Patrizia Masciari

Mystic Mentor

L'ANGOSCIA DELL' AUTONOMIA

2019-07-08 16:58:07

Piuttosto che rischiare la libertà, piuttosto che attraversare l'angoscia dell'autonomia, scegliere schiavitù e catene

ATTRAVERSARE

Non tanto presto mi sono accorta di quello che avevo vissuto. 

Cosa aveva determinato le mie scelte che credevo libere e coraggiose, 

cosa mi aveva spinto verso la vocazione religiosa e cosa mi teneva da sempre legata a una devozione così estrema verso mia madre. 


Amare, oggi dico con forza, ovviamente, non ha niente a che fare con l'essere "amabili" e "disponibili". 


Mia madre è stata per me un modello luminosissimo e avvelenante.


La sua dedizione agli altri era totale e non conosceva la parola stanchezza: quando eravamo piccole noi tre figlie, lei lavorava al catasto come geometra e nella pausa di metà mattinata scendeva a piedi facendo con angosciosa solerzia delle ripide scale solo per potersi accertare che tutto fosse tranquillo e che mia sorella maggiore (di due anni più grande di me) avesse la situazione sotto controllo. 


Mi ricordo ancora, con un dolore vivido al petto, di averle aperto la porta e averla vista con le ginocchia tutte insanguinate per la caduta da quelle ripide scale.


Ben presto, anzi, prestissimo, cominciai a capire che mia madre aveva un sacco di problemi che conservava giù giù, in qualche posto ignoto dentro di lei e questo mi creava una paura mostruosa che sentivo incombere, anche se ancora non si era completamente manifestata.

Sarebbe esplosa di lì a poco, e quella paura mostruosa di bambina, si sarebbe materializzata anche più ingombrante e persistente di come me l'ero immaginata.


Dopo la morte violenta della sua giovane sorella, asfissiata da monossido di carbonio durante una gelata a Venezia nella sua abitazione a pian terreno su una calle, e pochi anni dopo la malattia fulminante di mio padre che se ne andò in soli 7 mesi a 52 anni, scoppiò in tutta la sua violenza la malattia, fino ad allora latente. 


Come ha sopportato tutto questo dolore e questo sfacelo, ancora adesso non lo so, ma come ho fatto io, a tredici anni a vivere tutto questo, mi riesce ancora più incomprensibile. Lei ha trovato una via d'uscita nella malattia che ancora adesso l'accompagna, io ho trovato la mia soluzione al conflitto, la soluzione di un'adolescente ombrosa, in una mistica rivelazione che mi portò a prendere in voti in una delle congregazioni più austere presenti in Italia.

Quella storia di redenzione del Goel che vaga nel deserto con addosso i pesi di tutta la comunità, l'agnello senza macchia condotto al macello per liberare la sua famiglia di umani, aveva fornito alla mia mente così torturata da eventi più grandi di me, una concreta via di uscita. 


Immolarmi. Abbandonarmi volontariamente alle pulsioni di morte, era meno doloroso che affrontare la vita che mi faceva così terrore.


E ancora adesso che sono trascorsi quasi 40 anni nel mio deserto, mi rendo conto che nel profondo ho dato a ogni limite il nome di mia madre, le mie ali spezzate hanno le fattezze dei suoi occhi, i miei talenti nascosti odorano delle sue paure e dei suoi incubi. 


Lei è la mia giustifica davanti alla cattedra della vita e anche adesso che la sua ombra si ripiega accartocciandosi su se stessa, e che le sue ossa crollano, sento incombere la stessa mostruosa paura che ora assume tratti e tonalità irrivelabili di liberazione.  


Rischiare la liberazione può fare più paura della schiavitù e delle catene


Sto attraversando! 


mi sembra di averlo fatto mille volte, ma ogni volta è più profondo, l'acqua adesso mi giunge alla gola nella traghettata angosciosa dell'autonomia, confesso che a volte mi prende il panico e vorrei tornare indietro verso le cipolle d'egitto, ma nulla è più come prima, mi trovo in un mondo dove le cose non sono più o bianche o nere, e i confini non sono più nitidi e netti. E' quel luogo che annuncia l'alba


Arrivata fin quì, posso solo andare avanti!