivenza.

E’ la dimostrazione che attraverso il cervello il corpo è in grado di

superare i propri consueti limiti fisiologici.

Il raggiungimento dello stato di vetta ci permette così di aver creato

consapevolmente e volontariamente le condizioni migliori per lo sfruttamento

di tutte le componenti dell’organismo, di tipo sia fisico che mentale,

permettendoci l’ottimizzazione contemporanea di tutte le nostre abilità,

come nelle condizioni di “salvavita”.

Infine, essendo giunti alla “peak performance” in modo voluto, il nostro

grado di ansia sarà molto basso, inversamente proporzionale alla possibilità e

capacità di controllo sul nostro percorso.

Dunque la consapevolezza, la costruzione e l’allenamento delle

abilità mentali sono un’evoluzione utile in tutte le attività sportive (e in

generale in tutte le attività ginniche), ma in alcuni sport e ruoli è ormai da

considerarsi necessaria quanto quella della preparazione fisica.

Nel gioco del calcio il ruolo che richiede una maggiore attenzione

riguardo alle abilità mentali è senza dubbio quello del PORTIERE.

Il portiere, pur facendo parte della squadra, gioca in maniera per così dire

“isolata”, avvertendo la tensione di gioco in modo più importante e meno

costante e continuativo rispetto ai compagni; l’impegno sia fisico che mentale

si snoda infatti alternando momenti brevi e intensi di concentrazione nella

prossimità fisica e della porta, a momenti maggiormente strategici di

lontananza nel campo e gestione della difesa.

Questo tipo di altalenarsi dell’attenzione e dello sforzo psico-fisico necessita di

un’elasticità e preparazione mentale senz’altro più approfondita rispetto a tutti

gli altri ruoli, che permetta al portiere di conciliare e ottimizzare tutte le sue

competenze personali e di gioco.

Quali sono dunque le abilità mentali?

Se ne considerano solitamente sei, da cui poi approfondire tutte le diverse

capacità corollarie, SEGUITE I VIDEO CHE INTRODUCONO LE ABILITA' MENTALI