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Parole alla Poesia.

Forma e sostanza

2019-02-24 20:48:03

Una Venezia da cartolina, fotografata dal sottoscritto a novembre dello scorso anno, per una poesia che dice dell'alternarsi imprescindibile di forma e sostanza, dell'una che si fa nell'altra e viceversa, del nostro poter osservare solo mettendoci da un lato. Proponendo, appunto, solamente parole di "senso incompiuto". Questo soltanto noi possiamo dire... E dice infine di un'intuizione giunta proprio camminando lungo Riva degli Schiavoni, ai tempi dell'università. Per questo, Venezia :-) Buona lettura!

FORMA E SOSTANZA 17.06.2004


Altero vivo riva agli Schiavoni
nel sole del mattino irriverente:
affido severo il passo ad una forma
che si sostanzia
(tra sciami di turisti)
in giacca perfetta grigia, con cravatta.

Così mi accado: ossia mi rappresento
in forma che tradisce un “me” che fugge,
disvelamento invero, nell’istante
di una esigenza intima di Verità.

Vuota di inquieta sostanza questa forma
libra leggera lieta tra turisti:
soltanto vibra, in questo stare mobile,
un incanto di chiara consapevolezza.

Nulla di “me” si crea, né si distrugge
nulla che esista ora in tempus fugit,
se stesso trasferendo in questa scelta,
o in questo “altro da me” che ora cammino.

Così persona e maschera presento:
divento l’agire e il fare inutilmente
quando liberamente il gesto esperimento
alzando la borsa a tracolla,
solo per ritrovarla nei muscoli del braccio.

Presento, rappresento, e il vuoto interno
trasformo di colori e sensazioni
che mutevoli alimentano e alimento
tutti assieme, sorprendentemente,

la Verità!

Investo del mio ruolo questa forma
non c’è fatica o caldo: ma una giacca! 
Giacca che, tra i turisti, è movimento.

Nulla di me si crea, né si distrugge:
profondo nel cammino mi alimento,
e col bacino di San Marco a tergo
cammino a pieni lunghi passi gioia!