Paola Bernasconi

Rapporti Italia-Svizzera. Se i ticinesi sono arrabbiati per i ristorni

2019-06-26 13:23:37

Quello che vedete è il palazzo del Governo ticinese, chiamato Palazzo delle Orsoline, si trova a Bellinzona. Stamattina i cinque Consiglieri di Stato hanno deciso di dare il via libera ai ristorni, facendo arrabbiare qualcuno. Cosa sono i ristorni?

L'accordo fiscale tra Italia e Svizzera

Fra le due nazioni è in vigore l'accordo fiscale risalente al 1974, entrato in vigore nel 1979.


Cosa dice?


"Il Consiglio federale svizzero ed il Governo della Repubblica italiana,


desiderosi di eliminare le doppie imposizioni che possono risultare per i lavoratori frontalieri dall'applicazione delle legislazioni fiscali dei due Paesi in materia di imposte sul reddito;


considerando che un numero elevato di lavoratori frontalieri residenti in Italia esercita un'attività dipendente in Svizzera;


tenendo conto delle spese per opere e servizi pubblici che alcuni Comuni italiani di confine sostengono a causa dei loro residenti che lavorano come frontalieri nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese;


considerando l'importante contributo che i frontalieri italiani forniscono, a diversi livelli all'economia dei Cantoni nei quali essi lavorano;


considerando l'opportunità che la Confederazione Svizzera ed i Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese, in uno spirito di cooperazione economica e sociale, versino una compensazione finanziaria adeguata ai Comuni italiani in questione;

hanno convenuto quanto segue:


  Art. 1

I salari, gli stipendi e gli altri elementi facenti parte della rimunerazione che un lavoratore frontaliero riceve in corrispettivo di una attività dipendente sono imponibili soltanto nello Stato in cui tale attività è svolta.

  Art. 2

Ognuno dei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese verserà ogni anno a beneficio dei Comuni italiani di confine una parte del gettito fiscale proveniente dalla imposizione - a livello federale, cantonale e comunale - delle rimunerazioni dei frontalieri italiani, come compensazione finanziaria delle spese sostenute dai Comuni italiani a causa dei frontalieri che risiedono sul loro territorio ed esercitano un'attività dipendente sul territorio di uno dei detti Cantoni.

La compensazione finanziaria di ognuno dei tre Cantoni è pari, rispettivamente, al 20% per il 1974, al 30% per il 1975 ed al 40% per gli anni successivi, dell'ammontare lordo delle imposte sulle rimunerazioni, pagate durante l'anno solare dai frontalieri italiani.


  Art. 3

La compensazione finanziaria è effettuata in franchi svizzeri mediante un versamento unico nel corso del primo semestre dell'anno successivo a quello cui la compensazione finanziaria si riferisce, tenendo conto di quanto disposto dall'articolo 2.


  Art. 4

La compensazione finanziaria sarà versata dagli organi finanziari dei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese, attraverso i normali canali, in un conto aperto presso la Tesoreria Centrale italiana, intestato al Ministero del Tesoro e denominato: «Compensazioni finanziarie per l'imposizione operate in Svizzera sulle rimunerazioni dei frontalieri italiani».

Le autorità italiane provvederanno a trasferire dette somme ai Comuni nei quali risieda un adeguato numero di frontalieri, d'intesa - per i criteri di ripartizione e di utilizzo - con i competenti organi delle Regioni di confine interessate.


  Art. 5

Almeno una volta l'anno si terrà una riunione alla quale parteciperanno, da parte italiana, i rappresentanti dei competenti Ministeri, delle Regioni di cui all'articolo 4, nonché esponenti designati dai Comuni di cui allo stesso articolo 4, da parte svizzera, i rappresentanti dei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese, come pure della Confederazione, per l'esame dei problemi inerenti all'applicazione del presente Accordo.

In questa occasione i rappresentanti italiani informeranno quelli svizzeri circa l'utilizzazione delle somme come sopra messe a disposizione dei suddetti Comuni.


  Art. 6

Il presente Accordo è concluso per la durata di cinque anni.

Esso entrerà in vigore non appena avrà luogo lo scambio delle notificazioni constatanti che le procedure costituzionali richieste per dare ad esso forza di legge saranno state eseguite da una parte e dall'altra; le sue disposizioni avranno comunque effetto a decorrere dal 1° gennaio 1974.


Il presente Accordo farà parte integrante della Convenzione da stipularsi tra l'Italia e la Svizzera per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio"

I ristorni

Per il concetto dei ristorni, importante è dunque è l'articolo 2. I Cantoni che beneficiano di manodopera frontaliera, ovvero che lavora in Svizzera ma risiede in Italia, devono dei soldi ogni anno ai Comuni di frontiera. Essi vengono inviati a Roma e poi è il Governo italiano a distribuirli, anche se ciò ha causato qualche polemica. 

