Psicologia & Relazioni
Psicologia dello Sport - IL MENTAL TRAINING - Dott.ssa Marianna Pertoldi
Da alcuni anni si discute (finalmente!) anche in Italia del concetto di “mentaltraining”, o allenamento mentale.Tutti noi conosciamo bene il concetto di allenamento fisico, di cui si occupanotecnici quali: gli allenatori, gli istruttori, i preparatori, i “personaltrainers”...ecc...
IL MENTAL TRAINING E LE ABILITA' MENTALI
professionisti qualificati che, attraverso un percorso di istruzione specifica
(essendo appunto dei veri e propri preparatori mentali), operano a livello di
società (allenando un buon funzionamento delle dinamiche relazionali e
sociali), di squadra (allenando una corretta costruzione e gestione del “team
group” e dello spirito di squadra) e a livello individuale con i singoli atleti.
L’allenamento mentale individuale si occupa, di pari passo con quello
fisico, della costruzione della consapevolezza e dello sviluppo delle abilità
psico-fisiche, finalizzate al miglioramento delle prestazioni sportive
agonistiche, fino al raggiungimento della prestazione ottimale, o “peak
performance”.
La “peak performance”, o “flow”, o stato di vetta, è quella condizione
particolare che l’atleta allenato riesce a ottenere creando le condizioni psicofisiche
ottimali quando la sua prestazione raggiunge il massimo livello di
perfezione personale, in uno stato di coscienza quasi alterato, una specie di
“trance agonistica” che i più fortunati hanno provato occasionalmente e
incidentalmente, mentre, attraverso un percorso d’addestramento, si può
imparare a costruire in maniera consapevole e volontaria, attuando le
condizioni migliori per la propria “performance”.
Da ciò risulta evidente l’importanza di iniziare il percorso di preparazione
mentale contemporaneamente a quello atletico e tecnico, è stato anzi
dimostrato che l’allenamento fisico, se abbinato a quello mentale, aumenta la
sua efficacia di ben il 70%!!!
Troppo spesso le società sportive o gli atleti individuali ricercano
l’allenamento mentale come ultima risorsa, come panacea a tutti i mali, come
soluzione magica, andando incontro a grosse delusioni, poiché l’allenamento
mentale, come tutti gli allenamenti, richiede tempo e impegno, per poter
conseguire dei buoni risultati.
L’ideale sarebbe insegnare agli atleti, fin dalle loro prime esperienze
sportive, a combinare l’esercizio fisico con quello mentale, ad esempio
prestando attenzione alle variazioni di orientamento nello spazio e di
tensione/rilassamento muscolare durante l’attività, e l’acquisizione di una
corretta respirazione.
Il mental training è utilizzato anche nel recupero degli infortuni,
riducendo i tempi di guarigione e convalescenza, sfruttando al massimo ogni
abilità e finalizzandola alla riabilitazione.
Corpo e mente, infatti, sono sempre collegati ed è possibile sfruttare alcune
strategie mentali per ottenere risultati fisici-organici migliori e più
velocemente. (ad esempio : è stato dimostrato che nelle fratture i tempi di
guarigione e recupero, con un corretto “training” mentale, sono ridotti di quasi
il 30%).
L’allenamento mentale è inoltre considerato una valida alternativa al
doping per migliorare le prestazioni quando a livello fisico si raggiunge il
massimo.
Un esempio semplice: ognuno di noi ha sentito almeno un racconto di
“prestazioni eccezionali”, dove una persona qualunque, per la sopravvivenza
propria o di un caro, ha manifestato una forza sorprendente (sollevamenti di
auto, addirittura); queste non sono leggende metropolitane, ma un “salvavita”
che tutti abbiamo e che ci permette, in caso di necessità estrema, di reclutare
le fibre bianche “di riserva” di cui siamo dotati proprio per la sopravvivenza.
E’ la dimostrazione che attraverso il cervello il corpo è in grado di
superare i propri consueti limiti fisiologici.
Il raggiungimento dello stato di vetta ci permette così di aver creato
consapevolmente e volontariamente le condizioni migliori per lo sfruttamento
di tutte le componenti dell’organismo, di tipo sia fisico che mentale,
permettendoci l’ottimizzazione contemporanea di tutte le nostre abilità,
come nelle condizioni di “salvavita”.
Infine, essendo giunti alla “peak performance” in modo voluto, il nostro
grado di ansia sarà molto basso, inversamente proporzionale alla possibilità e
capacità di controllo sul nostro percorso.
Dunque la consapevolezza, la costruzione e l’allenamento delle
abilità mentali sono un’evoluzione utile in tutte le attività sportive (e in
generale in tutte le attività ginniche), ma in alcuni sport e ruoli è ormai da
considerarsi necessaria quanto quella della preparazione fisica.
Nel gioco del calcio il ruolo che richiede una maggiore attenzione
riguardo alle abilità mentali è senza dubbio quello del PORTIERE.
Il portiere, pur facendo parte della squadra, gioca in maniera per così dire
“isolata”, avvertendo la tensione di gioco in modo più importante e meno
costante e continuativo rispetto ai compagni; l’impegno sia fisico che mentale
si snoda infatti alternando momenti brevi e intensi di concentrazione nella
prossimità fisica e della porta, a momenti maggiormente strategici di
lontananza nel campo e gestione della difesa.
Questo tipo di altalenarsi dell’attenzione e dello sforzo psico-fisico necessita di
un’elasticità e preparazione mentale senz’altro più approfondita rispetto a tutti
gli altri ruoli, che permetta al portiere di conciliare e ottimizzare tutte le sue
competenze personali e di gioco.
Quali sono dunque le abilità mentali?
Se ne considerano solitamente sei, da cui poi approfondire tutte le diverse
capacità corollarie, SEGUITE I VIDEO CHE INTRODUCONO LE ABILITA' MENTALI