Nicola Borraccino

Mi insegni ad essere felice?

2019-02-21 19:56:34

Tutti noi desideriamo essere felici. “Voglio essere felice” è l’idea fissa di un pensionato ma anche di un disoccupato o degli immigrati che rischiamo la vita pur di raggiungere un paese europeo. Poi ci sono le casalinghe ma anche i professionisti in carriera ormai ricchi e famosi rincorrono la felicità. Il desiderio di essere felici ci accomuna e ci rende tutti simili e, parimenti, anche la paura di non esserlo produce in tutti noi effetti devastanti, In alcuni un senso di paralisi in altri la voglia di attaccare, aggredendo, e allontanando chi può ostacolarci nel raggiungimento di quella condizione. Viviamo alla ricerca della felicità, temendo ciò che potrebbe negarcela e “amando” ciò che potrebbe garantircela. Ma cos’è la felicità? Ognuno di noi, individualmente, attribuisce un significato differente a questo termine: alcuni potrebbero addirittura considerarla eccessiva, e magari si “accontenterebbero” di essere sereni. La felicità è un’emozione transitoria che, dopo poco, lascia il posto al sentimento… due condizioni che, contrariamente a ciò che si crede, non dipendono da ciò che possediamo o dal consenso che riceviamo dagli altri. Che io sia solo o pieno di amici, che sia single o sposato, che abbia un lavoro o meno, che sia ricco o povero, nulla di questo produce o nega la felicità. Se voglio essere felice devo innanzitutto “apprendere” come funziona la mia mente e la relazione che intercorre tra le reti neuronali e i miei flussi ormonali… a quel punto mi sarà possibile prendere consapevolezza delle mie emozioni. Prendere consapevolezza delle emozioni e, di conseguenza, dei sentimenti che ne derivano, finalmente, ci porta alla comprensione di come strutturiamo i nostri stati d’animo. Per comprendere appieno la genesi e il significato delle emozioni (così da gestirle, finalmente, opportunamente) il primo passo da compiere è certamente quello di prendere consapevolezza che la nostra esistenza non è una foto ma un film in continua azione.Gli eventi di cui facciamo esperienza nel corso della nostra esistenza, difatti, sono in continuo divenire in quanto legati ai contesti entro i quali si sviluppano. A parità di esperienza vissuta, Il cambio di contesto ci porta a vivere in maniera altalenante e, di fatto, come “cullati” dalla instabilità. Se accetto l’instabilità accetto la flessibilità e, di conseguenza, mi affranco dalla rigidità. La flessibilità mi porta ad accettare i momenti di felicità al pari di quelli di sconforto, le emozioni che esaltano e quelle che mi abbattono, le persone che mi onorano della loro stima, ma anche quelli che, per motivi che non conosco, mi denigrano. Chi vive rincorrendo la stabilità emotiva ed economica proietta la sua felicità al futuro e, di conseguenza, non si concede l’opportunità di vivere il momento attuale… quel” qui e ora” che è poi l’unico momento in cui la nostra esistenza è reale. Un abbraccio pieno di luce.