Bloccare i ristorni?

È stato chiesto più volte, soprattutto dalle forze di destra ticinese, di non versare la propria quota. I soldi dovrebbero essere destinati ad opere di interesse transfrontaliero e secondo chi chiede il blocco ciò non accade.


Per esempio nel 2011 il Ticino scelse il blocco, mettendo in difficoltà i comuni italiani di frontiera.


Perchè ora si chiedeva una scelta simile? A causa del nuovo accordo fiscale

L'accordo fiscale del 2015


Nel 2015  è stato parafato un nuovo accordo fiscale.


"L’ accordo è stato parafato dai negoziatori di entrambi gli Stati a Berna e a Roma. Il testo sarà reso pubblico al momento della firma. Il presente accordo rappresenta uno sviluppo positivo e costruttivopoiché concretizza uno degli impegni più importanti assunti da Svizzera e Italia il 23 febbraio 2015, quando entrambi i Paesi hanno firmato una roadmap per la cooperazione ed il proseguimento del dialogo sulle questioni finanziarie e fiscali. L’ accordo si basa sui punti chiave di tale roadmap e consentirà ad entrambi i Paesi di migliorare l’attuale regime d’imposizione dei lavoratori frontalieri.


L’ accordo comprende i seguenti principali elementi: 

  

  • si fonda sul principio di reciprocità;
  • fornisce una definizione di aree di frontiera che, per quanto riguarda la Svizzera, sono i Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese e, nel caso dell’Italia, le Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano;
  • fornisce una definizione di lavoratori frontalieri al fine dell’applicazione dell’accordo e include i lavoratori frontalieri che vivono nei comuni i cui territori ricadono, per intero o parzialmente, in una fascia di 20 chilometri dal confine e che, in via di principio, ritornano quotidianamente nel proprio Stato di residenza;
  • per quanto riguarda l’imposizione, lo Stato in cui viene svolta l’attività lavorativa imporrà  sul reddito da lavoro dipendente al 70 per cento al massimo dell’imposta risultante dall’applicazione delle imposte ordinarie sui redditi delle persone fisiche. Lo Stato di residenza applicherà le proprie imposte sui redditi delle persone fisiche ed eliminerà la doppia imposizione;
  • viene effettuato uno scambio di informazioni in formato elettronico relativo ai redditi da lavoro dipendente dei lavoratori frontalieri;
  • l’accordo sarà sottoposto a riesame ogni cinque anni.

  

Con riferimento a Campione d’Italia, Svizzera e Italia hanno convenuto di istituire un Comitato Congiunto al fine di negoziare una soluzione complessiva sulle questioni fiscali e non fiscali. Le due parti hanno inoltre esaminato una serie di possibili soluzioni pragmatiche sulle questioni di fiscalità indiretta. Nei prossimi mesi, con l’obiettivo di trovare una soluzione entro l’estate 2016, i negoziati proseguiranno su due possibili soluzioni: un rimborso forfetario e un contingente limitato ad valorem di merci tracciabile non assoggettato ad imposizione indiretta (IVA, accise e diritti doganali prelevati dalla dogana)".


Niente più ristorni, dunque. 


Ma a distanza di più di tre anni non è ancora stato firmato. Prima l'Italia non voleva a causa della richiesta., per avere un permesso di lavorare in Svizzera, del casellario giudiziale. Poi le elezioni. Insomma, si è fermi al punto di partenza: i frontalieri non ci guadagnerebbero (nemmeno il Ticino) e i rappresentanti di Lombardia e Piemonte non hanno interesse a una firma. 

Il Governo dice sì ai ristorni

Dunque, per forzare la mano a Berna e Roma, i partiti di destra Lega e UDC chiedevano il blocco dei ristorni. La speranza risiedeva nel nuovo Ministro del PPD, pensando che potesse fare da ago della bilancia.


Ma oggi ecco cosa ha deciso il Consiglio di Stato:


"Il Consiglio di Stato ha autorizzato il versamento all’Italia della quota di imposte alla fonte sul reddito 2018 dei lavoratori frontalieri, secondo l’accordo italo-svizzero del 1974. Il versamento avverrà in due tappe e terrà conto della situazione creditizia degli enti pubblici ticinesi nei confronti del Comune di Campione d’Italia. 


