Patrizia Masciari

Mystic Mentor

COMPRENDERE PER CAMBIARE (seconda parte)

2019-06-09 14:21:59

(immagine dal web) Per poter dare il via a un vero cambiamento occorre che ci sia una profonda comprensione di ciò che ci fa ammalare nel corpo, nello spirito o nell'anima.

Parte Seconda

La coscienza è per definizione consapevolezza. Soltanto quando siamo consapevoli possiamo introdurre modifiche nella nostra architettura neurale e nella nostra chimica interna. La fisica quantistica ci dice che esistono due diversi tipi di coscienza, uno che ha a che fare con te e me, individui dotati di libero arbitrio, individualità molto soggettive, con la facoltà di scegliere, di apprezzare, di giudicare, analizzare, e poi c’è la coscienza oggettiva quel qualcosa che ci da la vita, che fa si che respiriamo e che ad ogni espirazione ci venga ri-donato il respiro successivo, il nostro cuore continui a battere, che il cibo venga digerito, che il sangue scorra nelle arterie e nelle vene, etc. 

Questa intelligenza che ci da la vita secondo la legge quantica è la stessa intelligenza che mantiene i pianeti in orbita intorno al sole fa spuntare foglie sugli alberi, regola le stagioni. C’è, quindi, una intelligenza organizzatrice che è al tempo stesso individuale e universale; come possiamo, in qualità di esseri consapevoli, entrare in contatto con quella mente/coscienza universale per indurla a lavorare con noi, attraverso di noi e per noi, in modo da iniziare a cambiare la nostra vita e da farci essere co-creatori di realtà? 

Per introdurre un cambiamento qualsiasi nel modello della nostra realtà, è indispensabile un intento chiaro e consapevole. Il Cristo, nel vangelo, a coloro che incontra nel suo cammino verso Gerusalemme e che gli chiedono guarigione, rivolge con Auctoritas una domanda: ‘Cosa Vuoi?’. Mettere a fuoco un Intento chiaro! E' evidente, tuttavia, che l'intento è una delle fasi, la prima, per quanto necessario, però, da solo non basta. Vogliamo essere felici in ogni ambito della nostra vita, ma il nostro subconscio non è d’accordo, ci mette davanti alla nostra realtà memorizzata quella della povertà, dell’ingiustizia, della malattia, della sofferenza, della bassa autostima, del tradimento, etc. È necessario ri-armonizzare il corpo in funzione della nuova mente in modo che mente e corpo collaborino per realizzare il fine comune, è necessario ricongiungere l’intento della mente conscia con la nostra mente inconscia, chiamare all’integrazione ogni nostra forza e potenza vitale perché ogni nostra energia fisica, psichica e spirituale converga verso l’intento comune. 

La legge quantica ci dice che la mente è un’estensione dell’ambiente, quando cambiamo la nostra mente, cambia anche l’ambiente in cui viviamo; quindi, nel momento in cui riusciamo ad operare un cambiamento al livello mentale, ne riceviamo la prova anche nel mondo esterno. 

Se il nostro intento è quello di guarire o stare in buona salute, di essere grati e felici, avere una buona autostima, riuscire nelle cose che facciamo, e il nostro subconscio coopera facendoci sentire la gioia che proveremmo nel veder realizzato il risultato desiderato, facendoci vivere l’esperienza come se si fosse già verificata, possiamo essere certi che sarà quell’esperienza stessa a venirci incontro in un modo del tutto inaspettato e imprevedibile. 

Nel campo quantico il nostro intento tradotto dal pensiero nella sua essenza è una carica elettrica, ogni nostra cellula ha un potenziale elettrico pari a 1,17 V, così come lo sono i nostri sentimenti, le nostre emozioni,  sono cariche magnetiche. Il modo nel quale pensiamo, vediamo, come sentiamo, come amiamo, crea un campo elettromagnetico che va ad influenzare ogni aspetto della nostra vita, è così che plasmiamo la nostra realtà. Siamo una sofisticata, splendida, struttura energetica che però conosciamo molto male tanto da disperdere questa energia prodotta o da causare continui intasamenti o cortocircuiti per malfunzionamento. 

Attraverso la consapevolezza del sé esercitata costantemente, ci viene rivelato il nostro funzionamento ottimale, questo ci porta inevitabilmente a produrre senza sforzo, un miglior risultato: qualcuno disse che ‘… il mio giogo è soave ed il carico leggero’, se non troviamo nella nostra maniera di funzionare queste due componenti essenziali soavità/dolcezza e leggerezza, significa che non sappiamo nulla sul nostro corretto funzionamento, il che corrisponde a possedere una Ferrari e guidarla come una 500.

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