Perché per certo vincerà bellezza
nascendo libera dal dono manifesto:
quale sfumatura di desiderio potrebbe mai annidarsi
in una gemma di primavera?
Nell’alba fredda, il donarsi del sole è puro:
abito di luce per la tua giornata di gala.
E sarà poi pura gioia, quella che troveremo nei pacchi,
sotto l’albero del dono, verso sera.
E saranno fiumi correnti d’oro,
vivi, sotto le macerie del rimpianto.
Basterà scavarle con il dito indice,
e con il sorriso appeso ai rami della luce:
risplenderà da quel contatto, sempre-sospeso-suono,
dignità del forse, e del distacco-in-noi.
Da quel dito sorgerà la luna!
Sarà chiaro così a noi nel nostro sguardo
che quello che penetra le pupille è polvere di terra e vento.
Bellezza vive in noi e noi, in lei, viviamo.