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Parole alla Poesia.

Saper ascoltare e le ragioni del Duende

2019-10-17 05:53:10

Per essere veramente creativi è fondamentale ascoltare. Così potrà esprimersi il Duende.

(foto di copertina by Terry O'Neill/Getty Images, tratta da qui)


C’è un video tratto dal film Hail! Hail! Rock’n’Roll di Taylor Hackford  in cui si vedono due mostri sacri del rock: Chuck Berry, autore e interprete di pezzi memorabili e Keith Richards, chitarrista mitico dei Rolling Stones. In questo passaggio del film si vede Chuck Berry che “spiega” a Keith Richards il rock and roll, come viene raccontato in

questo articolo,

dove potete vedere il video da Vimeo.


Ma quello che mi piace sottolineare, e che mi sembra di avere colto, più che l'atteggiamento del maestro verso il discepolo, è l’atteggiamento di Chuck Berry, di Keith Richards e di tutto il gruppo insieme: la intensissima tensione dell'ascolto.


L’ascolto.

TUTTO il gruppo è in profondissimo ASCOLTO di quello che sta accadendo nell’aria, della "musica che gira intorno". TUTTI I nervi sono tesi alla percezione delle vibrazioni che corrispondano armoniche a quello che si cerca e si vuole, alle energie che il brano di Chuck Berry vuole fare esplodere.


C’è un brivido animale che percorre tutto il palco, un brivido di energia.


E’ tutto una scintilla!



Negli occhi di Chuck Berry, che ASCOLTA il riff della chitarra di Keith Richards, nelle dita nervose di Richards, che ASCOLTANO e non vanno dove lui vorrebbe, poi vanno, poi non vanno, poi vanno. Nelle orecchie dei membri del gruppo, che ASCOLTANO e seguono l’energia crepitante nella sala musicale, orientando le membra tutte alla risposta.


E’ tutta un’energia, è tutto un brivido.


E quel brivido è il Duende.

Cosa sia il Duende lo lasciamo dire a Federico Garcia Lorca, che per primo l’ha legato al sentimento poetico.


“Per cercare il duende non c’è mappa né esercizio. Si sa solo che brucia il sangue come un tropico di vetri, che estenua, che respinge tutta la dolce geometria appresa, che rompe gli stili, che si appoggia sul dolore umano inconsolabile […]

Concordo con Goethe che, parlando di Paganini, ci fornisce la definizione del duende: «Potere misterioso che tutti sentono e che nessun filosofo spiega».

Il Duende è lì che corre lungo il palco, lo si vede chiaramente!

Con lui il salbanello, il leprecauno, il goblin, … TUTTI I FOLLETTI che animano i boschi, i luoghi in cui nasce la musica e la vita.


Tutti gli esseri spirituali che esprimono il guizzo, la possibilità poetica, l’acqua che si trasforma in vino e poi in sangue, la possibilità creativa.


Il Duende è qui che si muove, vive con noi, con noi mangia e dorme.


Solamente ascoltiamo, il Duende! Basta solo ascoltare!


Soltanto lasciamolo dire e apriamo larghe le nostre orecchie spirituali!


Ascoltiamo il Duende. Il mondo non potrà che migliorare, se noi finalmente gli daremo ascolto e smetteremo di seguire le nostre piccolezze, le nostre miserie, le nostre basse aspirazioni.


Se lo ascolteremo, se l’umanità saprà aprire bene le orecchie e il cuore, andremo certamente verso il meglio.


Se lo ascolteremo, l’umanità avrà un futuro.


Perché, il Duende, siamo noi!

Il nostro centro emotivo. Il nostro profondo sentire.

Il folletto che ci renderà finalmente liberi, quello che siamo ma non sappiamo di essere. Lo scopriremo se diverremo capaci di Vero Ascolto.