Ho scritto questa poesia per questo delicato momento di quarantena.
Un giorno ci guarderemo e ci troveremo, non importa il luogo non importa l'uopo, noi ci saremo, senza uno scopo. I carmi del nostro vivere si fanno pulsanti, nel momento dello sconforto, i nostri giubili sono festanti, come il contadino che miete il suo orto e tutto non è piu pallido, né assorto, il nostro animo da quivi è risorto. Or che da lontano si appresta la cetra a risuonare, ora che le genti intonano canti come le fanfare, di notte di giorno si trovano ardenti senza la comunione delle carni e senza intenti, in verità vi dico, non siamo stati più felici quando ci credevamo presenti, eravamo soli e smunti e ora uniti più che mai anzi, giunti.