Durante la seduta odierna il Consiglio di Stato ha deciso di procedere al versamento dei cosiddetti “ristorni” a beneficio dei Comuni italiani di confine. L’importo riconosciuto a titolo di ristorno delle imposte alla fonte 2018 sul reddito dei lavoratori frontalieri, secondo l’accordo italo svizzero del 1974 e tuttora in vigore, è di 84'337'621.37 CHF. 


Tuttavia, ritenuta la perdurante e crescente situazione debitoria del Comune di Campione d’Italia nei confronti di vari enti pubblici e semi pubblici del Canton Ticino per un ammontare di 3’822’510.32 CHF e considerata la mancanza di informazioni e garanzie chiare da parte del Governo italiano, malgrado l’impegno espresso di onorare il dovuto, il Consiglio di Stato ha deciso di autorizzare il versamento entro il 30 giugno di una somma al netto di detto importo, ossia 80'515'111.05 CHF. Il saldo di 3’822’510.32 CHF sarà versato una volta che gli enti in questione avranno ricevuto dalle Autorità italiane competenti l’integralità della somma a loro dovuta. 


Il Dipartimento federale delle finanze e il Dipartimento federale degli affari esteri sono stati previamente informati delle intenzioni e della decisione del Governo cantonale. Inoltre il Consiglio di Stato comunica che procedono le trattative transfrontaliere sulle materie di interesse comune con la Regione Lombardia formalizzate nella roadmap siglata il 17 dicembre 2018 e che comprendono anche la questione dell’imposizione dei frontalieri. 


Il Governo auspica che a breve le parti siano in misura di trasmettere ai rispettivi governi centrali delle raccomandazioni che favoriscano la ratifica in tempi rapidi del nuovo accordo parafato nel dicembre 2015, o una sua variante che risulti in linea con le esigenze del nostro Cantone. 


La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio di Stato".


Dunque, anche i due membri leghisti, quindi di destra, hanno detto sì

Qualcuno non è contento

Ciò nonostante, alcuni membri della Lega si sono fatti sentire.


"Come volevasi dimostrare: braghe calate per l’ennesima volta grazie al solito triciclo. Il cambiamento di cavallo in casa PPD non ha portato nulla (ampiamente prevedibile). I vicini a sud se la ridono a bocca larga: a loro stessi sembra incredibile che, date le circostanze, gli svizzerotti continuino a pagare senza batter ciglio (notizia di ieri sulla stampa d’oltreconfine)", ha scritto il Consigliere Nazionale Lorenzo Quadri,


"Trattenere i 3,8 milioni di debito di Campione - prosegue Quadri su Facebook - è proprio il minimo del minimo sindacale, tant’è che la decisione è stata presa all’unanimità. Di certo non è motivo di esultanza. Tanto più che di milioni ne sono stati versati oltre 80".

"Ancora una volta, la maggioranza PLR-PPD-PS non ha perso l’occasione per screditarsi davanti ai cittadini ticinesi. I vicini a sud si sentono legittimati a continuare a prenderci per i fondelli ad oltranza, come peraltro fanno da anni (vedi liste grigie, vedi accordo sulla fiscalità dei frontalieri morto e sepolto, vedi pretese di dettar legge in casa nostra sulla chiusura dei valichi secondari, vedi servizi finanziari, eccetera eccetera)".


La sua collega Roberta Pantani: "Poco è sempre meglio di niente ma certamente peggio di tutto. L’operazione di stamattina ha tanto il sapore di un contentino: peccato, perché avremmo potuto avere la partita in mano. Di solito, quando comanda l’articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto. E invece... ora attendiamoci qualche strepitio italico per il mancato versamento a cui seguirà l’immediato pagamento con tante scuse...",


E per l'UDC il granconsigliere Tiziano Galeazzi: "Poveri noi....ancora e per l'ennesima volta, una bella calata di braghe per timore poi di cosa? L'UE è allo sbando, la GB pronta a uscire ad ottobre, non si mettono d'accordo per la presidenza europea, paesi con debiti fuori controllo, minacce di sanzioni tra cui l'Italia e noi? Che famo? Firmiamo assegni a destra e manca senza fiatare. Restiamo senza equivalenza borsistica e senza l'accordo fiscale con l'Italia e nemmeno con quella fumosa e controversa "road map"...  Sull'importo di fr 3.8mio trattenuto per i debiti di Campione. Vabbè piccolo "make up" che comunque servirà a ben poco, un pò come ul "taia e medega". Se si fosse voluto un effetto e messaggio politico forte, andavano bloccati tutti gli 84 mio di franchi. Bravi, bravi avanti a fare gli scolaretti diligenti del "sa pò mia faa, guai a nüm!!!" Poro paes...da ciola !!"