Non Solo Rosa

Psicologia & Relazioni

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Elisa e l'amore che non è

2019-09-09 12:37:56

La storia è uguale a tante altre storie che accadono sempre più spesso. Lui, Massimo, vorrebbe una relazione con Elisa, Lei, Elisa, non ricambia. Lui, Massimo, la uccide.

La banalità del male che ci avvolge ogni giorno. 

Non ci stupisce neanche più. 

I giornali raccontano la storia, come sempre, usando sempre le stesse parole. Anche queste sono banali: "Lui la amava tanto", "Lei non ricambiava il suo amore", "Lui ha perso la testa", "È stato un raptus" "Lo descrivono come una brava persona"; l'ultima, spaventosa, "lui era un gigante buono"...

Che colpa ha commesso, Elisa?

Mi vengono i brividi quando leggo queste parole, intrise di retorica, ma soprattutto di maschilismo e sessismo. È l'unico caso in cui la vittima viene colpevolizzata dopo essere stata uccisa. In fondo, lui la amava, poverino, e lei no, quindi...


L'amore come giustificazione per un omicidio.


Dove sarebbe l'amore in un uomo che uccide? Quale sarebbe il raptus, quando una donna sceglie liberamente di non accettare le proposte di un uomo?


Ma le parole sono pietre, e delineano un quadro che pone le donne in una posizione subalterna.

È lui, l'assassino, che si prende la scena.

 È lui che viene in qualche modo considerato, compreso, raccontato. Di Elisa si parla appena, e solo per dire che lei non lo amava. E si dimentica di raccontare di una giovane donna che si stava aprendo alla vita, che avrebbe potuto avere tutto, che avrebbe avuto il diritto di avere tutto, che avrebbe dovuto poter dire "no" senza che nessuno si arrogasse il diritto di porre fine alla sua vita.

Le parole andrebbero scelte con cura, perché le parole fanno il pensiero comune. 

Anche questo mondo che considera, comprende, cerca motivazioni, ha la sua parte di colpa. 

L'amore è un'altra cosa. È semplice. Non c'è amore in un omicidio.

 Non c'è nessuna giustificazione.


 Massimo non è e non è mai stato "un gigante buono". 

È un miserabile uomo violento, intriso di quel maschilismo che considera la donna in funzione dell'uomo che la vorrebbe possedere, come un oggetto che si può distruggere, volendo. 


È un assassino.


Piccola Elisa, questo mondo così meschino non ti meritava. Perdona, se puoi, chi ha usato le parole sbagliate, chi non ha capito, chi ha sottovalutato. Ci proveremo, a cambiare le cose. Per te, e per tutte le altre donne che hanno perso la vita a causa di un uomo che diceva di amarle.


Sebastiana