Psicologia & Relazioni
Focalizzarci sul problema spesso ci divide. E se invece provassimo a porre l'attenzione sull'obiettivo?
Ciascuno si costruisce la sua idea di realtà e sentenzia sulla base delle sue credenze. Così spesso ci si allontana finendo per cadere nella trappola del giudizio, con conseguenze devastanti sulla nostra socialità. Spostare l'attenzione sugli obiettivi comuni può aiutarci ad accorciare le distanze.
Messaggi, notifiche social, mail e newsletter: abbiamo acconsentito ad esporci ad una mole importante di input provenienti dall’esterno. Input che si vanno a sommare alla nostra intensa attività interiore fatta di pensieri, idee, sensazioni, emozioni che si mixano e si confondono come in un vortice caotico. La tecnologia ci è alleata, certo, a patto di imparare a programmarla al nostro servizio evitando di farsi gestire o, peggio, sopraffare da essa.
Come orientarsi dunque?
Accendendo la consapevolezza sul nostro obiettivo. Custodendo l’attenzione su di esso come il nostro tesoro più prezioso.
Gestire consapevolmente la tendenza spontanea della nostra mente a distrarsi non solo è possibile, ma è anche più semplice di quel che sembra.
Mi spiego:
Se è vero che tra gli infiniti stimoli che riceviamo continuamente la nostra attenzione seleziona quelli più in sintonia con i nostri pensieri ed emozioni del momento, è vero anche che se cambiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni abbiamo potere di influenzare la nostra percezione della realtà.
Orientandoci verso l’obiettivo, focalizzandoci su come ci sentiremo nel momento in cui lo avremo raggiunto, visualizzando i pensieri e le emozioni di quel momento, orienteremo la nostra attenzione. Allora la nostra mente filtrerà, tra tutta l’infinità di input, quelli più in linea con il nostro sentire e con il nostro pensare. Il risultato sarà un rinforzo positivo in un circolo che si autoalimenta. Avremo come l’impressione che l’Universo stia cospirando in nostro favore e anziché provare confusione e lasciarci distrarre, ci sentiremo concentrati e saremo completamente focalizzati, come in uno stato di flow o di CONNESSIONE con tutto e tutti. Ci arriveranno intuizioni dall’interno e risposte dall’esterno e anche quella tecnologia che percepivamo come un’ostacolo, ci apparirà utile e al servizio nostro e delle nostre mete. Da schiavi a responsabili del nostro presente, ci renderemo conto che avevamo sempre avuto quella opportunità.
Ciò che conta è fare il primo passo!!
...facendo leva sulla nostra motivazione profonda, su quei valori che fondano la nostra identità, sul nostro bisogno sociale di identificarci con qualcuno. Già, proprio così: sto parlando di socialità, di spirito di appartenenza, di relazioni. Perché gli "obiettivi grandi", quelli che costituiscono il nostro senso di esistere spesso sono comuni. L'unico modo per scoprire se è così, è accettare il rischio e fare il primo passo con atteggiamento aperto, curiosità e interesse verso l'altro, concedendoci reciprocamente il beneficio del dubbio.
Oggi siamo confusi, intasati di stimoli dissonanti. È normale in queste condizioni sentirci impauriti, diffidenti gli uni nei confronti degli altri e percepirci in competizione più che alleati, ma c'è una buona notizia: non siamo soli e se lavoriamo per riavvicinarci a partire dai nostri pensieri e dai nostri obiettivi, scopriremo che insieme ci sentiremo più forti e coordinando i nostri pensieri verso grandi obiettivi comuni, potremo realizzarli, restituendoci al contempo il nostro valore e la nostra individualità. E quando parlo di individualità parlo anche di diversità, perché è proprio il nostro essere diversi, in qualche modo "non omologati", che ci rende così speciali e preziosi nel contesto e per la collettività. Ciascuno con la sua specificità, col suo corredo unico di qualità e talenti. E che cos'è un talento se non una potenzialità allenata ed agita? Quanta ricchezza potremmo mettere in circolo se ognuno di noi offrisse la propria unicità a servizio degli altri?Il solo pensare a questa spirale di abbondanza incanalata verso un obiettivo di evoluzione comune, mi ingaggia emozionandomi.
Ora l'invito che rivolgo a me stessa e a ciascuno è di rispondere a questa domanda: "io sono disposo a fare il primo passo concreto verso l'obiettivo?". C'è sempre una scelta ed ognuno è responsabile della propria realtà.
"LA COSA IMPORTANTE NEL MONDO NON È TANTO DOVE STIAMO, QUANTO IN CHE DIREZIONE STIAMO ANDANDO." Oliver Wendell Holmes