Aneddoti d'Arte #2 - Magritte: consigli per gli acquisti! -
E di come disegnò addirittura una pubblicità per l'Alfa Romeo!
Partiamo dalle basi…
Magritte immagino lo conosciate tutti.. pittore belga del Novecento, uno dei massimi esponenti del Surrealismo..
“le saboteur tranquille” come veniva definito per la sua caratteristica di usare il “reale” per insinuare dubbi sul reale stesso, oltre che per il suo aspetto ordinario (divisa d’ordinanza: camicia, giacca e bombetta.. in perfetto stile borghese) e la sua vita lontana dagli eccessi e dal Caos, tipici invece di altri suoi colleghi.
(Piccola nota a margine che, da DeChirichiano devoto, mi piace puntualizzare: Magritte in realtà inizia la sua carriera artistica avvicinandosi al movimento Cubista e a quello Futurista ma, come racconta lui stesso, dopo aver visto l’opera Canto d’Amore di De Chirico che lo colpisce profondamente, la sua visione cambia radicalmente ed eccolo annoverato tra le schiere dei Surrealisti… )
Delle sue opere nemmeno parlarne, non serve essere appassionati d’arte ne essere mai entrati in un museo.. sfido chiunque a non essersi mai imbattuto in una di esse riprodotta su carta da regalo, biglietti d’auguri, piatti, magliette, copertine di dischi (ne pesco una a caso dal mazzo... Beck-Ola del Jeff Beck Group) e chi più ne ha più ne metta..
Perfino la CBS, l’emittente televisiva statunitense, s’è presa un piccolo souvenir dalla collezione… è infatti il suo dipinto “Il falso specchio” ad aver ispirato il famosissimo occhio del logo.
Ok, e quindi? Siamo qui solo per un riassuntino stiracchiato??
Tranquilli, ecco che arriva l'aneddoto...
Quello che forse non tutti sanno è che anche il buon vecchio Renè doveva guadagnarsi da vivere in qualche modo.. e per farlo, agli inizi e per buona parte della sua carriera in verità, affiancò alla sua attività pittorica un lavoro “normale” : il pubblicitario, il grafico.
Iniziò addirittura, pensate, come disegnatore in una fabbrica di carta da parati e poi passò appunto a disegnare manifesti pubblicitari.
Cosa che non gli andava certo a genio, emblematica in merito la sua riposta ad un intervistatore che gli chiese quale fosse la cosa che odiava di più..
“Le arti decorative (e come darti torto caro mio!!), il folklore, la voce degli speaker, l’aerodinamismo, l’odore della nafta… e la pubblicità!”
Ma, si sa, la pagnotta a casa la si deve pur portare…
E fu così che, per garantire a sé e alla sua Georgette una vita agiata, diventò disegnatore grafico indipendente e in seguito creò a Bruxelles l’agenzia pubblicitaria “Studio Dongo” assieme al fratello Paul.
Ed ecco spiegato com’è che vi capiterà di trovare la firma “Magritte” in disegni e manifesti pubblicitari di librerie, gioiellerie, prodotti di bellezza, grandi magazzini, case di alta moda e… perfino dell’Alfa Romeo!
Questa la tavola che disegnò per la casa automobilistica nel 1924:
I suoi “lavori imbecilli” li definiva lui, ma furono talmente tanti da consentire di farne una mostra, nel 1983, intitolata, ça va sans dire, “Ceci n’est pas un Magritte”.
foto: web