Parole alla Poesia.
Foglie gialle
Ancora sull'autunno, e sulla bellezza di quel che va.
Questa è una poesia scritta molto tempo fa, quando lavorando a Mirano, in provincia di Venezia, mi trovavo al mattino, andando a bere un caffé in piazza prima di riprendere il lavoro, a percorrere un viale di tigli che nel primo farsi dell'autunno si tappezzava di foglie gialle. Se siamo attenti a quello che ci accade nell'animo (che è sollecitato dai sensi fisici ma che in tutta evidenza vive una sua logica indipendente da questi, altrimenti non genererebbe, nel contrasto, quel sentimento interiore che è lo specchio interno di quel che riceviamo da occhi, orecchie, tatto e dagli altri sensi), riusciamo a cogliere nelle manifestazioni di una natura autunnale, in decadenza, un senso di nostalgia e di dolcezza che il vigore pulsante della primavera, o l'esplosione vitale dell'estate, non possono offrire. E' una sensazione molto bella, che ricorda un po' il senso del ritorno a casa, dopo le molte fatiche del giorno. A novembre celebriamo questo "ritorno a casa" non in modo casuale: la natura ce ne parla in tutte le sue manifestazioni. E sono manifestazioni belle, perché esprimono una Verità. Tutte le cose, ma proprio tutte, citando Tommaso di Kempis, "gridano la Verità"! Quel giorno d'autunno, camminando lungo il viale di tigli che porta in piazza a Mirano, mi sentii preso da questa verità, che così ho trascritto. Gioia grandissima mi accoglie nel misurare con gli occhi la pioggia tintinnante nelle pozze il buio che alle sette del mattino fa delle foglie rattrappite al suolo mani giganti, ferme, inanimate. Silenzio domina lo scroscio dell’acqua rapisce i tuoni, rende un grido vano. Silenzio è luce, riflessa in una pozza. E il cuore si fa dolce e si domanda “E’ forse tempo di morte, questo?”. L’esplosione dell’estate ritrova la sua temperie: foglie gialle L’animo sereno non esita, non reagisce ed è come un ritornare a casa: foglie gialleFoglie gialle
Foglie gialle